Archive for the ‘Poesia del Sud _’ Category
(io, pendente. deluso).
Omaggio a Mio fratello. (L.B.)
COLLAPSUS ( poema in versi liberi ) . Poema dell’antimodernità
di Paolo Saggese
Paolo Battista è un poeta urbano, come da subito si è rivelato con la sua prima plaquette appunto “Canti urbani”, e con “Collapsus – poema in versi liberi” si conferma da irpino trapiantato a Roma poeta della metropoli e della modernità liquida. Una notazione marginale, prima di arrivare al cuore del problema, è che il poeta si richiama sin dal titolo alla cultura classica e alla tradizione letteraria italiana, sebbene proprio il richiamo alla classicità, come in Sanguineti, produca un forte contrasto tra passato e presente, tra canoni codificati e sperimentalismo. Infatti, si parte da un titolo latino, cui segue la nota esplicativa, che nega la natura stessa, la possibilità stessa del poema: non è possibile un poema in versi liberi, un poema che anzi alterna verso e prosa, mediante la tecnica comunque già classica del “prosimetrum”. È un po’ come l’Ovidio dell’“Ars amandi”, che scrive un poema didascalico in distici elegiaci (e non in esametri) dedicato non agli dei, alla filosofia o all’agricoltura (si pensi ad Esiodo, Lucrezio Virgilio), ma all’arte di amare!
Dunque, “Collapsus” è un poema dei nostri tempi, un poema che definirei dell’antimodernità, perché questi crolli, queste cadute, queste rovine non sono quelle semplicemente del poeta, né semplicemente di Roma, la città eterna del Cristianesimo, né quelle della città eterna della classicità, sono bensì i crolli comuni, le rovine, le cadute, le polveri di macerie di un’intera civiltà, che è quella umana. Leggi il seguito di questo post »
SANCARLUCCIO FESTIVAL
Riprende il “Festival della Poesia dei Paesi del Mediterraneo” con la nona giornata, che si terrà al teatro Sancalurccio di Napoli il 14 dicembre, ore 18,00, secondo il seguente programma: Omaggio a Salvatore Quasimodo, ad Alfonso Gatto e Franco Nico”.
A cura di Giuseppe Iuliano – Giuseppe Liuccio – Paolo Saggese – Francesco D’Episcopo
(Centro di documentazione sulla poesia del Sud)
Le ragioni di questi tre omaggi sono i seguenti: cade quest’anno il cinquantesimo anniversario del Nobel per la Letteratura assegnato a Salvatore Quasimodo, e quindi il centenario della nascita di Alfonso Gatto, due autori cari al grande cantautore e musicista del Sancarluccio Franco Nico, scomparso l’anno scorso e che ha tante Leggi il seguito di questo post »
pasquale stiso e la terra d’alta irpinia
da Laura E. Ruberto / California > Con le notizie del Formicoso, mi metto a leggere il poeta di Andretta, Pasquale Stiso.
“Terra d’Alta Irpinia” _ Pasquale Stiso
– – –
Terra
terra d’Alta Irpinia
estranea
come una matrigna
battuta
da tutti i venti
oppressa
per lunghi mesi
dalla neve.
Plaga del Formicoso
desolata
assetata
di corsi d’acqua
e di verde
ove il grano
cresce rachitico
roso dai geli
flagellato dalla tramontana
e il granoturco
di settembre
è ancora tenero come il latte.
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Giuseppina Luongo Bartolini, la poetessa del riscatto femminile
NELLA TERRA DI MEZZO – di Paolo Saggese
Oggi offriamo ancora una figura poliedrica di poetessa e di intellettuale, ossia Giuseppina Luongo Bartolini, irpina di nascita, ma sannita di adozione: Leggi il seguito di questo post »
L’ADOLESCENZA INFINITA ED ESTROSA NELLE POESIE POSTUME DI ANTONIO D’ALESSIO
di Vincenzo Capodiferro
L’ Adolescenza mai finita (1991-1994) è una raccolta di poesie postume di Antonio D’Alessio, figlio di Vincenzo D’Alessio, una grande voce di poesia, di arte e di cultura della cara Irpinia, ne La sede dell’estro, Montoro 2009, edita dalle edizioni Guarini. È una raccolta di spoglie che un padre raccoglie del figlio perduto. E queste spoglie sono i semi infiniti dell’adolescenza. Leggi il seguito di questo post »
Antonio La Penna, il poeta inquieto della ragione
NELLA TERRA DI MEZZO – di Paolo Saggese
Antonio La Penna (Bisaccia, 1925) è uno dei maggiori intellettuali che l’Irpinia ha donato all’Italia: illustre latinista, già docente presso l’Università di Firenze e la Scuola Normale di Pisa, è un antichista di fama internazionale, ma con forti interessi anche alle letterature italiana ed europea -, come testimonia la sua sconfinata produzione saggistica.
L’insigne studioso ha scritto anche poesie, dalla metà degli anni ’40 sino ad oggi, ed ha pubblicato due raccolte poetiche, e più di recente pièces teatrali di ispirazione “oraziana”. Molte poesie, d’altra parte, sono “disperse” su riviste letterarie; pertanto, sarebbe utile raccoglierle in volume. Leggi il seguito di questo post »
Giuseppe Pisano cantore malinconico e affascinante
NELLA TERRA DI MEZZO – di Paolo Saggese
Ho scoperto la poesia di Giuseppe Pisano (Montefredane, 1938-1998), più noto come acuto e brillante giornalista, grazie ad una preziosissima segnalazione fattami alcuni anni fa dall’amico poeta e saggista Alessandro Di Napoli, che mi ha anche consegnato in lettura una copia, preziosa nella sua rarità, della prima edizione della plaquette “Nel foro della chitarra” (Isola d’oro, Pompei, 1973), – poi riedita con una importante prefazione di Generoso Picone – che mi ha permesso una lettura sistematica di un poeta le cui qualità mi erano chiare, ma che non conoscevo nella sua interezza.
Una plaquette straordinaria, quella di Pisano, un libro, che riconcilia con la poesia.
Ottaviano De Biase, il poeta dell’autunno
NELLA TERRA DI MEZZO – di Paolo Saggese
Trovare una definizione unitaria e compiuta per descrivere la produzione poetica e intellettuale di Ottaviano De Biase (Santa Lucia di Serino, 1947), è impresa ardua, complessa, perché il poeta è anche attento e scrupoloso studioso di questioni locali, soprattutto dell’Ottocento, e produce libri di argomento storico a ritmi impressionanti. Dopo molti anni passati nella Marina Militare, nel corso dei quali si è specializzato in Guerra Elettronica, Ottaviano si è lasciato alle spalle quella vita, che pare gli abbia procurato anche amarezze, per dedicarsi quasi completamente allo studio: e così al 1987 risale il primo libro di poesie dal titolo “Terra mia” – cui ne seguono altri sei -, mentre nel 1991 è edita la prima opera di argomento storico (“Serino nella seconda metà dell’Ottocento”), prima di una lunga serie di lavori – dodici al momento – dedicati a Serino, a Santa Lucia, a San Sossio di Serino, alle sorgenti e agli acquedotti dell’alta valle del Sabato, al brigantaggio. Si è dedicato anche al teatro – con “A vigilia di Natale” (due atti in dialetto serinese) del 2004 – ed ha scritto un romanzo, “Terra e cielo”, 1994, che racconta la nostra Irpinia negli anni immediatamente dopo la guerra. E che, appena uscito, con i tipi di Firenze Libri, si aggiudicò in Abruzzo il Primo premio internazionale sull’emigrazione, riconoscimento che suscitò un certo interesse in Canadà, Stati Uniti, Germania.
Vincenzo D’Alessio. Poeta di lotta e di passione
Nella TERRA di MEZZO – di Paolo Saggese
La “poesia del Sud” ha un timbro diverso dalla “poesia del Nord”. Con questo non si vogliono indicare priorità o preferenze, ma solo diversità. All’interno delle diversità si possono poi cogliere le somiglianze interne a questa poesia meridiana, ovvero nata nell’alveo antico del Mediterraneo. Questa poesia del Sud è poesia di lotta e di passione, come ci ha insegnato Scotellaro o ancora Quasimodo, Gatto, Compagnone, Vittore Fiore.
Questa poesia impegnata mi è piaciuto definirla “meridionalista”, perché pone, sulla scia di Dorso, di Rossi-Doria, e prima di Gramsci, al centro i problemi del Sud.
La poesia vera, comunque, non ha nazionalità o etichette. È poesia vera e basta.
Franca Molinaro, poetessa del Sud
NELLA TERRA DI MEZZO _ di Paolo Saggese
In questi giorni rileggevo un bel libro di Fernand Braudel dedicato al Mediterraneo, e pensavo alla ricchezza di questo mondo, di questo “mare nostrum”, che ha accomunato tanti uomini diversi ed è stato culla di tante civiltà. Il Mediterraneo, scrive il grande storico, “è un mosaico di tanti colori”, e che ha, comunque, alcuni punti in comune invariabili quasi. Braudel aggiunge anche un’altra osservazione, che oggi potrebbe servirci di riflessione: “Il Mediterraneo è un insieme di vie marittime e terrestri collegate tra loro, e quindi di città che, dalle più modeste alle medie, alle maggiori, si tengono tutte per mano”. Dovremmo saper cogliere questi messaggi e non fare barricate …
Jesu Passio
i lunedì dell’antropologia narrativa – di alfonso nannariello
La quaresima era un rumore di cose acute urtate tra loro. Era un rimettere a posto la stanza. Era un rimettere ordine al soqquadro del Carnevale che aveva levato la carne più in alto di tutto e sfogato ogni sua pulsione. Era la mortificazione del corpo. Era la punizione per la dissacrazione del «prendete e mangiatene tutti. Prendete e bevetene tutti» dell’Ultima Cena.
Sotto il silenzio grigiopiombo del cielo, la scena di un’allegria brutale: un’umanità imbestiata ed urlante parodiava la comunione bevendo vini mescolati nel ventre tondo di Carnevale –una damigiana dentro il fantoccio coperto dalle vesti- e spartendosi il ben di Dio raccolto nei panieri e dentro i cesti.
Raffaele Della Fera, il poeta dell’anima e della ricerca di Dio
NELLA TERRA DI MEZZO
di Paolo Saggese
Raffaele Della Fera (Calabritto, 1954) appartiene a quella schiera nutrita di ingegneri votati alla letteratura e alla poesia. Figura poliedrica di poeta, scrittore, artista, saggista, è stato tra i fondatori del gruppo “Clan H” di Avellino, oltre che vincitore, nel lontano 1984, del Primo premio assoluto di narrativa Città di Avellino con il racconto “Oscar degli Specchi” e di recente di un prestigioso terzo posto per la poesia edita nel Premio Nazionale Cervati.
In ambito poetico, Raffaele Della Fera appartiene alla numerosa linea della “poesia lirica”, come hanno già mostrato le non poche raccolte di liriche edite a partire dai primi anni Ottanta del secolo scorso: “Bianchi Cavalli Alati” (1980), “Cespugli aerei” (1984), “Grazie” (1986), “Pensieri di dentro” (2004), e da ultimo, la recentissima silloge “La corsa dell’anima. Viaggio senza ritorno”, per i tipi delle Edizioni della Meridiana di Firenze, a cura della Irpina trapiantata in Toscana Cristina Romagnolo.
Poesia dell’anima, dunque, quella di Della Fera, profondamente segnata dalla terribile tragedia del terremoto del 23 novembre 1980. Poesia religiosa, quella di Raffaele Della Fera, che cerca nel Signore un approdo, una certezza, la sola alle pene dell’esistenza: “Stanotte la nebbia scende più fitta / non servirà questo a celare i problemi // ancora riescono i politicanti a parlare / le macerie delle loro responsabilità / hanno ucciso. // Noi vorremmo gridare / ma è troppo il lutto che ci accomuna / noi vogliamo come Cristo / porgere la guancia / ma l’opera sarà ancora più alta / il cielo saprà ricoprire / anche questo quadro // il Cristo ripeterà questa passione / per noi”. Così in una poesia di “Cespugli aerei”, che testimonia un senso di cupo pessimismo e di rivolta poi non più presente nella produzione successiva.
L’angelo nell’angolo
i lunedì dell’antropologia narrativa – di alfonso nannariello
Una presenza minacciosa mi aveva già sconvolto. Quella sensazione di un male imminente che mi versava dentro lo scuro già la conoscevo.
Un paio di giorni dopo il solstizio d’estate, a san Giovanni, si battezzavano le bambole. Era un giorno di festa. Vestito per bene salii da zie’ Lina. Con delle stoffe, una cuffia e delle fasce preparava u pup’l a Rosellina. Con gli altri bambini vicini di casa andammo alla funzione, chi come compare chi come genitore.
La chiesa di san Michele l’avevo vista solo da fuori. Pezzi di calcina si staccavano dagli intonaci dei muri. Dalla luce passammo a un umore d’ombra improvviso. Dentro mi pareva che fosse tutto confuso. L’aria del chiuso profumava di foglie e di mele.
Eravamo tutti intorno al prete per vedere. Vicino a me un bambino, che forse già l’aveva altre volte visto, sottovoce disse
u riav’l!
Emilia Dente, Poetessa dell’amara speranza e dell’acuta dolcezza
NELLA TERRA DI MEZZO
di Paolo Saggese
Sono sempre di più convinto che la poesia abbia bisogno di incontrare le persone, che le persone abbiano bisogno di poesia più di quanto esse stesse se ne rendano conto. Non so se la poesia possa divenire da cenerentola un’arte “popolare” e per tutti, e tuttavia credo che occorra uno sforzo, dei poeti, dei critici, degli Enti pubblici, delle Scuole, delle Università, delle Accademie, necessario per far uscire fuori e offrire a tutti la bellezza della poesia. È uno sforzo comune, utile per rendere il mondo migliore. Dico questo, perché la poetessa di quest’oggi, la giovane Emilia Dente, offre una poesia spontanea, elegante, profonda, difficile e facile al contempo, a chiunque voglia semplicemente ascoltare, lontano dalla confusione momentanea ma continua del nostro mondo di fuori. Nata a Baden, in Svizzera, da genitori irpini, vive a Montefusco, si occupa di cultura, scrive saggi e raccolte poetiche, ma molta parte della sua produzione è ancora inedita.
Su la maschera

Spettro
di Paolo Battista
Con la testa penzolante
nel fumo alogeno di un desiderio elettrico
spio tra le gelosie della persiana
la strada incandescente.
Le voci e lo stupore di passi anonimi
si dichiarano nella gualcita sera di dicembre.
Voci lacere e lontane
(mentre attendo la tua come una vertigine).
Una nebbia negletta, contaminata,
comparsa dal nulla,
infesta il quartiere di sognante perdizione. Leggi il seguito di questo post »
Festival della Poesia dei Paesi del Mediterraneo
di Paolo Saggese
Riprende il Festival della Poesia dei Paesi del Mediterraneo, con la quinta giornata, dedicata alla Poesia napoletana del Novecento. Dopo la prima giornata, il 18 ottobre, di riflessione su Quasimodo e la poesia meridiana, dopo il 14 novembre, tappa dedicata all’Irpinia, all’emergenza del Formicoso, con la presentazione della plaquette “Versi per il Formicoso”, dopo la giornata internazionale del Sancarluccio, Napoli, il 17 novembre, sulla poesia portoghese del Novecento, dopo l’incontro del 22 novembre dedicato a Pasquale Martniello, il 1° dicembre, ore 18.00, si torna nuovamente al Sancarluccio, appunto con la Leggi il seguito di questo post »
Carlo Muscetta, il poeta militante
nella terra di mezzo
Paolo Saggese
Carlo Muscetta (Avellino, 1912 – Acitrezza, 2004) non ha bisogno di presentazioni: grande critico letterario, intellettuale militante, poeta, ideologo del pensiero della sinistra italiana, ha condizionato con la sua figura la storia culturale ed editoriale italiana – da sottolineare la collaborazione con Einaudi – del Secondo Novecento. Dei suoi libri memorabili, uno è stato di recente riedito dalla Liguori (“Letteratura militante”) e presentato a Roma la scorsa settimana, in occasione del quarto anniversario della morte. Questo libro è sintomatico del pensiero del grande critico, che non poteva concepire cultura senza impegno, e che era, d’altra parte, estraneo anche all’idea gramsciana dell’intellettuale organico. La riedizione di un libro del genere, tra l’altro, segna il ritorno della cultura italiana “che conta” alla militanza, dopo anni di “parole innamorate” e di minimalismi. L’impegno, invece, era rimasto al Sud: gli intellettuali del Sud, infatti, da questo punto di vista sono sempre stati più vicini alla cultura proposta da Muscetta: e si può affermare, pertanto, che in questo caso la cultura del Sud avesse visto giusto.
Poeti e poetiche a confronto
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Giuseppe Iuliano
il poeta meridiano |
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Antonietta Gnerre
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NELLA TERRA DI MEZZO |
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di Paolo Saggese
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Giuseppe Iuliano, irpino di Nusco, è uno dei poeti più ispirati del nostro Sud. Poco importa in questo la sua vita lavorativa (è dipendente del Ministero della Giustizia), mentre la sua vita è tutta intrisa di poesia. La sua poesia, del resto, accende le menti, perché guida il lettore, ma solo quello che è disposto ad ascoltare, in un percorso di vita e di pensiero indispensabile per comprendere il nostro presente, e perciò il nostro futuro. |
FEDE E POESIA
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Alfredo Bonazzi, l’uomo redento dalla fede e dalla poesia
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Elisabetta Cappa, la poetessa di Dio
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NELLA TERRA DI MEZZO |
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di Paolo Saggese
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A volte il destino di un uomo rende possibile l’impossibile, può redimere o annientare, assolvere o condannare. La storia che cercheremo di raccontare è una di queste, perché è quella di un omicida divenuto poeta. Questo poeta è Alfredo Bonazzi (Atripalda, 1929), un uomo la cui vita è stata segnata dalla sofferenza, dal dolore, dalla colpa, ma anche dal rimorso e dall’approdo ad una fede profonda, dopo un omicidio, più di dieci anni di reclusione, e la grazia, nel 1973, firmata Leggi il seguito di questo post » |
Una vita in versi. Pasquale Martiniello e i suoi ottant’anni
Nella Terra di Mezzo – di Paolo Saggese
Un poeta vero non ha età, perché la sua arte si rinnova e parla sempre al cuore e alla mente degli uomini Eppure, anche un poeta compie gli anni, e Pasquale Martiniello, poeta irpino di Mirabella Eclano, dall’alto dei suoi ottant’anni appena compiuti, ancora coltiva il suo amore per la poesia. Egli ha fatto proprio, del resto, il monito di Rocco Scotellaro, il poeta della libertà contadina, come lo definì Carlo Levi, nel momento in cui indirizzava ai poeti questi versi: “ … Cantate nell’orecchio dei ciechi / all’orecchio dei sordi …”.
E così Pasquale Martiniello ha scritto per il Sud, per i giovani, per la sua terra. Ha scritto un poema lungo più di venti canti, quante sono le sue raccolte, quanti sono i libri d’Omero, e ancora canta, aedo indomito, con la sua voce tuonante e flebile al contempo, autorevole e rotta.
Pasquale Martiniello ha dedicato la sua vita alla poesia, lui uomo di scuola, docente e preside, austero ed umano, sindaco del suo paese, intellettuale che ha ascoltato le sirene della politica tesa all’emancipazione dell’Irpinia, e che poi ha scelto di mettersi da parte, quando la politica gli chiedeva ciò che un poeta non può fare.
Sepolti in un album
I lunedì dell’antropologia narrativa – di Alfonso Nannariello
Il salone fu la camera ardente di mia nonna, esposta su una branda per l’omaggio. Coi denti sguainati dal dolore tirato sulle labbra, fu adornata dal vestito della morte, preparato in tempo, prima. Veletta e guanti in nero. In tasca una moneta, ai piedi i fiori a mazzi e le felci del cuscino. Lungo le pareti corone e veli neri -con le scritte in lettere dorate di figli, figlie, generi e nuore- e visitatori, compunti come alberi invernali. Ai lati della salma, quattro candelieri.
Parato a lutto il salone fu lo sfondo delle foto rituali da mandare a mia zia, in America: al centro l’armatura del corpo defunto e l’ombra di mestizia dei parenti ai lati; come l’undici d’aprile dell’anno prima, come mi pareva che fossero i volti in bianco e nero nel giorno in cui fui battezzato. Al lutto si offrì caffè, come un refrigerio per la morte; al battesimo mandorle affogate al cioccolato, segno che era seppellito nell’acqua il mio peccato.
POESIA MERIDIANA. La cifra di un qualcosa
di Alfonso Nannariello
Organo del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud di Nusco è la nuova rivista di poesia Poesia Meridiana. Spazi e luoghi letterari per i Paesi Mediterranei e per i Sud del mondo edita «Altairpinia» voluta dai direttori Paolo Saggese e Giuseppe Iuliano. Il numero zero, appena uscito, raccoglie poesie da Italia, Grecia, Guinea Conakry, Iraq, Kosova, Madagascar e Palestina.
La rivista è stata presentata a Nusco il 18 ottobre, giorno inaugurale del Festival della Poesia dei Paesi del Mediterraneo.
Questa nuova rivista è, con i tre volumi di Poeti del Sud, con Quando il terremoto è nell’anima. I poeti del 23 novembre e Operai di sogni. Poeti irpini del Novecento, tutti editi da Sellino, e con le tre edizioni del Festival della Poesia del Sud… e per il Sud, un nuovo frutto di quel lungo lavoro di équipe iniziato nel settembre del 2002.
18 ottobre, apre il Festival della Poesia dei Paesi del Mediterraneo – Prima edizione – organizzata dal Centro di documentazione sulla POESIA del SUD
Domani 18 ottobre, ore 9.00, presso il Palazzo Vescovile di Nusco, ha inizio il Festival della Poesia dei Paesi del Mediterraneo – Prima edizione – organizzata dal Centro di documentazione sulla poesia del Sud, dall’Amministrazione comunale di Nusco, dall’Editore Elio Sellino, dal Teatro Sancarluccio di Napoli, con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Avellino, delle Amministrazioni comunali diCaposele – Castelfranci – Lioni – Luogosano – Mirabella Eclano – Montella – Montemiletto – Monteverde – Prata P. U. – Pratola Serra, degli Istituti scolastici Istituto Comprensivo di Prata Principato Ultra, Istituto Superiore “Maffucci” di Calitri, Istituto Superiore “Ronca” di Solofra, Istituto Superiore “Vanvitelli” di Lioni, Liceo Scientifico – Classico “R. d’Aquino” di Montella – Nusco, Liceo Classico – Scientifico “Aeclanum” di Mirabella Eclano, Liceo “G. Dorso” di Ariano irpino, in collaborazione con l’USP di Avellino, con le Associazioni culturali “Sorgenti del Sapere” di Caposele, “Altirpinia” e “Fateci respirare” di Lioni, SPONSOR MPS – Monte dei Paschi di Siena – Lions Club Morra De Sanctis
Ecco il programma della giornata: La Scuola irpina e la Poesia meridiana, con un Omaggio a Salvatore Quasimodo – Presentazione della rivista “Poesia Meridiana”
MANIFESTO (in fieri) della POESIA MERIDIANA
Il secolo nuovo, che doveva essere secolo di pace, si è aperto con i bagliori della guerra, gli stessi che hanno squarciato il cielo per tutto il ventesimo secolo. Quel secolo, del resto, si apriva con il “Manifesto del Futurismo” di Marinetti che era proprio l’esaltazione più esplicita e delirante della violenza e della guerra.
Noi vogliamo inaugurare una nuova stagione della poesia, quella della Poesia Meridiana, ovvero di una poesia che partendo dalla cultura comune del Mediterraneo proponga agli uomini di oggi una cultura della pace, della fratellanza, dell’incontro, dell’accoglienza, del rispetto delle diversità e della multiculturalità.
Questo nuovo secolo si è aperto, altresì, con le emergenze ambientali che stanno distruggendo la Madre che gli uomini avrebbero dovuto venerare.
Questa “Mater” ci dice ogni giorno che ha bisogno del nostro aiuto non tanto perché Lei continui a vivere quanto perché consenta a noi uomini di poter continuare a vivere: la Terra, certo, vivrà anche dopo l’estinzione dell’uomo. La Poesia Meridiana pone al centro dunque la difesa della nostra Terra contro qualsiasi forma di “sviluppo” non sostenibile. Perciò, noi crediamo nella funzione etica della Poesia. Noi crediamo che la Poesia non possa e non debba abdicare al suo dovere di testimonianza come amava ribadire Salvatore Quasimodo nel suo “Discorso sulla poesia” del 1956.
La Poesia Meridiana è figlia del pensiero meridiano, quel pensiero che ricorda all’Uomo che ci sono dei limiti da rispettare, altrimenti siamo condannati all’autodistruzione, quel pensiero meridiano, che ci ricorda che l’uomo non è nato per produrre e consumare (i modelli imposti dal capitalismo amorale e dal consumismo), ma è nato per pensare e amare. L’uomo, invece, ha dimenticato i suoi limiti, non ne impone più a se stesso, si è trasformato in dio distruggendo la Natura, aspirando all’immortalità, polverizzando tutto per l’ansia di consumare.
nusco, l’irpinia e la poesia
di Carmine Prudente e Giuseppe Del Giudice
Nusco e l’Irpinia, diventano le capitali della poesia dei Paesi del Mediterraneo e non più solamente della Poesia del Sud. Questa è la prima grande novità dell’edizione 2008/2009 del Festival, che si concentra su alcune Regioni dell’Italia meridionale e del centro, ma abbraccia anche alcuni significativi Paesi del Mediterraneo. E così si va concretizzando un progetto che diviene ogni anno più ambizioso e stimolante, ricco com’è di significati alti, al quale l’Amministrazione comunale di Nusco ha creduto sin dall’inizio, ovvero dall’estate del 2004, allorquando ha condiviso questa pionieristica attività a favore della Poesia del Sud. E infatti noi, fortemente convinti di tanta valenza, abbiamo individuato una Casa gentilizia, il Palazzo Astrominica, come sede del Centro e delle sue future attività, ma anche della costituenda Biblioteca della Poesia del Sud e dei Paesi del Mediterraneo.
I lavori di restauro del prezioso antico edificio sono ultimati.
agli dèi mangiatori
Sotto una lode di nuvole e lampi
sbarcherò con amorini e putti
nelle acque poco profonde
del piatto d’argento,
tra aragoste, branzini e brasati
contro il vento e i tuoni
di tutti i vostri rutti.
/ alfonso nannariello
a devozione / alf
ti ho dato, amore / i miei lamenti / la frusta del mio cuore / i morsi dei miei denti
voglio spogliare la notte del suo peso
voglio del giorno
intera la mia parte
voglio togliere dagli angoli l’incanto
e spogliare
la notte del suo peso
voglio con questi occhi
senza più specchi vedere
l’aura del tuo volto fasciarmi il viso
Buona Pasqua da Alfonso e dalla Comunità Provvisoria

C.P. condivisione al GOLETO, 24 febbraio 2008 – foto Antonio Luongo
oggi/alf
Sui sigilli del ventre
vertigina ponente.
La solitudine dispone le sue truppe
in formazione di combattimento
e il grigiore assalta col vento
le fronde del venerdì santo.
In lente ascensioni di porpora
avanza stendardi un dolore.
Una pioggia si prepara a cadere
nella macchia e sulle linee nemiche
sui miei capelli grigi e sulla terra
sulle caviglie e sui polsi
legate alle spalliere dei letti.
.
alfonso nannariello
LA CURA DELLA NOSTRA TERRA
Siamo introdotti più da vicino a un mistero. quello di Dio che si prende cura dell’uomo. / una tale prossimità all’uomo stimola ogni uomo a farsi prossimo di un altro. / la comunità provvisoria, pur non sapendolo, credo faccia questo. che senso avrebbe una comunità legata da vincoli di amicizia ed interessi per una terra, se non coltivasse quelle amicizie e promuovesse quella terra?
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MARZO
Mai più alto d’una linea di gronda
ormai lo sguardo mi solleva.
Ho soprabiti sporchi di polvere di gesso
nel cavo dell’orecchio il passo della ronda.
Tutte le mie donne hanno scialli neri
s’abbeverano a tempeste i miei corsieri.
Recinti di guerra ho nei fazzoletti e gracide cornacchie
nel primo vapore di marzo sui tetti.
–
ALFONSO NANNARIELLO __ 15 marzo 2007
–
per roberta/alfonso nannariello
con il cuore freddo, nella sua livrea
la morte parla piano all’acqua dolce.
con il suo umore, amore, di marea
l’anima per te, piano mi torce.