Posts Tagged ‘Adelelmo Ruggieri’
Frammenti di fabbrica nel paesaggio
Nadia Agustoni
in conversazione con Adelelmo Ruggieri
per la Comunità Provvisoria
Abitando in una zona che era periferia industriale e inizio di campagna e non avendo le case il bagno ma solo un gabinetto ogni due famiglie, il sabato era il giorno del bucato grande. I lavatoi davano sulla roggia e se l’acqua permetteva, cioè era acqua e non un composto chimico variopinto, il sabato una parte del bucato la lavavano lì. I lavatoti, gli altri giorni, servivano a noi bambini per giocare. Avendo una tettoia che risultava bassa la nostra impresa era salirci sopra e camminare sulle tegole più in fretta possibile. Cadere voleva dire farsi il bagno nella roggia e farsi male probabilmente. Questo gioco lo facevano solo i più grandi, i piccoli no. La paura di una morte per annegamento era l’incubo degli adulti in ogni casa. Non ho mai sentito fosse annegato nessuno, ma mettevano talmente in guardia sul tenere d’occhio i più piccoli che di fatto tutti eravamo stati bambini collettivi. Bastava un niente e una finestra si apriva e una vicina ti dava voce “don det?” [“dove vai?”] e bisognava obbedire. In più i ragazzi grandi pur giocando difficilmente mollavano i piccoli. Fossero fratelli, sorelle, cugini o compagni di avventure.
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Nadia Agustoni: Lavatoi, in Taccuino nero (Le voci della luna, 2009)
COLLAZZONE
metto qui un bel pezzo di Adelelmo Ruggieri. ne approfitto per dire che la riunione di cairano del 19 è rinviata a data da destinarsi. forse non è neppure necessario farla, il solco comunque è segnato, c’è il rischio che a parlarsi in un momento di scarso entusiasmo ci si intenda ancora di meno.
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Storno, bel nome per una strada di campagna. A destra c’è la scena al gran completo dei Sibillini. Opposto a loro c’è un triangolo di mare fra le colline. Eppure qui, di storni, che ci sarò passato migliaia di volte, non ne ho visti mai. Come potevo? Bisogna anche in questo caso capire, vedere meglio, e poi prestare molta attenzione a quanto si è capito e si è visto precisamente. E allora forse lo riconosci uno storno, le sue piume nere, i riflessi di bronzo e di verde tra le piume. Leggo che all’imbrunire gruppi di storni si adunano a formare gli stormi. Avevo fatto sempre confusione fra storno e stormo e ora ecco qui svelato l’arcano di quella N singolare che diventa – in una M – un plurale in volo.
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Dicembre 2009. È domenica. Sono sulla 361 verso Treia delle Marche. Stamattina ho riletto “Scottature” di Dolores Prato. “Scottature” è un racconto specialissimo, l’unica opera non incompiuta di una scrittrice che avrebbe esordito quasi novantenne e sarebbe scomparsa tre anni dopo, nel 1983. Il racconto, autoedito a Roma nel 1967, brulica di figure. Fra di loro, basilare, c’è quella del “vecchio zio prete che viveva nell’America del Sud”, il quale, “lontanissimo, perdeva sempre di più quel poco di diritto acquisito per avere pensato a me quando se ne era ricordato”. Di lui la protagonista non conserva che “un ricordo, un anello e una promessa”. E ora lei ha finito gli studi e desidera andare all’università e fra poco lascerà la clausura conventuale, “Ma ecco che arrivò una lettera dallo zio”.“Le sue lettere si erano fatte rarissime e mostravano i segni di una vecchiaia a lungo arginata, che sfociava spezzando e cancellando ciò che egli era stato”; “Ma si era ripreso per dirmi che cosa dovevo fare nella vita”; in questa lettera le dice tutto il da farsi: deve vendere l’anello e con il ricavato acquistare un passaggio di seconda classe “in una buona nave e andare da lui”, e lì avrebbe trovato la sua nuova vita. “Diceva che io non avrei avuto fortuna altro che attraversando il mare: nulla di qua dall’Oceano, tutto di là. Diceva che le stelle dell’emisfero australe erano eccezionalmente propizie a me, mentre quelle di questo emisfero terribilmente malefiche. Mi spiegava come io avessi un temperamento fatto per la vita e per la gioia, contrario all’isolamento e alla rinuncia.”Allora la protagonista di “Scottature”, Dolores, si siede “sui gradini tra i gerani, e avanti a me s’aperse una cosa tanto grande che cominciava con l’Oceano e finiva con la vita.” Ma, nonostante tutto questo, e non è certamente poco, e per quanto tutto in lei dica “SI”, ella non andrà.
HINTERLAND E PAESE.
di Adelelmo Ruggieri
Della “short story” ha molti tratti salienti questo racconto che ci arriva “dall’Hinterland milanese” [Donato Salzarulo: “Il mio maestro”; Cologno Monzese, 2008]: il tema trattato è storico sociale, e sin dal titolo l’accento è messo sull’elemento principale, e sin da subito porta il lettore nella storia e ha il suo finale (‘Ending’) (ma in questo caso non è né felice, né convenzionale, né accennato; in questo caso il finale è quello che non poteva non essere).
Ho letto questo cose in un sito che si chiama “studenti.it”. La pagina segnalava un’altra cosa importante, che le ‘short stories’ “si diffondevano maggiormente in paesi che attraversavano periodi di grande instabilità”. Ho riletto “Il mio maestro” appena ieri sera. Ma appena prima, prima di coricarmi, avevo riletto un po’ di pagine della mia enciclopedia da ragazzo (Il tesoro, UTET, 1960) di una sezione dedicata allo “scriver bene”. In quelle pagine si parlava della ‘posizione’ dell’aggettivo rispetto al sostantivo, e poi degli iperbati; e, a un certo punto, si parlava di Carducci, di quanto fosse iperbatico “l’esultante di castella e vigne / suol d’Aleramo”; . Carducci, a detta dell’estensore, sarebbe stato quello . Ma, insomma, è così, e insieme non è così. Di certo resta che Carducci è un autore immenso, e basterebbe solo “Pianto antico” a farlo tale. “Il mio maestro” inizia così: “Ho avuto un maestro unico”. Qui la questione della posticipazione dell’aggettivo è ancora più complessa; perché “unico” fa corpo per intero con “maestro”.
La ‘breve storia’ si svolge a Bisaccia alla fine degli anni ’50, dall’ingresso alle Elementari all’ingresso nella Scuola Media ancora non riformata. Il maestro si chiama Antonio. Donato è il piccolo scolaro. Gli scolari di quella classe, in Leggi il seguito di questo post »
dopo bonito RIPARTE LA COMUNITA’
testo della ‘comunità provvisoria’
Siamo appena tornati da bonito dove abbiamo tenuto una riunione della CP. Giornata piovosissma, eravamo in tanti, circa 30, ma i comunitari non presenti ci sono mancati. La riunione è stata molto animata e partecipata, come sempre.
Accorati gli appelli a proseguire sulla strada primigenia della Comunità : Giovanni Ventre, Tonino Morgante, Michele Ciasullo, Agostino Della Gatta, Antonio Luongo, Claudio Calabritto, Sergio Gioia, Erberto di Cairano, Leggi il seguito di questo post »
un antropologo a cairano
Cairano, un pese minuscolo, il paese più piccolo della Campania, dove lo scrittore irpino Franco Arminio e il gruppo di «Comunità Provvisoria» hanno inventato un Festival atipico su decrescita, architettura e arti (Cairano 7x, Paesi, paesaggi, paesologia). Esperimento riuscito. Nei giorni scorsi si sono ritrovati a discutere a Cairano architetti, urbanisti, economisti, ma anche fotografi, pittori, artisti performativi, scrittori e poeti di tutta Italia. Tra gli altri sono stati a Cairano, Paolo Rumiz, Angelo Ferracuti, Andrea Di Consoli, Adelelmo Ruggieri, Antonella Anedda e Vinicio Capossela che si è esibito per il festival e ha letto pagine del Viaggio a Kuta.
Cairano 7x (me)
La mia prima volta a Cairano. Ho deciso che ci arriverò in macchina. Un viaggio in solitudine, dopo aver risalito al mattino presto la Salerno-Reggio Calabria. La rotta per il Sud imboccata verso Nord, una volta tanto. Accanto al Leggi il seguito di questo post »
Ogni cuore, ogni paese
___ di Adelelmo Ruggieri >>> Messa su un monte roccioso… antichissima… priva di acqua: produce vino… aria salubre…
Così lo descrisse Giuseppe Chiusano questo posto alto poco più di ottocento metri che sembrano molti di più…
È una domenica mattina di giugno. Ho messo la sveglia alle quattro. Volevo raggiungere gli amici comunitari e per niente provvisori che avevano fatto notte, e ora stavano aspettando l’alba…
Eccoli. / Saremo una ventina di persone. C’è anche Franco.
LA NATURA dei POETI
“LA NATURA dei POETI”, VI edizione – 2009, il cui primo incontro si svolgerà a
Grottazzolina (FM) domenica 8 marzo.
Elvezio Serena
presidente sezione Italia Nostra di Fermo
Adelelmo Ruggieri e Massimo Gezzi
curatori della Rassegna
L’irpinia come opera d’arte…
il nostro blog non è un tappeto volante in cui le cose appaiono e poi scompaiono per sempre. siamo liberi di andare avanti ma anche di tornare indietro … Leggi il seguito di questo post »
Scampitella-confine / adelelmo ruggieri
Adelelmo Ruggieri
Scampitella-confine
Non c’è sulla mappa orbacquea di google il posto di cui voglio dire. Di sicuro sta sul confine tra la Puglia e la Campania. Ci sono stato una domenica dell’agosto che sta finendo. L’amico carissimo Donato Salzarulo festeggiava il suo quarantesimo anno di matrimonio con Giuseppina, ma lo festeggiava con tutti i parenti irpini un anno dopo, perchè l’anno scorso non potè. Non ricordo il nome di quel posto. Mi ricordo la strada, le case sui lati della strada, ma non il nome, e sulla mappa non c’è. Il nome ha a che fare con il ripararsi dei contadini sull’altipiano dalle improvvise intemperie, con i ripari all’aperto. Questo dovrebbe aiutarmi.
D’estate di più
Ieri sera mi ha chiamato Tonino. Io stavo al tabacchi all’inizio della discesa. Saranno state le sette. Era un bel fine pomeriggio d’estate. Mi ha fatto piacere sentirlo. Mi diceva di questa cosa che sarà il 9 di agosto a Sant’Angelo dei Lombardi. Mi chiedeva se accadrà, e io a sentire lui mi chiedevo se accadrà. Ma certo che accadrà, poi mi sono detto, come vuoi che non accada con un amico come Verderosa, che già il cognome è un programma di fiducia. Piuttosto, come fa a non amare il verde dei panorami un architetto che tiene in sé il verde e la rosa? Non è possibile no che non li ami? E poi talmente preciso da domandarsi dove vanno a finire i segni che cancelliamo dallo schermo del computer.E io allora ci penso su, e mi dico che vanno a finire nell’invecchiamento della macchina stessa.
ADELELMO
Adelelmo Ruggieri
L’aria rarefatta di Vallata
Dormo poco, mannaggia a me. E il guaio è che mi sveglio per fumare. Ma stamattina una buona ragione per svegliarmi tanto presto c’è. È che altrimenti mi dimentico tutte le cose che mi hanno raccontato Tonino e Rino.
Tonino Morgante era qui a Porto San Giorgio, e avrà chiamato vero le sei di ieri pomeriggio. E allora ci siamo messi daccordo per mangiare una pizza insieme, al mare, e alle nove di ieri sera ci siamo visti, e siamo andati in una pizzeria di Lido, davanti al mare. La pizzeria ha il nome di una birra chiara, e molto chiare erano le parole che ci siamo detti.
Perché Rino Ciampolillo ha raccontato di sé, partendo dal padre della moglie, che si chiamava Rocco, ed era di Vallata. E a Porto San Giorgio c’era dal ’54 Rocchina, la sorella della moglie Michela.
Rocchina era sposata a Saverio Soldo di Sant’Agata di Puglia, e il natale dell’ ’80 Rocco e Michela vennero a trascorrere un po’ di mesi qui.
Il terremoto c’era stato a novembre, e Rocchina aveva pensato d’invitare la sorella e il marito a trascorrere un po’ di tempo insieme, così si riprendevano, almeno un po’.
Antonio, m’impari a fare il pane?
L’intenzione di questo “racconto” non è di mettere in discussione le parole degli amici che vi sono parzialmente trascritte, nessuna di esse. È soltanto quella di capire dove stanno andando le parole che ci stiamo dicendo.
Mi sono provato in una cosa che all’inizio mi è apparsa facile facile ma, a un certo punto, mi è apparsa difficilissima. Volevo provare a “riassumere”, senza tradirle minimamente le parole di commento al testo “Un luogo per chi crede”. E avevo iniziato:
Antonio Imbriano dice che a Sant’Angelo dei Lombardi alle ultime elezioni amministrative la gente ha preferito votare per chi non faceva le solite promesse elettorali o tentava ricatti clientelari
Fiore crede nel Parco d’Irpinia d’Oriente come il primo parco italiano dove sperimentare un nuovo modo di stare in occidente, e vorrebbe un luogo dove poter conoscere paesi fino ad oggi dimenticati, poterli vivere almeno un po’. Un luogo dove poter scoprire rime inedite o irraggiungibili, che pure ci consolano l’anima. Un luogo dove si può credere di combattere la camorra… piovra malvagia… e spezzare i suoi tentacoli affinchè non arrivino ovunque. Un luogo per sconfiggere la solitudine e l’indifferenza…
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PULITO, schizzo in forma di saluto di Adelelmo Ruggieri
Come devo fare a snidare i loro nomi
Puliti. Stanno lì, cantano sempre
E io non so nemmeno imitare il verso
Dei loro versi, quello della cornacchia lo so
Cra-cra-cra, ma questi qui, che sento sempre
In quest’ora che riposo un po’ sono pigolii
Brusii, cinguettii, canti tutti che finiscono
In “ii”, e non so nemmeno dire dei nidi
Troppo orbo come sono per visitarli fra
Le foglie o sotto le gronde o dove stanno
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ADELELMO RUGGIERI, presente !!
Non ricordo con esattezza quando fu. Era accaduto qualcosa di estremamente grave, e delle studentesche calabre civilissime avevano fatto un corteo con davanti uno striscione bianco dove non ci stava scritto niente.
Quegli studenti e quello striscione colpirono il cuore e l’intelligenza di moltissimi.
Non c’erano più parole.
È diversi giorni che cerco di mettere in fila due parole su questa vicenda orribile della “monnezza a passeggio”, direbbe il saggio amico irpino del filmato.
POSSIAMO DARE ARIA AI NOSTRI SOGNI
Adelelmo Ruggieri
PORTE APERTE
“possiamo dare aria ai nostri sogni”
Sto andando in treno ad Ancona. Cinquanta anni fa molte coppie ci andavano in viaggio di nozze. Passavano amoreggiando la prima notte matrimoniale, e poi, la mattina dopo -dopo un’altra passeggiata in centro-, tornavano al paese sulle colline marchigiane. Sto dicendo naturalmente di coppie che appartenevano alle cosiddette classi meno abbienti, in pratica tutte quante. Le pochissime restanti partivano per chissà dove, prima tappa quasi sempre Venezia, poi di lì si vedrà, che tanto i soldi non finivano mai.
Ho con me un libro di Enzensberger che mi regalò Franco di passaggio Leggi il seguito di questo post »
PENSIERO MERIDIANO
Il Centro di documentazione sulla poesia del Sud,
il poeta Adelelmo Ruggieri, il pensiero meridiano
Paolo Saggese
Abbiamo in più occasioni riflettuto sull’esclusione della poesia del Sud dalla storia nazionale, e quindi non starò a ripetere quanto già detto altrove. Vorrei piuttosto segnalare le analoghe riflessioni, che quasi trent’anni fa svolgeva Leonardo Mancino nella introduzione all’importante antologia “Oltre Eboli” (Lacaita Editore), e che ci possono servire per ulteriori approfondimenti.
GOLETO
Sto viaggiando verso casa. Le belle ore al Goleto stanno tutte – ancora intatte – nella mente. Il ricordo di appena ieri è grande quasi quanto la giornata da poco trascorsa. Il tempo via via sforbicerà le dimensioni di questo ricordo, fino a ridurlo a un punto luminoso assai. C’era una luce piena e pulita ieri al Goleto, e fin dall’inizio con tutti noi raccolti in cerchio sotto il sole del mattino ad ascoltare l’amico Antonio Leggi il seguito di questo post »
UNA BELLA GIORNATA AL GOLETO
Con la giornata del 24 febbraio all’abbazia del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi, la Comunità Provvisoria segna un altro punto a suo favore.
Un’intera domenica dedicata allo scambio di nuove conoscenze, di lezioni culinarie, di poesie, proiezioni, dibattiti, scambi di esperienze, canzoni, esperimenti sul silenzio.