COMUNITA' PROVVISORIA

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Antonio La Penna scrive a Franco Arminio

 

Il grande latinista bisaccese Antonio La Penna mi ha mandato questa lettera che propongo alla vostra attenzione. 

Caro Arminio,

so, che con altri amici, sei fortemente impegnato per sostenere il Partito Democratico. Io, benché resti fedele ad una tradizione politica diversa (ma  non avversa), mi auguro un buon successo del vostro partito; e toccherei il cielo col dito se vincesse le elezioni e ci salvasse dal pericolo del governo di destra. Gli italiani, avendo dovuto sopportare pesanti sacrifici per risanare il bilancio dello stato, non si rendono conto dei gravi pericoli che il nostro paese corre con un governo della destra.

1)           Fomentando gli egoismi regionali e locali, la destra ridurrà l’Italia in frammenti, facendola tornare ai tempi anteriori al Risorgimento. Nella Padania i simboli del nostro Risorgimento e dell’unità d’Italia vengono calpestati.

2)           La destra rappresenta gli interessi delle classi sociali più ricche. Durante il suo governo la distanza fra le classi ricche e le classi povere è aumentata: i ricchi sono diventati più ricchi e i poveri più poveri. La distanza aumenterà e di molto se la destra tornerà al governo.

3)           Il Partito della Libertà o delle Libertà conserva dell’eredità liberale solo il liberismo selvaggio, che permette di strozzare i poveri. Per il resto, accogliendo nel suo seno gli eredi del Fascismo, rafforza la sua tendenza autoritaria. Riproporrà la costituzione, già bocciata da un referendum popolare, che riduce l’Italia a brandelli e toglie al Parlamento ogni potere reale.

4)           La destra in Italia si nutre, come già in passato, di una vasta melma cresciuta nei millenni della nostra storia, impastata di ignoranza, conformismo e servilismo. Oggi la rincorriamo tutti i giorni nelle nostre televisioni. Il controllo completo dei mass media ha già limitato nei fatti la libertà di espressione. Il governo della destra cercherà di sommergere l’Italia nella melma millenaria e di farla ritornare a un Medioevo rivestito di tecnologia. Bisogna combattere i demagoghi beceri della Padania e ridare libertà e vigore alla nostra cultura moderna.

Vi auguro, dunque, buon lavoro e buon successo.            

sulla lettera di ANTONIO LA PENNA a FRANCO ARMINIO si è messo in moto un dibattito pasrallelo sul BLOG di TISBE, IL VASO DI PANDORA

http://tisbe.splinder.com/post/16599353/Il+latinista+La+Penna+sui+peri

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ALTRO DIBATTITO E’ IN CORSO SUL BLOG CHARTITALIA

http://chartitalia.blogspot.com/2008/04/dedicato-agli-indecisi.html                                                              

Written by comunitaprovvisoria

6 aprile 2008 a 9:15 am

7 Risposte

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  1. MI DISPIACE , MA NON CONDIVIDO QUESTO PENSIERO.
    C’è UNA MORALITA’ DA RIACQUISTARE SIA A DESTRA CHE A SINISTRA.
    NON CREDO CHE DURANTE IL GOVERNO PRODI LE COSE SIANO CAMBIATE.
    IL PROBLEMA SERIO E’ CHE DALLE NOSTRE PARTI NON E’ CRESCIUTA UNA CLASSE POLIUTICA CHE SI POSSA CONFRONTARE CON IL NORD CHE E’ ANNI LUCE DAVANTI A NOI E CONTRINUERA’ A GUADAGNARE TERRENO.
    IO CHE HO IDEE DIVERSE DALLA VOSTRE MI AUGURO CHE I POTERI FORTI CHE SIGNORE CARO NON SONO SOLO A DS RICORDATI LE COOP CHE CON LA SCUSA DI DARE CASE ALLA GENTE ACCAPARRA TUTTO (VANI GARAGE ECC.ECC.)FINANZIA IL PARTITO E PRENDE TUTTI GLI APPALTI, LA UNIPOL DOVE LO STESSO BERLUSCONI INVESTE.
    QUI SI SOVVERTE IL PENSIERO MAZZINIANO FATTA L’ITALIA SI FANNO SEMPRE E COMUNQUE GLI ITALIANI.

    PASQUALE MATARAZZO

    hirpus

    4 aprile 2008 at 9:01 am

  2. Questa lettera di Antonio la Penna,

    ancorché condivisibile in molte parti, è uno dei sintomi che “il tempo si è fermato”.

    Che voglio dire? Che molti non riescono più ad essere “al passo con i tempi”.

    Al passo con i tempi è analizzare e capire cosa sta avvenendo.
    Cosa “sta” avvenendo, non cosa “stava” avvenendo.

    Tuttavia capisco la parte “passatista” del professore.
    Non mi riferisco al suo essere comunista, naturalmente (confesso la mia ignoranza: non so più qual’è la posizione politica di La Penna). Se lo è ancora, ha fatto una buona scelta, anzi ottima. Una scelta che è anche la mia. Ovviamente anche in questa scelta vale il principio di “essere al passo con i tempi”, cioè al passo di un comunismo che è più vivo che mai se sa interpretare il “nuovo dominio” che vige nel mondo della ricchezza oggi.
    Invece la parte “passatista” che capisco di La Penna è riferita proprio alle ultime elezioni.
    Sì, ha ragione quando dice che si augura una vittoria del partito democratico contro Berlusconi. Io aggiungerei che sarebbe molto meglio se fosse accompagnata da una vittoria (in termini percentuali, ovviamente) della Sinistra Arcobaleno, un cartello che mantiene in piedi il concetto di sinistra e di comunismo su cui bisognerebbe aprire un discorso che ora però lo spazio ci impedisce.
    Naturalmente i “salti di gioia” conviene non farli, soprattutto a una persona di età matura che ha avuto tutto il tempo di liberarsi delle “ingenuità” giovanili.

    Dato a cesare quel che è di cesare, cioè al partito democratico quel che è del partito democratico, vorrei scendere nel merito delle cose che mi convincono di meno nel breve scritto di La Penna, rispondendo in ordine ai quattro quesiti che lui ha posto:

    1) Agli egoismi regionali e locali ci siamo già da tempo, e non è stata solo la “destra” a portarci. Già la Costituzione è discutibile nel prospetto degli assetti delle autonomie locali, ma ovviamente non si può dare una grande colpa ai costituenti che non potevano sapere allora che l’Europa non sarebbe più stata una “entità” culturale ma politica in senso pieno. Tuttavia le “magagne” di scardinamento dello stato unitario italiano, che vanno ascritte come “primogenitura” certamente a una parte della destra (La Lega Nord innanzitutto), sono state messe in atto da una molteplicità di posizioni politiche, non esclusa la sinistra che ha dimostrato in questo una stupidità unica e una totale mancanza di preveggenza. Il discorso sarebbe lungo ma è bene dire la verità per intero. E naturalmente c’è un abisso tra quelle che impropriamente vengono messe nel mazzo delle “autonomie locali”, Regione e Comune: tanto la prima va liquidiata oggi con la massima determinazione e lotta possibile (stavo quasi per scrivere “con violenza”), quanto il secondo, riformato, va esaltato al massimo livello di potere dentro un gioco da “Nuovo Stato Europeo”.

    2) La distanza tra ricchi e poveri è cresciuta solo con la “destra”? Anche in questo le cose stanno diversamente. E non ci inoltriamo troppo nelle misure spicciole tra “destra” e “governi non di destra”. Basta un po’ sentire e vedere cosa accade in giro per capire che le differenze tra i due schieramenti sono state davvero minime. La verità, caro La Penna, è che non c’è stata una competizione politica “tra ricchi e poveri” in questi anni. C’è stata una competizione tra grandi interessi delle borghesie nazionali e mondiali e vasto ceto medio. Tutto qui. La “classe”, intesa come il mondo del lavoro subalterno, non è stata protagonista di nulla. Anche per sua colpa, sia chiaro. Cioè per una subalternità che i ceti popolari hanno, ahimé (ahinoi?), in tutto il mondo ricco.

    3) Sì, il partito delle libertà è davvero un partito del liberismo selvaggio, non è previsto nessun liberalismo autentico nella triade Berlusconi-Fini-Bossi. Ma chi fà l’opposizione a tutto questo? Davvero si pensa che il partito democratico porta fuori dal “liberismo selvaggio”? No, mi sa che fuori dal liberismo selvaggio ci porterà solo una nuova mobilitazione popolare, “un nuovo 68” si potrebbe dire nel quarantennale di quella ribellione. Pensare che possa (e voglia) farlo il partito democratico di Veltroni è una illusione che prima ci si toglie dalla testa meglio è.

    4) L’ignoranza, il conformismo e il servilismo sono mali antichi, dice La Penna.
    Sì, è vero, ma tutto ciò rischia di scadere nella retorica se si circoscrivono i “mali” a una destra mitica che non esiste nei termini in cui La Penna la descrive. Caro Professore la “destra” dell’ignoranza, del conformismo e del servilismo è vasta in Italia perchè passa attraverso tutti gli schieramenti politici. Se non fosse così, il fascismo non sarebbe mai nato. Se non fosse così il “berlusconismo” (un’altra vera e propria “autobiografia della nazione” per dirla con Gobetti) non sarebbe mai nato. Infatti il berlusconismo è stato così pervasivo e vincente che ha piegato un po’ tutti alla sua “cultura”. E, del resto, cosa fà Veltroni quando legittima in pieno il cavaliere come avversario democratico, se non una “resa” alla cutlura egemone nell’Italia di questi anni? Forse farebbe bene a tutti rivedere “Il caimano” di Nanni Moretti.

    Michele Fumagallo

    michele fumagallo

    4 aprile 2008 at 5:45 PM

  3. Premessa ( inutile, forse): Antonio La Penna è un mito per me, espressione adolescenziale ma che ben si adatta all’enorme ammirazione che ho per lui, per i suoi scritti, per la sua storia personale, per le sue poesie, per la sua maniera di fare ricerca e cultura.Non so giudicare così lucidamente come altri la sua analisi, ma penso che averlo dalla tua parte, Franco, in qualche modo e anche se no del tutto, sia un gran bene, comunque.
    in bocca al lupo
    elda

    eldarin

    5 aprile 2008 at 6:31 PM

  4. errata corrige
    “anche se non del tutto”
    elda

    eldarin

    5 aprile 2008 at 6:32 PM

  5. caro michele
    ma perché ieri non ti sei messo nella nostra carovana?
    eravano dietro a de sanctis, e tu ci stavi benissimo.
    armin

    franco arminio

    7 aprile 2008 at 7:58 am

  6. Caro Franco,

    a me dispiace non poterci essere, perchè mi piacciono molto le cose che fai. Però qui c’è una cosa che non va.

    Ecco, immaginiamo un altro scenario. C’è una carovana, magari chiamata comunità provvisoria (è una battuta), che “scimmiotta” e “prende in giro” (perchè questo bisogna fare oggi, in periodo di crisi acuta della democrazia) i riti di una campagna elettorale in gran parte “falsa” e antidemocratica (il “ceto” che decide tutto, eccetera). E magari lo fa con la tua arguzia e con la capacità di parlare dei paesi e di cogliere la loro crisi più profonda che tu hai.
    Ecco, questa sarebbe stata una bella campagna elettorale (ma, non temere, non voglio togliere nulla alla novità con cui vai in giro a fare la tua campagna elettorale, magari altri sapessero farla così), e sarebbe stata anche la mia campagna elettorale. Poi ognuno sarebbe andato a votare chi gli pare, magari tu il partito demnocratico e io la sinistra arcobaleno e altri nessuno.

    Tuttavia già sento la tua obiezione: ma io faccio questo! Eh, caro Franco, la mia risposta è sì e no. Sì perchè è vero che ti poni problemi e immetti uno stile nuovo nei tuoi incontri elettorali. No perchè l’involucro conta, non è indifferente “dove” si fanno le cose, e, scusami la polemica forte, una carovana democratica e il partito democratico sono in gran parte una “contraddizione in termini”. Il partito democratico (insieme agli altri ovviamente) è espressione della crisi, non la sua risoluzione. E’ una grande illusione pensare che la democrazia in Italia venga rigenerata da forme plebiscitarie. Sia chiaro, anche quella dei partiti e partitini “identitari” è una grande illusione, perchè non partono dalla società per immettere nuovi conflitti e far nascere quindi nuove culture e nuove istituzioni, ma partono da istituzioni malate pensando di rigenerarle, che sciocchezza!

    Sì De Sanctis mi piace anche se non sono nella sua stessa linea politica e, in parte, neanche nella sua linea letteraria. Ma non c’è bisogno di De Sanctis, Franco, a me basta e avanza la scrittura di Arminio per esserci, solo che bisogna fare un altro viaggio.

    Una piccola proposta, da amico: 1) raccogli i tuoi scritti e le tue impressioni sulla campagna elettorale. Ti assicuro, sarà l’unica cosa che rimane di queste elezioni.

    Con affetto
    Michele Fumagallo

    michele fumagallo

    7 aprile 2008 at 9:42 am

  7. tu sai cosa penso della gente che guida il pd, qui e altrove.
    il fatto che non hai seguito i nostri incontri ti ha impedito di vedere che abbiamo raccolto gente migliore. non è il paradiso, ma è un fatto.
    poi tutti i problemi che sollevi restano, ma non posso risolverli io da solo.

    comunitaprovvisoria

    8 aprile 2008 at 10:01 am


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