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(su, al nord)
Di ritorno a casa (su, al Nord) _ di Luca Gibello
Del tutto casualmente, pochi giorni prima di scendere a Sant’Andrea di Conza per l’incontro sull’archeologia industriale all’interno del programma «Colori d’autunno», ero andato a vedere il film Benvenuti al Sud, grande successo ai botteghini. Non posso certo dire che non mi sia piaciuto, tuttavia, sebbene esso smonti alcuni stereotipi dell’immaginario collettivo settentrionale circa il Meridione, nell’insieme il film non riesce ad affrancarsi da una visione edulcorata della realtà. Insomma, venivano sottolineati tutti i lati positivi (clima, cibo, ambiente, amicizia, ospitalità, generosità e creatività delle persone), senza accennare ai problemi latenti.
Nella due giorni in cui ho partecipato alle iniziative programmate dalla Comunità Provvisoria, ho avuto modo d’incontrare e conoscere varie Leggi il seguito di questo post »
Il sud, i giovani e le vittime silenziose
di Stefano Ventura / Il Rapporto Svimez 2010, presentato ieri, ci restituisce un quadro impietoso sul Sud di oggi. Quasi 2 milioni e mezzo di emigranti (2 milioni e 385 mila) negli ultimi 20 anni hanno abbandonato il Sud per il resto del Paese e per l’estero; il nuovo emigrante, quello col “trolley e il Pc” al posto della valigia di cartone, parte dal Sud, ha in media 31 anni, il 26% è laureato e il 50% svolge professioni alte.
Il PIL 2009 è calato del 4,5%, il reddito di una famiglia del Sud è pari al 58% del reddito medio di una famiglia del Nord. Il valore aggiunto dell’industria del Sud è calato nel 2009 del 15%, più che in paesi di nuovo ingresso nella UE a 27.
comunità provvisoria e SUD
di GIOVANNI VENTRE / Irpinando _____ Con grande piacere ho letto stamane sul mattino di Avellino l’intervento di Franco Arminio in cui parla in modo estremamente chiaro di quello che intende essere la comunità provvisoria in questo Sud troppo spesso vituperato e mortificato da gente “inutile” alla causa del Sud, anzi dannosa, che grazie ad una manciata di voti ed alle amicizie influenti amministra i nostri luoghi pur nella povertà di idee e di cultura degli stessi. Franco è splendido quando dice : “ Parlano del Sud quelli che lo hanno ferito e quelli che lo vorrebbero morto” infatti il dramma vero e che non ne parlano coloro che veramente lo amano, che vorrebbero avere le stesse opportunità che si danno al Nord. … “ e comunque noi siamo qui in questa terra sfrangiata, manomessa e comunque incantata” eccolo l’atto d’amore di chi ama svisceratamente la sua terra, la definisce “sfrangiata” Franco, credo che intenda dire dai contorni non ben delineati. E poi ancora “ Comunità provvisoria nasce da una intuizione “certe baracche non servono più a niente” e chiama i politici locali “ professionisti dell’intrallazzo”. Il termine baracche sta a significare Leggi il seguito di questo post »
COMUNITà GLORIOSA (+ aquilonia)
oggi a frigento nella voliera di un agriturismo immerso in una nebbia immensa a un certo punto è venuto fuori un sud pronto all’uso _ un sud pieno di voci, di umori, di passioni.
perfino l’arminio perenemmente scontento ha avuto qualche attimo di compiaciuto piacere. ringrazio di cuore tutti i presenti, uno per uno, e ringrazio anche chi avrebbe voluto esserci e non ha potuto per impegni di lavoro.
adesso il prossimo incontro è per il tre gennaio ad aquilonia. Leggi il seguito di questo post »
Emilia Dente, Poetessa dell’amara speranza e dell’acuta dolcezza
NELLA TERRA DI MEZZO
di Paolo Saggese
Sono sempre di più convinto che la poesia abbia bisogno di incontrare le persone, che le persone abbiano bisogno di poesia più di quanto esse stesse se ne rendano conto. Non so se la poesia possa divenire da cenerentola un’arte “popolare” e per tutti, e tuttavia credo che occorra uno sforzo, dei poeti, dei critici, degli Enti pubblici, delle Scuole, delle Università, delle Accademie, necessario per far uscire fuori e offrire a tutti la bellezza della poesia. È uno sforzo comune, utile per rendere il mondo migliore. Dico questo, perché la poetessa di quest’oggi, la giovane Emilia Dente, offre una poesia spontanea, elegante, profonda, difficile e facile al contempo, a chiunque voglia semplicemente ascoltare, lontano dalla confusione momentanea ma continua del nostro mondo di fuori. Nata a Baden, in Svizzera, da genitori irpini, vive a Montefusco, si occupa di cultura, scrive saggi e raccolte poetiche, ma molta parte della sua produzione è ancora inedita.
Con aniline nere
i lunedì dell’antropologia narrativa – di Alfonso Nannariello
Uno nella curva sembrava rifrangere la parte più sospetta di ciò che è fuori dell’ordine della natura. Su un bicipite teneva tatuata l’immagine della Madonna di Pompei. La si vedeva quando, stando in canottiera, si rinfrescava l’anima riarsa dal bruciore dei campi dove, tra luglio ed agosto, lavorava.
Forse il suo verso contrario mi era stato spiegato da voci addensate su di lui, o forse dal suo aspetto, oppure dal fatto che stava in uno scantinato, come costretto ad una punizione, interrato tra ghiaia e carbone. Purificando col setaccio queste rene d’incertezze resta separato un materiale: quell’uomo aggrinzito, con quel braccio a me sembrava reggere tutta la scurìa[1]. Perciò, per tutta la durata della sua vita, immancabilmente, alla sua vista mi sentivo dentro un freddo, come quando il tempo cambia.
Pasquale Stiso, il poeta della cività contadina
nella TERRA DI MEZZO
di Paolo Saggese
Quarant’anni fa, moriva Pasquale Stiso (Andretta 1923 – Avellino 1968), intellettuale impegnato, pubblicista brillante, sindaco del suo paese (1952-1956), consigliere provinciale del Pci (con le elezioni del 1956 e del 1961), e soprattutto poeta “meridionalista” tra i più ispirati della nostra terra. Non a caso, la sua figura è stata assimilata a quella del poeta-sindaco Rocco Scotellaro.
Di questo poeta, che consacrò la sua vita ai contadini d’Irpinia, alle donne d’Irpinia, molte opere (poesie e commedie) sono ancora inedite, e si auspica quanto prima un’edizione, che possa colmare una lacuna che a noi sembra insopportabile. Intanto, ascoltiamo alcune sue poesie, che in questa festa del Primo Maggio risultano particolarmente indicate, perché Stiso fu poeta vero, dei contadini e degli operai del Sud. Alle donne di Andretta ha dedicato, ad esempio, questa poesia: “Le donne del mio paese / voi non le conoscete / a trent’anni sono già vecchie / e il loro volto è duro / come la terra che lavorano. / Non c’è sorriso / sulla bocca amara / delle donne del mio paese. / Leggi il seguito di questo post »
FRIGENTO
si viene qui per visitare il cielo
o per guardare altri paesi da lontano.
si viene qui senza aspettarsi
una bellezza concitata, qualcosa che ci buchi
le costole o dia fuoco ai cuscini su cui dormiamo.
frigento è un umano insediamento
Una vita in versi. Pasquale Martiniello e i suoi ottant’anni
Nella Terra di Mezzo – di Paolo Saggese
Un poeta vero non ha età, perché la sua arte si rinnova e parla sempre al cuore e alla mente degli uomini Eppure, anche un poeta compie gli anni, e Pasquale Martiniello, poeta irpino di Mirabella Eclano, dall’alto dei suoi ottant’anni appena compiuti, ancora coltiva il suo amore per la poesia. Egli ha fatto proprio, del resto, il monito di Rocco Scotellaro, il poeta della libertà contadina, come lo definì Carlo Levi, nel momento in cui indirizzava ai poeti questi versi: “ … Cantate nell’orecchio dei ciechi / all’orecchio dei sordi …”.
E così Pasquale Martiniello ha scritto per il Sud, per i giovani, per la sua terra. Ha scritto un poema lungo più di venti canti, quante sono le sue raccolte, quanti sono i libri d’Omero, e ancora canta, aedo indomito, con la sua voce tuonante e flebile al contempo, autorevole e rotta.
Pasquale Martiniello ha dedicato la sua vita alla poesia, lui uomo di scuola, docente e preside, austero ed umano, sindaco del suo paese, intellettuale che ha ascoltato le sirene della politica tesa all’emancipazione dell’Irpinia, e che poi ha scelto di mettersi da parte, quando la politica gli chiedeva ciò che un poeta non può fare.
I DIFFUSORI DELLA MERDA
Immaginate che una mattina qualcuno bussi alla vostra porta. Aprite e vi trovate avanti una moltitudine di umani con i pantaloni abbassati: “siamo venuti a cacare nel tuo cesso perché il nostro è occupato”.
Questo è quello che è accaduto nei mesi scorsi a Savignano e a Sant’Arcangelo Trimonte. In questi due paesi è stato brutalmente sventrato un paesaggio delicato e fecondo per far posto alla merda di tutta la Campania. Leggi il seguito di questo post »
Cara Delfina (5° lettera integrale) / maurizio pallante
Cara Delfina,
del periodo in cui ho fatto il militare a Cuneo ho un ricordo bellissimo. Cosa vuoi, eravamo giovani e, come si dice, avevamo tutto il mondo davanti. Una cosa però mi dava molto fastidio. Essere chiamato napuli dagli indigeni. Mi dava doppiamente fastidio. Primo per il tono di superiorità e di disprezzo con cui utilizzavano quell’appellativo. Secondo, e soprattutto, perché lo rivolgevano indistintamente a tutti i meridionali, accomunando nella stessa categoria, sotto il nome storpiato della mia città, anche chi veniva da Foggia. Ma come si fa a chiamare napuli uno che viene da Foggia? Li avrei accisi.
Carne tecnologica
Gli amici, tanti, che sono venuti ad ascoltare il comizio di Cairano, hanno potuto vedere cos’è oggi un piccolo paese del sud. Hanno visto la paura di un sindaco di farsi vedere vicino a un candidato di quello che era il suo partito fino a qualche settimana fa; hanno visto la paura di farsi vedere delle persone a un comizio di un partito che non è quello di chi comanda nel paese.
Per me è stato un esperimento interessante, da ripetere. Il comizio-conversazione è un modo di far parlare il paese mentre si parla al paese. Non sei tu a raccontare il mondo, ma è il mondo che poco alla volta e inevitabilmente si racconta.
MURO del SUD
il nostro muro non è ancora caduto. / è il muro della diffidenza con cui i nostri paesi guardano ai loro figli migliori. / la comunità provvisoria è nata per abbattare questo muro, per dare valore a chi sta qui senza aspettare che il riconoscimento arrivi da lontano. / questa è la nostra politica.
armin
a SUD di DIO (provvisoriamente)
a SUD di DIO (provvisoriamente) , intervista di Angela Congiunti al ‘comunitario’ Alfonso Nannariello . calitri 4 gennaio 2008
che cos’è la poesia?
la poesia è arte. come tutta l’arte è qualcosa di indefinito. non perché non si sia Leggi il seguito di questo post »
LA NUOVA EMIGRAZIONE
Negli anni Cinquanta, quando ondate massicce partirono dalle nostre terre alla volta dell’Italia del Nord e verso l’estero, a Castelnuovo di Conza, piccolo paese in provincia di Salerno ma al confine con la provincia di Avellino, erano presenti tanti abitanti quanti erano i castelnuovesi emigrati. Oggi, per ogni castelnuovese che ancora risiede a Castelnuovo ce ne sono 80, tra emigranti e propri diretti discendenti, che abitano altrove. Leggi il seguito di questo post »
per una regione del Sud Interno, dal Pollino alla Maiella: ma che vor di?
Carissimi comunitari e non,
al di là della monnezza che ci ha ammorbato fiato, umore, predisposizione alla libera intrapresa economica e sociale penso che sia arrivato il momento di alimentare la discussione che spero ci voglia portare avanti fino all’infinito sull’idea della regione delle Montagne. Io da anti-istituzionalista convinto non penso alla regione come ad un’entità politico amministrativa, ma ad un’entità economica e culturale.