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un’anima velenosa /emanuela sica

Prologo

Il sole di questi giorni mi ispira…invitandomi a ripercorrere i luoghi dell’infanzia.
Una passeggiata in auto, lungo la strada che da Guardia porta ad Andretta ed il ricordo del percorso mi apre uno scenario indefinito. Da bambina mio padre mi portava sempre, ogni anno, alla festa della Matinella e lungo la strada mi raccontava storie fantastiche, incantate, fatte di personaggi che si animavano nelle ore notturne.
Sono passati quasi trent’anni da quelle passeggiate ed il sole non è più lo stesso, sembra avere un velo che lo nasconde, la giornata non è delle migliori. Il vento carezza appena le foglie degli alberi sparsi a macchia nei campi. Intorno un silenzio impressionante, rotto solo dal richiamo delle cicale. Guardo il paesaggio e terra, aria e sole…questo è quello che abbiamo e questo è quello che non avremo più. Il caso della discarica di Andretta è emblematico. La si può paragonare ad un racconto di Allan Poe, per i tratti oscuri che presenta.

Proviamo ad immaginare una storia che la rappresenti.

Un’anima velenosa

In un tempo indefinito, avvolto nelle ombre della mezzanotte, mentre i piccoli di casa dormivano, nei loro letti scavati nel legno di faggio, d’un tratto, si udì un colpo pesante. La porta d’ingresso vibrò tremendamente. Il padrone di casa, trasecolando dal torpore del sonno, seduto innanzi ad un ceppo quasi spento, si alzò di scatto. Si strofinò velocemente gli occhi e si chiese se aveva ben udito:“Chi mai poteva essere a quell’ora?”. Di certo si era lasciato prendere dagli effluvi del vino….e rimuginò qualcosa aggiustandosi la vecchia coperta poggiata sulle gambe.
Il fuoco proiettava una piccolissima ombra sul pavimento ed il silenzio di quella casa, rotto dal colpo alla porta, pareva ansimare un vociare di fantasmi, improvvisamente liberati dal rumore. Il colpo si avvertì nuovamente. L’ansia scaturita da quella presenza, improvvisa ed inaspettata, gli fece immaginare un viandante sperduto. La neve copiosa, caduta lungo la strada, l’aveva forse tratto in inganno ed era sicuramente incappato nel tranello del fosso, lungo il sentiero del campo di grano.
Subitamente lo stesso si diresse sull’uscio e fatto girare tre volte la chiave di ferro, aprì tremolante un piccolo spiraglio nel buio della notte. “Signore – disse una voce greve – fatemi entrare ho qualcosa di importante da recapitarvi…”
A questo punto, con una spinta proveniente dal di fuori, la porta si aprì per intero. Accompagnato dalle tenebre della notte e dal flebile chiarore della luna, una figura distinta nei tratti si faceva strada. Dall’uscio si portava innanzi al camino.
Scrutando quella figura misteriosa ed inaspettata, adocchiandola a malapena con il suo monocolo lesionato, il padrone di casa non riusciva ad intendere il perché avesse consentito ad un estraneo di entrare in quel modo in casa sua. Così, rimase a lungo, impaurito e diffidente, tale che non ebbe neppure l’ardire di chiedere: “Chi siete…”
Quell’ombra oscura, portatasi innanzi alla tenue luce del fuoco del camino, sembrò agitare uno spettro nella mano ….a ma a ben guardare era solo un’enorme scatola con un nastro su in cima.
Il silenzio rimase intatto fino a che quell’uomo proferì una parola: “Ho portato questo per i piccoli di casa…so che amano ricevere regali a natale…e… so che lei non riesce più a comprare dei giochi ai suoi figli, non è vero?”.
Con quell’interrogativo scontato, prese il verso della camera dei piccoli ed aprendo lentamente la porta, vi entrò lentamente, attento a non far rumore. Accanto alla piccolissima finestra, vicino all’orsetto di paglia con un occhio solo, adagiò la scatola rossa. I bambini continuarono a dormire.
“Penso che al risveglio saranno contenti di trovare dei doni…”. “Certamente – rispose il padrone di casa esitando appena – le sono grato….ma continuo a non capire…lei chi è e come mai ha bussato alla mia porta…a quest’ora di notte?”
A quel punto il sorriso, che albergava sul volto asciutto del viandante, divenne un ghigno sprezzante. “Ho deciso che sarete voi i custodi della scatola…..non debbo spiegare certo a voi né il perché né il percome….”. “Ma…signore…cosa c’è nella scatola..”sopraggiunse con un pezzetto di voce rotta dal timore.
“Non pensate che il mistero sia più affascinante del sapere?Quando il vento porterà via la luna tutto vi sarà chiaro…”
“Ecco per voi…dei soldi……sono duecento! Non sono pochi…è questo il valore di mercato…e questo vi devo” quindi, spalancata l’imposta della finestra dell’ingresso, con un balzo si lanciò nella radura imbiancata, scomparendo in un solo istante. Si dileguò come era arrivato. Non esitando un attimo a confondersi con le ombre lunari dei campi assonnati. Nessuna orma lasciò dietro di se…quasi un uccello che svolazza senza poggiare le zampe a terra.
Il padrone di casa, come avvolto in una impotenza e paurosa febbre, richiuse immediatamente la finestra e corse a sbarrare l’uscio di casa.
“Ho sognato….”disse tra se e se – “sicuramente un sogno”.
Nella tristezza della sua solitudine pensò a sua moglie: “quanto mi manchi Maria…da quando te ne sei andata non riesco più a dormire…ora vedo i fantasmi anche in casa….e per giunta mi regalano dei soldi…”
Lo stesso non si meravigliò affatto che la porta della stanza dei piccoli fosse aperta…nonostante la richiudesse egli stesso con cura, ogni notte, per non far uscire il caldo della piccola stufa a legna. Stanco si portò sulla poltrona e si mise a dormire, mugugnando a bassa voce qualche frase sconnessa.
Tuttavia, la scatola era stata davvero lasciata nella stanza, accanto all’orsacchiotto senz’occhio. Sembrava un dono di natale, aveva una carta colorata ed un fiocco giallo oro.
Ma non era quello che sembrava. Essa aveva un’anima velenosa e quando il padrone di casa chiuse gli occhi, eccola trasbordare come un vaso pieno d’acqua.
Piombo, mercurio, cadmio, uranio ed ogni altra velenosa essenza si riversò sul pavimento della cameretta. Da quei liquami e gas si sprigionarono due scheletri paurosi.
Due come i bambini che dormivano nella stanza. Stiracchiandosi, si adagiarono sui rispettivi lettini e spostando appena le coperte di lana colorate, li strinsero come in un abbraccio per non sentire freddo. Iniziò così il sonno dei rifiuti, un sonno beato, senza rumori e senza strepiti o urla di contestazione. Stavano al calduccio accanto ai corpicini dei due piccoli di casa.
Finalmente avevano trovato il luogo in cui vivere…e si chiedevano come mai avessero viaggiato tanto. “Forse questi sono gli unici bambini del pianeta…”pensò uno dei due…stringendosi al bimbo più piccolo. “Ma che dici…”non esitò a rispondere l’altro, “questi non sono gli unici bambini del pianeta…..sono solo i più poveri…per questo il padrone li ha scelti.”
La notte non lasciò mai il posto al giorno e gli istanti non passarono mai. Il ceppo nel camino si è spento ed al suo posto la cenere si è raffreddata. La neve intorno ricopre tutto. I bambini dormono ancora, accanto ai loro compagni silenziosi.
Nessuno vede quello che è successo perché, come è noto la neve ricopre tutto…”Sotto la neve pane…”diceva mamma Maria. Ora la possono sentire distintamente. E’ sua la voce che rintona gli stornelli dei campi..”svegliatevi bambini…la mamma è di nuovo con voi…”.
In quest’unica parola la pena lasciò il posto al racconto. Nelle viscere della notte la morte aveva banchettato in quella casetta non si era saziata…lasciando immediatamente la tavola che aveva appena divorato.
Niente di nuovo e nessun rimorso ebbe a riguardo. I piccoli ed il loro sonnecchiante padre erano morti così come erano vissuti, poveramente ed in solitudine, l’unico regalo di natale che avevano ricevuto aveva scritto i loro nomi sulle lapidi nel cimitero di campagna.
Allora l’aria si fece più densa ed un puzzo maleodorante invase la radura.
“Mai più….”insistè una voce greve e gracchiante. “Mai più…” continuò a ripetere il sindaco del villaggio. “Mai più…” rintonò il parroco nell’omelia. “Mai più…”i compaesani adirati e sconvolti.
Il mai più,però, non divenne realtà. La notte stava per scendere nuovamente e quel colpo alla porta si udì nuovamente, nella radura desolata del sud, tra i campi coltivati a grano.
L’estate era nel pieno del suo splendore ma nelle tenebre della notte quella scatola aveva ancora un’anima velenosa e cercava nuovi letti da occupare.

Emanuela Sica

Written by A_ve

26 agosto 2008 a 5:52 PM

2 Risposte

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  1. antonio romano

    26 agosto 2008 at 6:34 PM

  2. Sanzioneremo chi non pratica la differenziata, “riattivando ” il dimenticato vigile accertatore ( operatore voluto dal sindaco Iervolino anni fa) . questi i propositi dell’Amministrazione ma, nei fatti, come dimostra questo nostro video su you tube, ( http://it.youtube.com/watch?v=Om0UVwBR0Cw ) clicca buona parte della città, sull’argomento, è allo sbando. Quello che succede ogni giorno, dalle 7 alle 20, in piazza Enrico De Nicola, itinerario turistico e architettonico, costringe a riflettere quasi con angoscia:

    A) E’ mai possibile che nessun vigile urbano ci ha mai fatto caso? Neanche quelli dell’8° che stanno a 90 metri?

    B) Umiliare l’antica fontana di Santa Caterina a Forniello, ridotta a sversatoio ( visto che anche dentro è piena di immondizia) , non interessa nessuno?

    Semplice “disattenzione amministrativa”? …..o altro??

    Antonio Alfano, presidente associazione culturale NO COMMENT

    ufficio stampa, associazione No Comment.
    http://www.informazionesolidale.org
    info 3356681457


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