La montagna
Quando i paesi, le città e le persone vi danno malessere, venite pure in montagna.
Sull’altopiano c’è ora uno scenario bellissimo. Le montagne autunnali, la sacralità del bosco, il delicato profumo delle foglie, della terra umida e il colore dei ciclamini infondono una sorta di benessere ed allontanano dalla pesantezza sociale quotidiana. Stasera sono tornata a casa con alcuni funghi e l’acqua della sorgente. Natura generosa. Che gran lusso!
Un saluto da Laceno a tutti i comunitari incontrati ieri sera “intorno alla musica e all’arte” a Lapio.
(E’ stata una serata organizzata con energia e passione).
gabri
Cara Gabriella,
sì, il Laceno. Sapessi come è stato folgorante per me, in tempi ormai lontanissimi di brevi gite adolescenziali, la piana del Laceno.
Pensavo, mentre leggevo queste tue brevi note sulla montagna, che ogni luogo o paese è legato a una “scoperta”, a uno “shock” emotivo dell’adolescenza. Non credo soltanto per me.
Troppo lungo elencarle queste emozioni che si perdono lontano nel tempo.
Mi ricordo una vecchia gara tra amici (avevamo intorno ai 14 anni, se non ricordo male). Una corsa dall’alto del Montagnone di Nusco giù fino al paese, a un punto stabilito poco dopo il cimitero.
Rimpiango tuttavia di non aver goduto a pieno la bellezza della montagna allora. Non potevo farlo, preso com’ero da una furia contro il mondo, contro il proprio ambiente, con un’ansia continua di fuggire.
Ora è più facile riconciliarsi con le proprie montagne, goderne dei frutti, del sapore pungente e aspro della natura.
Così come è più facile, il giorno dopo, ringraziare di nuovo la “band” Iannino di Lapio, squisiti inventori di un tentativo nuovo di approccio ai nostri paesi, un briciolo di civiltà e calore dentro un mondo sempre più freddo.
Con affetto
Michele Fumagallo
michele fumagallo
13 ottobre 2008 at 11:46 PM
Un sorso di ‘felicità’! E’su questo che dobbiamofissare l’attenzione, perchè noi irpini di pianura, abbiamo educato e sintonizzato le nostre sensibilità ai rumori, al traffico, alle tecnologie,al tempo esterno.Abbiamo perso il senso della potenza,della forza, del rischio che accompagna ogni prospettiva o vissuto fatto di silenzi, odori antichi e naturali, di tempi interni e vitali…..della felicità insomma come la pensavano e la vivevano i nostri antenati.Quel sentimento che tu ci racconti nella tua esperienza della montagna autunnale.Noi costretti a vivere le città e la sua vita ‘postmoderna’ di felicità ce ne rimasta poco o una sola non più politica,comunitaria ma privatizzata ,cerebralizzata: una felicità ridotta a ‘chance’.Che tristezza!
http://www.mauroorlando.it
mercuzio
14 ottobre 2008 at 9:13 am
cara gabriella
siete stati veramente generosi nei miei confronti.
spero di ricambiare in qualche modo.
armin
comunitaprovvisoria
14 ottobre 2008 at 2:11 PM
Cara Gabriella,
quanta dolcezza nelle tue parole.
Ha ragione Michele. Mia ha fatto ripensare ad una gita all’altipiano con un mio indimenticato amico (che ci ha lasciato, era appena all’inizio di una brillantissima carriera da ingegnere), potevamo avere 13-14 anni un piovoso 29 Settembre di quarant’anni fa.
M atu sai che per noi Laceno è la famiglia AULISA. E’ quei fine settimana che diventavano settimana (vostri ospiti). E’ le serate (che diventavano nottate) ad ascoltare Don Tommaso -come lo chiamavo io- l’Uomo dell’impegno per la sua terra, l’Uomo dei valori e degl’ideali.
Ho sempre piacere ad associare il suo anno di nascita a quello di papà (1921). Come lui “laico”, antifascista e socialista.
Un bacio. Vittorio
vittorio
15 ottobre 2008 at 10:41 PM