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MALEDETTI ARCHITETTI

architetti

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Nel suo “ Contro l’architettura” del giugno dell’anno scorso il sociologo e architetto torinese Franco La Cecla accusa le archistar dell’architettura contemporanea di “involgarire e imbruttire” con le loro opere le città di mezzo mondo. Infatti, basta confrontare quel guazzabuglio di volumi al titanio del Guggenheim museum di Bilbao con le articolazioni armoniose del palazzo dei Papi di Avignone oppure quel groviglio metallico dello stadio “nido d’uccelli” di Pechino con il rigore compositivo del Colosseo di Roma oppure quella raffineria del Centre Pompidou di Parigi con la sublime bellezza del palazzo ducale di Venezia oppure il velario hi-tech di Rho Pero con la copertura stellare della Sala dei Baroni di Castelnuovo di Napoli per concordare con la denuncia di LaCecla. Il quale ha però omesso di aggiungere che queste archistar costituiscono un clan. Quello degli “intoccabili”. Nel quartiere Chelsea di Londra c’è un’area denominata “Chelsea Barracks”, a ridosso del Tamigi, occupata da alcuni capannoni dismessi, nella quale la famiglia reale del Qatar vorrebbe costruire un lussuoso ed esclusivo insediamento abitativo. E ha commissionato il progetto a uno dei più famosi architetti contemporanei, sir Richard Rogers, quello che, com’è noto, ha disegnato il Pompidou parigino assieme a Renzo Piano. La sagoma pentagonale dell’area gli ha suggerito di piazzarvi cinque edifici prismatici, alti quattro piani, paralleli ai due lati corti del pentagono e ortogonali al lato lungo, due costituiti da 2 scale, due da 3 scale e il quinto da 4 scale.

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Una sistemazione rigorosamente razionalista secondo i dettami del Bauhaus. E perciò simile al Dammerstock di Walter Gropius, al Bad Durremberg di Alexander Klein, all’Ellerhofsiedlung di Mart Stam, alla Milano Verde di Giuseppe Pagano, al quartiere “Fabio Filzi” di Franco Albini, alla città satellite di Rebbio di Giuseppe Terragni , alla Frei Scholle di Bruno Taut,alle case popolari di viale Augusto di Luigi Cosenza a Napoli…A conferma che l’architettura contemporanea si dibatte in una congerie di tendenze tra neorazionalismo, appunto, e decostruttivismo, postmodern, neogotico, hi-.tech, neoclassico, cheapscape, espressionismo, plasticismo e chi più ne ha più ne metta. Una sistemazione che non piace al principe Carlo che, com’è noto, ama occuparsi di architettura e di urbanistica, e che ha suggerito agli arabi di rivolgersi a un altro architetto londinese, il suo amico Quinlan Terry. La cui fantasia ha partorito una soluzione a cortili chiusi, ispirata, dice lui, nientemeno che a Palladio. Apriti cielo. Undici archistar, di cui sei insigniti del “Premio Pritzker”, che un deficiente ha battezzato il “Nobel dell’Architettura”, hanno pubblicato sui maggiori quotidiani londinesi una lettera di protesta .

museo

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“ Il progetto di Rogers è uno straordinario intervento in un’area significativa e se al principe Carlo non piace deve argomentarlo in un pubblico dibattito”. Hanno scritto indignati Renzo Piano, Norman Foster, Zaha Hadid, Jacques Herzog, Pierre de Meuron, Jean Nouvel, Frank O. Gehry, Nicolas Serota, Richard Burdett, David Adjlave e Deyan Sudjic. Capisco difendere un’appartenente al clan. Ma arrivare ad esaltare una sistemazione protorazionalista in pieno Terzo Millennio…Per derimere la questione sarebbe il caso che la città di Londra affidasse la sistemazione del “Celsea Barrack” un concorso internazionale aperto a tutti gli architetti.

GERARDO MAZZIOTTI

2 Risposte

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  1. uhm!
    …Professore,
    con tutta l’antipatia verso ogni clan, secondo lei resta valido il di Zevi in Architettura concetti di una Controstoria? (“Malattia cronica dal IV secolo d.c. in poi. Si manifesta nell’ostinata volontà di preservare il latino come strumento di comunicazione della classe dominante. Ciò conduce ad uno stato di avvilente subalternità dei poveri, esclusi persino dalla comprensione di quanto impongono le leggi. Con l’unica eccezione del medioevo, tra monumenti e prosa edilizia vige una netta separazione, talora assorbita in superficie, nelle decorazioni e non negli organismi.
    Questo conflitto è già palese nell’antica Roma dove le mode ellenistiche, con i loro preziosismi eruditi e le pomposità classicheggianti, contendono il passo alla nuova poetica fondata sul modo del narrare continuo.”
    O anche il concetto (…”Assai più dei loro colleghi stranieri, gli architetti italiani servono quasi esclusivamente il potere, la chiesa, il principe, l’oligarchia, lo stato, la classe egemone, la quale chiusa in se stessa, si occupa del benessere popolare solo per quanto basta a difendersi dalle rivolte. La borghesia e il ceto medio non si diffondono come in Gran Bretagna, in Francia, in Germania. Sicchè l’architettura non è mai chiamata a soddisfare le richieste, per dirla con Alvar Aalto, del piccolo uomo.”

    Disorientato la saluto con deferenza.

    vittorio

    30 aprile 2009 at 11:37 am

  2. La scrittura esatta era la seguente:
    “…secondo lei resta valido il pensiero di ZEVI in Architettura concetti di una Controstoria? (“Malattia cronica dal IV secolo d.c. …ect.)

    vittorio

    1 Maggio 2009 at 9:15 am


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