COMUNITA' PROVVISORIA

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senza via d’uscita

dscf7113.jpg testo e foto di Domenico Cambria

Ore 9,30, un sole bellissimo, da primavera inoltrata, accoglie non i manifestanti ma Ariano tutta; di tutta la nostra gente, assieme ai Sindaci dei comuni limitrofi per dire no ai soprusi, no all’invasione della nostra terra, no alla distruzione di uno dei territori più belli che vi siano in provincia, no verso una forma di potere, divenuto dittatoriale, perché imposto con la forza, della Polizia, che ha già fatto sentire il potere altrove, per le stesse ragioni, sulla stessa Difesa Grande i primi tempi, ed a Savignano I., contro i Sindaci locali, malmenati e calpestati, con il tricolore nel fango, l’Italia nel fango, in una indimenticabile giornata cilena. Scuole, pubblici esercizi, privati cittadini, professionisti, associazioni varie, contadini, artigiani, bambini, la Chiesa, camion, macchine, trattori, mietitrebbia, buldoser, tutti sono convenuti ad i Martiri, diretti al bivio di Villanova del B., dove è stato organizzato il presidio stabile, per dire che Ariano dice no definitivamente a quella che in questi ultimi anni è diventata la politica della follia. Perché al di là di una dimostrazione organizzata a difesa della propria terra contro lo strapotere della Regione Campania o delle Regioni in genere, in una nazione dove oramai lo Stato non esiste più, Ariano ha voluto dire altro, ha voluto dire no ad un politica da follia nascosta dietro grandi interessi che hanno permesso a privati e non, confusi tra pubblico e privato, di espandere i loro tentacoli anche sull’ambiente, da sempre, dai popoli più antichi, ritenuto sacro, perché ambiente siamo anche noi, anche noi parte integrante del contesto nel quale viviamo. Certo, perché ormai si sta inquinato tutto, spesso in maniera irreversibile.

Le falde di Difesa Grande faranno sentire il loro pericolo solo tra 50-100 anni, quando tutto il percolato raggiungerà le falde acquifere del Cervaro ed avvelenerà il suo corso sino a Manfredonia (questo vale anche per altri siti): questa è follia; e l’aria sarà irrespirabile per tutti, anche per gli EKOS, perché avvelenata dalle discariche a cielo aperto che esistono solo in Campania. Al solo scopo di permettere a chi scarica di continuare a farlo: questa è follia; avvelenando i terreni del casertano, una volta i fertili prati della vecchia “Terra di Lavoro” dove gli armenti irpini si recavano per svernare: questa è follia; dove sono stati avvelenati interi terreni a produzione ortofrutticola intensiva: pomodori, melanzane, peperoni, ecc, che poi vanno sulle tavole di tutti, degli stessi EKOS: questa è follia; la pioggia inquinata perché “acida”, avvelenata dai gas nocivi che esistono nell’aria, le sorgenti in parte già inquinate: questa è follia; come è follia mangiare il grano importato dalla Russia, quindi la pasta i dolci, i biscotti, ecc., senza alcun controllo sui cereali provenienti dall’estero o gli oli trattati con OGM; il fine, l’arricchimento, l’illecito divenuto oramai norma: questa è follia; come è follia avere smaltito in mare tonnellate di rifiuti tossici, autentici veleni, anche arsenico, contenuto in 45 navi fatte affondare nel Mediterraneo, che quando disperderanno il loro carico nell’acqua il mare sarà distrutto, noi saremo distrutti perchè respireremo le sue esalazioni, e nessuno potrà avvicinarsi più ad una spiaggia pena la morte: questa è follia; la follia di chi ci sta amministrando, destra e sinistra che sia, dietro una corsa all’oro, vale a dire agli euro versati nelle case del Fondo Europeo da tutti, anche dalla povera gente che in questi ultimi dieci anni si è vista aumentare la benzina del 100%, il telefono del 1000% (mille), il gas del 300%, il pane del 100%, la fritta del 300% ecc.ecc. ecc. con un’IVA su tutto pari al 20% come se questi fossero beni di lusso, il pane, le patate, i fagioli, beni di lusso: questa è follia. La carta bollata 15 euro, pari ad un giorno di lavoro di una commessa!

E se anche lo Stato ti truffa, tu cittadino come puoi rispondere ad una provocazione simile, se non dicendo che: questa è follia. Follia da permettere ad un’Europa realizzata appositamente dalla “casta” per fare in modo che tutti versino il loro obolo mensile, nascosto all’interno degli aumenti e dell’IVA, per fare in modo  che gli utili vengano restituiti allo stesso “potere” attraverso mille rivoli di ritorno, mille contributi inutili, senza alcuna logica, criterio, dispensati al solo scopo di dare, come il tunnel di Avellino, un bene che è di tutti, ai soliti “amici”.  Queste le grandi opere, tutte pagate a livello europeo, come la TAV, dove in tutta Europa il costo è stato di 15 milioni di euro a Km., da noi invece è stato di 30! Sessanta miliardi in più delle vecchie lire a chilometro. Finito nelle tasche di chi? Questa l’odierna società, dove i poveri lavoro per permettere ai ricchi di potere vivere bene alle loro spalle: questa l’Italia, questa l’Europa voluta dalla casta, perché non c’è niente che leghi la Francia alla Turchia o la Lettonia a Cipro se non l’arroganza di un potere divenuto oramai globale, a danno di tutti. Povera, vecchia DC, quanto ci manchi! E le bandiere rosse di una volta, a contrastarti, a pungolarti. Dove gli uomini di una volta? Gli ideali che identificano una Nazione? Quali i mostri? Ultimi in tutto? Vergogna dell’Europa e del mondo? Questa è la follia, quella umana, quella di oggi, tutti avvinti dal facile oro europeo. Perché se non è follia questa, cosa è per davvero la follia?  Adesso, contro Ariano, non può che marciare la Polizia agli ordini di De Gennaro, come accaduto a Genova. Ma ad Ariano il discorso è diverso, molto diverso: marcerà la Polizia contro cittadini che difendono la loro terra e la loro città dalle EKO-MAFIE? I fatti cileni di Savignano sono stati volutamente seppelliti. Firmerà il Ministro dell’Interno un ordine di marciare contro i Sindaci ed il loro tricolore? Il Prefetto? Pensiamo proprio di no. Firmerà allora Bassolino. Certo, solo Bassolino potrà firmare un ordine dal genere. E la Polizia obbedirà? Non lo sappiamo. Oramai siamo incerti su tutto. Allora i Sindaci potrebbero chiamare in loro difesa i Vigili Urbani, come fatto presente da un amministratore di Monteleone l’altro ieri in consiglio comunale! Questa l’Italia di oggi, senza alcun principio, valore, senza via d’uscita. Questa è follia, perché se non è follia questa, ditemi voi, cari lettori, cosa è per davvero la follia. Allora tutti in piazza, in piazza ad Ariano come altrove per dire no alla follia, a questa follia che ha ormai pervaso tutti. I politici e la politica oramai lontana anni luce dagli interessi dei cittadini e del loro territorio. Ed i cittadini non possono difendersi se non come possono e pensano di farlo come meglio credono. Grillo, l‘esempio per tutti.

Lo aspettiamo il 23 febbraio a Napoli per proclamarlo re d’Italia o del nuovo regno delle due Sicilie.

Domenico Cambria

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Written by comunitaprovvisoria

30 gennaio 2008 a 9:12 am

Pubblicato su AUTORI

17 Risposte

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  1. regionalizzare i rifiuti
    provincializzare i rifiuti
    consorziare per ambiti territoriali -autonomi- i rifiuti
    subito
    Penso ad un ambito da istituire subito come -auto Difesa- in cui si consorzino, con delibere comunali e regolamento -ma subito, i Comuni di Ariano, Savignano, Flumeri, Grottaminarda, ecc., insomma l’Ufita e la Baronia; un bacino interno alla Provincia di circa 60-70.000 abitanti.
    Allora potrebbe anche andare bene Difesa Grande o Savignano, ma gestita da questo consorzio autonomo di Comuni, capofila Ariano, in cui si mettono solo i rifiuti provenienti dall’ambito che si va a formare.
    il NO non è più quindi un NO al problema ma un NO allo sversatoio indiscriminato che proviene da Napoli.
    La logica è che i rifiuti non debbono fare centinaia di chilometri; non debbono più tenere in piedi gli ‘interessi’ legati all’autotrasporto, agli attuali consorzi, e al conseguente inquinamento e dispendio economico.
    Avellino città si potrebbe consorziare con Atripalda, Monteforte, Mercogliano, insomma l’alta valle del Sabato e si fanno la loro discarica; così l’Alta Irpinia, l’Alto Sele, ecc.
    Criteri geografici legati all’orografia del territorio e all’omogeneità politico-amministrativa. Brevi distanze tra produzione e centri di raccolta (massimo 20-30 km.).
    I costi ? Sicuramente la decima parte dei costi attuali.
    Ogni ambito favorirà -questa volta davvero con i militari- la raccolta differenziata spinta.
    Ogni ambito venderà carta, cartone, plastica, alluminio, ferro, secondo logiche di mercato e libera concorrenza.
    Ci sono aziende campane che comprano rifiuti riciclabili dal nord !
    L’umido: piccole compostiere per ogni famiglia. Il nostro territorio lo permette; metà popolazione vive in campagna.
    Se si vuole: per ogni quartiere, per ogni comune. Subito ! Come già accade in qualche comune virtuoso in Campania: Mercato S.Severino, ecc.
    I rifiuti di Napoli ? Provvedano loro, nel loro ambito: imparino a fare la differenziata, a non buttare a terra carte, cartoni, polistirolo e copertoni. Proprio nell’emergenza bisogna far passare questo messaggio: i militari devono essere impiegati da de Gennaro non per caricare i cittadini ma per per obbligare alla raccolta differenziata.
    A cominciare dagli uffici dell’Arpac di napoli che si vedono nel video delle Iene…
    angelo verderosa

    angelo verderosa

    30 gennaio 2008 at 9:00 am

  2. Lasciare il Cosmari? I sindaci si dividono
    redazione – 30.01.08, 9:48 am

    Prima sembrava l’unica strada possibile da intraprendere, adesso pare ci siano dei margini maggiori di manovra. I comuni irpini del Cosmari Av1 si confrontano sulla sentenza del Consiglio di Stato che ha visto contrapposti il comune di Montoro Inferiore con l’Ente proprietario dell’Asa guidato da Raffaele Spagnuolo.
    E dai primi cittadini arrivano aperture importanti, soprattutto si mostra attenzione per una vicenda che interessa direttamente la gestione del comune. E a precisa domanda, l’ipotesi di lasciare il Consorzio per seguire altre strade non la scarta nessuno.
    Per il primo cittadino di Atripalda, Aldo Laurenzano, la vicenda è particolarmente delicata, soprattutto alla luce del contenzioso esistente già da tempo e che ha visto soccombere il comune. “Siamo rispettosi di quello che è l’ordinamento giuridico – esordisce – e per il momento l’unica preoccupazione è che vengano rispettati i termini della convenzione, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori. Sugli scenari successivi alla sentenza di Montoro, al momento è ancora presto per fare dei commenti. Attendiamo il giudizio di merito del Consiglio di Stato e poi valuteremo”.
    Una prudenza che però almeno in parte viene meno quando ad affrontare l’argomento è il vicesindaco di Serino, Raffaele Ingino.
    “Finora il problema non ce lo siamo mai posto – spiega il numero due del comune irpino -, ma ora è chiaro che si aprono nuovi scenari. Certamente, valuteremo con serenità la situazione. E’ chiaro che comunque agiremo sempre nella direzione di trovare una soluzione che possa favorire i nostri cittadini, e qualunque scelta adotteremo lo faremo sempre nell’interesse della collettività. Si potrebbe pensare ad una forma di gestione migliore e più economica, però credo sia ancora prematuro parlarne. Attendiamo l’evolversi della situazione e poi rifletteremo”.
    La questione economica è anche al centro dell’interesse per il primo cittadino di Santo Stefano del Sole, Carmine Ragano, che sulla vicenda dice: “Qui non abbiamo nessun tipo di problema, anzi il servizio funziona e i cittadini hanno risposto ottimamente. Ma è chiaro che per i comuni piccoli come il nostro è importante che si prenda una strada efficiente. E quindi o si rafforza il Consorzio definitivamente, cosa che non sempre è avvenuta nonostante gli sforzi fatti. Oppure – è l’alternativa – si dia spazio al mercato, mettendo i comuni di fronte alla possibilità di scegliere. Ma evitando i monopolisti, cosa che sarebbe negativa anche dal punto di vista economico. Se invece ci trovassimo di fronte ad un mercato libero va bene, altrimenti meglio potenziare il Consorzio e renderlo più efficiente”.
    Decisamente ostile al Cosmari è invece il sindaco di Grottolella, Lino Guerriero.
    “Sin dall’inizio della crisi regionale – spiega – qui a Grottolella abbiamo avviato il servizio di raccolta “porta a porta”, chiedendo alla Regione di poter gestire in proprio il servizio di raccolta e smaltimento. Purtroppo però la nostra iniziativa venne respinta. Adesso sembra che la questione sia tornata d’attualità. Il problema è che in questi anni non tutto ha funzionato come doveva, e bisognerebbe capire di chi sono le responsabilità”.
    Il sindaco del comune della valle del Sabato prospetta un doppio scenario: “Adesso è il momento di valutare con attenzione se è il caso di dare una spinta al Consorzio e farlo davvero funzionare, o se invece – è la proposta di Guerriero – si può valutare l’ipotesi di comuni che si organizzano tra loro. Magari per bacino d’utenza o in base alle peculiarità territoriali. Quest’ultima penso sia la strada più giusta da seguire. Una cosa è certa: le cose non possono restare immutate. Anche perché per noi finora la strada del Consorzio ci ha penalizzato, non aiutato”.
    Infine, il primo cittadino di Mercogliano, Tommaso Saccardo, apre un nuovo fronte di discussione: “Credo che parlare di tutto questo adesso sia abbastanza prematuro. Mi pare di capire che addirittura per fronteggiare l’emergenza si stia facendo strada l’ipotesi di chiuderli del tutto, i consorzi. Una cosa che aprirebbe nuovi scenari. Adesso – conclude Saccardo – vediamo di chiudere prima l’emergenza, e poi valuteremo con calma in quale ambito discutere”.

    ottopagine

    30 gennaio 2008 at 10:06 am

  3. Ariano scende in piazza. Diecimila gridano: “Lo stato siamo noi”
    Gabriella Bianchi – 30.01.08, 9:42 am

    Le campane suonano, le saracinesche dei negozi si abbassano. E’ il segnale. E Ariano che sembrava deserta, assopita in una qualunque giornata di lavoro, si riempie, si affanna, si ritrova. Tutti a rione Martiri: a piedi, con lo scooter, con l’auto, col trattore. (…)

    Diecimila, con la voce arrabbiata, le mani alzate e cori contro Alberta De Simone, Gianni De Gennaro, i parlamentari irpini senza distinzioni; ce n’è anche per il governo. Una calca mai provata da Domenico Gambacorta, che sale sul palco e agita un foglio: “E’ un intervento che ho scritto”, avverte, perché è abituato a parlare a braccio. E legge, s’infervora, trema e si commuove. Ricorda la storia di Difesa Grande, le battaglie della gente, le divisioni, poi le trattative, gli accordi, le promesse e le leggi e infine quello che Gambacorta non esita a definire “tradimento”, ripetendo e scandendo la parola, mentre un coro “Gambacorta, uno di noi” copre la sua voce.
    Il palco è stato montato per lui: non ci sono parlamentari, consiglieri regionali, esponenti della politica provinciale. Parla solo il sindaco di Ariano, in rappresentanza di tutti, delle associazioni, dei partiti, dei movimenti, dei comitati, della gente di Ariano. Prima di Gambacorta c’è stato solo il saluto, atteso e sperato, di un autorevole rappresentante della diocesi.
    .
    Monsignor Antonio Blundo è il vicario del vescovo. E saluta, dal palco, gli studenti “perché imparino una nuova pagina della geografia, la nostra geografia”. E saluta tutti, rispondendo a quella domanda che circolava da giorni: “Perché la chiesa non è intervenuta? ma la chiesa non siamo forse tutti noi?!”.
    Applausi anche per il vicario che incoraggia alla “resistenza”. “Siamo qui con lo spirito di Gandhi. Saremo a mani nude, ma resisteremo”. Sono arrabbiati, sfiduciati e si sentono traditi, gli arianesi, ma hanno già detto che protesteranno civilmente, mani alzate e solo la voce da far sentire a chi si presenterà ad Ariano.
    Dopo l’intervento di Gambacorta, la fiumana si perde in mille rivoli. La manifestazione si scioglie, il presidio al bivio di Villanova resta. In pochi, che non vogliono lasciare, che sentono già il peso di una battaglia da combattere. Ma la “ritirata” dura poche ore. Ieri sera il gazebo, la tenda erano di nuovo stracolmi. Un migliaio di persone si sono ritrovate assieme al sindaco, agli amministratori, agli ambientalisti veterani della battaglia. Fino all’arrivo dei compattatori e delle forze dell’ordine, quello slargo, quel palco serviranno a manifestazioni, concerti, dibattiti: un po’ di improvvisazione, tanta spontaneità. Il bivio di Villanova è la nuova piazza di Ariano.

    ottopagine

    30 gennaio 2008 at 10:16 am

  4. Caro Angelo,

    condivido la tua proposta.
    E’ ora che ognuno si prenda cura del proprio territtorio e lo governi con la partecipazione di tutti, non solo nelle emergenze per dire No, ma nella quotidianità, scegliendo con più attenzione da chi farsi governare in futuro e contribuire da subito ora con l’autogoverno della raccolta differenziata.

    Da questa emergenza costruiamo la Comunità attiva.

    dario

    dario

    30 gennaio 2008 at 11:23 am

  5. Quella di Ariano non è una battaglia locale, ma che interessa tutti. L’ambiente è di tutti, tutti uniti in queta lotta. De Gennerao, se è un poliziotto, deve per prima cosa accertare le irregolarità commesse dalla Regione Campnia a danno di tutti. Poi buttare i rifiuti nel Vesuvio. Altra via non c’è. Saluti. Generoso

    generoso

    30 gennaio 2008 at 11:39 am

  6. CERTO, E’ GIUNTO IL MOMENTO CHE LA COMUNITA’ DIVENTI ATTIVA, NON PASSIVA COME LO E’ ADESSO, O PROVVISORIA. PRIVVISORIA RISPETTO A COSA? E’ GIUNTO IL MOMENTO DI FARCI CONOSCERE, SE ABBIAMO GLI ATTRIBUTI, LE IDEE, AL DI LA’ DI OGNI APPARTENENZA CHE NON HA PIUù SENSO, CHE NON DICE PIU’ NIENTE, CHE NON SERVE PIU’ NIENTE, TUTTI ORAMAI ALLO SBANDO. PERCHE’ QUANDO SI UNISCE LA VECCHIA DC ED IL VECCHIO PCI FACENDO CREDERE A NOI, POVERI FESSI CITTADINI, CHE QUESTE DUE ENTITA’ HANNO UN PERCORSO CONDIVISO, ALLORA O QUELLI HANNO PERSO DAVVERO IL LUME DELLA RAGIONE, OPPURE CREDONO CHE NOI ELETTORI SIAMO TANTO FESSI DA CREDERE A CERTE FANDONIE. VERGOGNA, SIGNORI POLITICI, PROBABILMENTE I CITTADINI SONO MOLTO MA MOLTO PIU’ INTELLIGENTI DI QUANTO VOI CREDIATE. VE NE ACCORGERETE ALLE PROSSIIME POLITICHE QUANDO BERLUSCONI PASSERA’ AL 40%, LA CASA DELLE LIBERTA’ AL 70. E’ QUELLO CHE QUESTA ITALIA SI MERITA. ALLORA, DOMENICA, TUTTI QUI AD ARIANO, COME ANGELO MI HA PROPOSTO, PER DIRE COSA SIAMO E COSA VOGLIAMO. VOGLIAMO UNO STATO DELLE REGOLE, UNO STATO DEI DIRITTI, DELLA DEMOCRAZIA, DEGLI INDAGATI POLITICI CHE PAGHINO, DEL LAVORO, QUESTO VOLGIAMO. IN UNA DEMOCRAZIA ORAMAI SFALDATA ANCHE NEI RAPPORTI PIU’ SEMPLICI, ELEMENTARI, DOVE SI VUOLE ASSERVIRE, DOPO LA STAMPA, ANCHE LA MAGISTRATURA. NON ESISTE UN CODICE PENALE PER I FESSI CITTADINI ED UNO PER I POLITICI. QUANDO LA FARANNO, MAGARI L’ARTR. 624 DEPENALIZZERA’ I POLITICI DAL REATO DI FURTO. E LO FARANNO. ADESSO PERO’ ANCORA NON ESISTE. DOMENICA, QUINDI, TUTTI AD ARIANO, ALLE ORE 16 PRESSO IL MUSEO CIVICO. INCONTRO E DIBATTITO CON LE AUTORITA’ LOCALI,. CONFERMERO’ AD ANGELO SALUTI. D.CAMBRIA

    d.cambria

    30 gennaio 2008 at 1:11 PM

  7. Appuntamento confermato alle ore 17,00 di domenica presso il Museo Civico.

    d.cambria

    30 gennaio 2008 at 3:40 PM

  8. Caro Cambria,
    non ti conosco, ma ti sento, da quel che scrivi sul blog, molto confuso sia sulle questioni generali che sul particolare della Comunità Provvisoria. E molto protestatario. Ariano e la sua gente hanno ragioni da vendere sulla questione “Difesa Grande”, fermo restando che lotte e proteste obbligano poi a una maturità molto forte se si vuole avere voce in capitolo in futuro. Tradotto significa che nel merito della questione rifiuti, Ariano e hinterland, cioè il Nuovo Municipio su cui bisognerebbe confrontarsi tutti (questa è la questione!), raggiunge un livello di raccolta differenziata, e poi di riuso, molto avanzata. Pena vanificare la protesta molto bella di cui tu parli e di cui ho letto nelle cronache locali.
    Perchè ti sento confuso? Per varie ragioni, poi sarà anche meglio discuterne a voce. Te ne elenco per adesso due.
    1) Dici scherzosamente che vuoi proclamare Grillo re d’Italia o re del nuovo regno delle Due Sicilie. Scherzo a parte, ma ti devo ricordare che i due regni sono opposti, l’uno contro l’altro. Non è indifferente proclamare uno re d’Italia oppure delle Due Sicilie perchè il regno d’Italia nasce sostanzialmente dalla liquidazione del regno delle Due Sicilie. Per tornare alle nostre questioni, e fuori dallo scherzo-Grillo, ti ricordo che è soprattutto Napoli (cioè il regno delle Due Sicilie) che vuole metterlo in culo ad Ariano, Roma (regno d’Italia) molto di meno. Perchè sei così ambiguo e confuso su questo punto?
    2) Sulla Comunità Provvisoria ribadisco ciò che ho ripetuto a iosa sul blog. E’ un organismo fragile, che “non esiste”. “Provvisorio” significa questo. Fingere che esista, cioè che c’è un gruppo organizzato che funziona un pò come un organismo “stabile”, è fuorviante. Confesso che mi sto divertendo su questa cosa (anche incazzando, per la verità). Perchè sto imparando praticamente dove è giunta l’incapacità di vivere un’esperienza “senza secondi fini”, “leggera” come può essere oggi soltanto ciò che è autentico, “sperimentale” come è inevitabile che sia oggi qualsiasi cosa non degenerata o vecchia.

    Cordialemente
    Michele Fumagallo

    michele fumagallo

    30 gennaio 2008 at 5:25 PM

  9. !!!!!!!!!!!!!!!!! MIchele, se parli così non solo confondi me (che, come tu dici, sono già abbastanza confuso), ma il mondo intero. Se è nella confuzione che cerchi il tuo mondo…accomodati…sei il re. Nomino te re delle due Sicilie; poi, se ce la fai, d’Italia al posto del grillo, prossimo ad assumere tale carica. Hai una bella carriera davanti a te: auguri!

    d.cambria

    31 gennaio 2008 at 8:11 am

  10. dimenicavo: grazie anche per la lezione storia meridionale. Ti invito a leggere la mia prossima pubblicazione che sarà in edicola a metà febbraio: ARIANO NELLA STORIA DAI NORMANNI ALL’UNITA’ D’ITALIA.

    d.cambria

    31 gennaio 2008 at 8:14 am

  11. Per Domenico, Michele Fumagallo, Angelo Verderosa ed altri amici carichi di tanta buona volontà, ma forse più di me disillusi.

    L’incontro di Domenica ad Ariano è veramente carico di tanti buoni propositi o è un tentativo di ricucire all’interno del gruppo una frattura insanabile? Iniziano sempre di più a trapelare le differenze tra le varie anime del gruppo. Concordo con Michele Fumagallo e faccio anche mia la sua espressione: “sto imparando praticamente dove è giunta l’incapacità di vivere un’esperienza “senza secondi fini”, “leggera” come può essere oggi soltanto ciò che è autentico, “sperimentale” come è inevitabile che sia oggi qualsiasi cosa non degenerata o vecchia.”
    Questa incapacità , per alcuni, di procedere senza secondi fini, è insopportabile per coloro che vogliono vivere una esperienza anche fattiva, ma con spirito disincantato. Non si può affermare all’atto della costruzione di un progetto una cosa e poi navigare verso altri obbiettivi. Non discuto ed ho avuto già modo di affermarlo, le scelte individuali, ma quando queste ricadono sulle iniziative del gruppo , non son accettabili. E’ una questione di coerenza ed una forma di rispetto verso coloro che hanno fatto loro un percorso secondo basi affermate in principio e più volte ribadite.
    Giusto l’incontro di Ariano se vuole essere una azione solidale con il popolo arianese. Per quando riguarda il gruppo dei comunitari ritengo che si debba organizzare un incontro in cui si decida la rifondazione, secondo nuovi e più validi principi, per dare maggiore coerenza alle iniziative, qualunche esse siano e su una base di assoluta visibilità.
    Un saluto a tutti, nessuno escluso
    Tonino

    Tonino Lapenna

    31 gennaio 2008 at 10:51 am

  12. Nel mio primo ed unico incontro avuto con la CP al Goleto, circa un mese fa, non sapevo ancora cosa fosse la CP. A dire il vero, non lo so bene neppure oggi. Poi, sia dalle parole di Michele, di Tonino, di A.Romano (che è incazzatisismo con la CP perché giustamente si aspettava altro), ho capito che la CP, come già detto, in effetti è qualcosa che non esiste, di impalpabile, effimero, che esiste…così per parlare, incapace di darsi una struttura, quindi un progetto, un fine. Lo dissi, allora, ma fui l’unico, lo stesso Angelo ed Arminio, mi risposero che così doveva essere, noin si voleva niente di ufficiale, girare…così…per girare!. Mi stetti zitto. E lo sono stato sino a quando non ho proposto il problema Ariano. Non chiediamo però, adesso, quale sia la nostra strada, se proprio noi abbiamo deciso che la CP non deve avere nessuna strada, nessun fine, mira, ogni cosa detta…per dire…, persa tra il niente di ognuno o la gita al paese. Certo, l’incotro di Ariano sarebbe improtante se la CP si presentasse come un “gruppo” vero che ha a cuore le sorti, tutte, della nostra provincia, ad iniziare da quelle politiche a quelle ambientalistiche che oggi ci toccano tutti. Ma non è un “gruppo” organizzato, mirato, che si propone ufficialmente per asservirsi al bene della comunità. E così sia…A meno che tanti non ci ripensino e pensino anche che il vuoto appartiene al vuoto, al nulla dele cose, a quell’impalpabile estasi entro il quale la mente si gongola sognando i verdi prati del cielo, o che possa essere riempito da un “blog”. Saluti a tutti ed arrivederci a domenica.
    P.S.
    Dopo il sauto con le autorità, dovremmo recarci tutti, con Antonio Romano a farci da guida inq uanto è uno dei promotori della protesta, alla tendo struttura del Presidio al bivio di Villanova del B. Li troveremo anche “pipilli e papate” e tanto buon vino della zona. Saluti a tutti. D.C. (che sta come Domenico Cambria)

    d.cambria

    31 gennaio 2008 at 12:55 PM

  13. Caro Domenico (e cari tutti),
    è ovvio che ci vediamo domenica, del resto che problema c’è, siamo “provvisori” e quindi possiamo vederci ovunque (scherzo).

    Di nuovo qualche ragguaglio sulla Comunità Provvisoria, tanto per aggiungere confusione a confusione.

    Vedi, io amo molto la politica, è la mia formazione. Scherzando, con gli amici dico che senza la “politica” o comunque il “sociale” non si alzerebbe neanche più il pisello (che brutta parola).

    Tutto questo però non c’entra nulla non solo con gli obiettivi della Comunità Provvisoria che sono quelli della “nuova” conoscenza tra persone, accompagnati da una “nuova” conoscenza dei territori, il tutto innaffiato con arte e cibo, eccetera. Naturalmente un progetto sperimentale e “a termine” (e come potrebbe essere altrimenti una cosa provvisoria?). Un progetto che quindi, se affronta la politica deve farlo, secondo me, soltanto in modo del tutto nuovo (questa è la sfida, altrimenti perchè vedersi in un gruppo così eterogeneo?).

    Cosa c’è di strano e “astratto” in tutto questo? Solo chi ha idee vecchie e mentalità autoritaria può non concepire una cosa del genere.

    Mi piacerebbe dire come quel tale: “Grande è la confusione sotto il cielo della Comunità Provvisoria, la situazione è quindi eccellente”. Temo però che si rischi il contrario. Si rischi di forzare su di un organismo delicato e fragile come quello di un bambino. E’ poco saggio farlo perchè il bambino rischia di morire. Tuttavia racconto un episodio per far piacere ai manipolatori della Comunità. I genitori di Buster Keaton, il grande attore del cinema, se lo passavano in teatro come una palla quando il piccolo Buster era un bimbetto. Furono arrestati. Ma Buster venne fuori molto forte e fu un grande spericolato del cinema (non usava controfigure). Chissà che non abbia torto quel grillo parlante di Michele Fumagallo e la Comunità cresce forte e robusta.

    In ogni caso la discussione continua ad Ariano.

    Michele Fumagallo

    michele fumagallo

    31 gennaio 2008 at 1:52 PM

  14. X mik. Mi piace la sfida di affrontare la politica in un modo nuovo. Potrebbe essere certamente un argomento da portare avanti per capire quale?, ed arrivare a delle conclusioni, altrimenti ci culleremmo tutti e sempre nella perenne utopia riposta nello specchio di casa che ci fa credere di essere i più belli. A domenica. Salutissimi. D.C. (che sta sempre per Domenico Cambria)

    d.cambria

    31 gennaio 2008 at 2:05 PM

  15. Intervengo brevemente solo per esprimere un (facile) commento ironico e provocatorio (che spero non offenda nessuno) in risposta alle continue e insistenti raccomandazioni e ai ripetuti richiami espressi (a iosa) da Fumagallo sulla natura “fragile e vulnerabile” della Comunità “provvisoria”. Francamente non comprendo le preoccupazioni e i timori (quasi eccessivi) di compromettere e pregiudicare, o addirittura affossare, un’esperienza che per sua natura, vocazione e costituzione si autodefinisce “provvisoria”. Se in effetti si rappresenta ed è tale, essa è comunque destinata (inevitabilmente e necessariamente) ad esaurirsi, oppure no? Oppure si vuole perpetuare in eterno l’esistenza della Comunità (non più) “provvisoria”? E allora perché affannarsi tanto a mantenerla in vita, perché accanirsi e prodigarsi tanto a proteggerla e curarla come se fosse davvero un bambino inerme, fragile e indifeso, mentre non lo è affatto? Anzi! Non lo è e non può esserlo, visto che a farne parte, a vivere, animare e a sorreggere la CP, non sono dei poveri beoti, ingenui e sprovveduti, ma un gruppo di adulti scaltri e vaccinati, capaci di intendere e volere, in grado di affrontare qualsiasi pericolo e qualsiasi avversità… Pertanto, invece di raccomandare e sollecitare puntualmente ogni sorta di attenzione, cautela e precauzione, per non minare e compromettere la “precaria” esistenza della Comunità, suggerisco di viverla e portarla avanti finché dura, senza troppi timori ed apprensioni. senza trepidazioni eccessive per la sua “fragile” e “provvisoria” condizione.

    lucio2008

    31 gennaio 2008 at 5:10 PM

  16. Non posso che ocndividere l’analisi di Lucio, espressa anche nel nuovo post. provvisoria perché? Siamo uomini? Uomini veri? penso di sì. paura di fare diventare qualcosa di provvisorio, definitivo? Di uscire allo scoperto? Siamo un gruppo che, se volesse, potrebbe incidere tento nella nostra società, in un momento in cui si è perso ogni valore, anche i minimo, anche quello verso noi stessi. Noi “uomini”. Un “uomo” che, senza apparire eccessivamente clericali, a partire da Sofocle a S. Tommaso, alla Chiesa tutta, ha sempre visto e riconosciuto come essenza centrale rispetto all’equilibrio universale delle cose, in cui ogni simile deve riconoscersi nell’altro. Un uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio. Anche se su questa similitudine ci sarebbe da dibattere a lungo. Ma è soprattutto dal fatto di essere nella materia e nello spirito simili all’altro, che deve fare nascere in noi la consapevolezza del rispetto verso il proprio simile, sapendo che vive come noi, la nostra stessa avventura (anche se in forme diverse), unito negli stessi dolori più che nelle gioie, nelle stesse fatiche, illusioni, speranze, più che nelle certezze. Un rispetto ed una solidarietà che deve nascere dalla consapevolezza che l’altro, il nostro simile, lungo la difficile strada della vita, magari è caduto ed ha bisogno anche del nostro aiuto, ognuno solidale verso l’altro, perché l’altro siamo noi.Se allora l’“uomo” di oggi si chiedesse davvero chi fosse, si fermasse un istante, e per un istante meditasse, forse capirebbe: dietro ci sono tante persone che come noi vivono la nostra stessa esperienza ed aspettano come noi di giungere alla meta. Ma si sono fermate, arrancano, aspettano che qualcuno gli allunghi una mano, una sola, perché l’altra deve servire per proseguire, per ricongiungere quella catena che possiamo e dobbiamo unire. Ma è un “uomo”, invece, che in questo nuovo sistema liberal-capitalista viene quotidianamente offeso, calpestato, umiliato e discriminato nei suoi diritti più essenziali all’interno di una società che mai come in questo momento si presenta con grandi disparità. Un uomo sfruttato in una forma di schiavismo ancora più aberrante di quello storico perché fatto in nome di un progresso e di una democrazia che in effetti non esiste. E quando parliamo di diritti rivendicati vuol dire che si chiedono, si pretendono, non ci sono. Oppure si vuole fare credere che la “globalizzazione” è una democrazia allargata come l’Europa? Che teoricamente appartiene a tutti, quindi a nessuno? Vaga, astratta? Questo il nuovo concetto di democrazia? Dobbiamo, quindi, avere paura di questa democrazia o della democrazia in generale?
    Domenico Cambria (estratto dalla mia prossima pubblicazione: Ariano nella storia…)

    d.cambria

    1 febbraio 2008 at 8:38 am

  17. Medici e associazioni italiane hanno scritto una lettera aperta al Commissario Europeo Dimas:

    “Egregio Commissario Dimas,
    siamo cittadini italiani e siamo costernati per quanto sta capitando nel nostro paese, ormai diventato lo zimbello del mondo per la vicenda dei rifiuti in Campania. Oltre 14 anni di gestione in regime di emergenza non hanno risolto assolutamente nulla, anzi hanno aggravato sempre più un problema che non ha assolutamente nulla di “emergenziale” perché in tutti i paesi del mondo si producono rifiuti.
    Le direttive dell’UE forniscono una chiara gerarchia dei trattamenti per il loro smaltimento: riduzione, riciclo, riuso, e solo per la quota residua recupero energetico e non solo tramite incenerimento. Purtroppo la crisi napoletana appare del tutto strumentale al fare passare nel nostro paese l’incenerimento come metodo privilegiato per la soluzione del “problema rifiuti”, ribaltando completamente ciò che la stessa UE suggerisce. In Italia non sono messe in atto, se non in singole virtuose realtà grazie ad amministratori responsabili , quei metodi di raccolta (door to door) che responsabilizzano i cittadini e che possono garantire una buona qualità del prodotto differenziato ed il loro effettivo recupero.
    L’incenerimento continua ad essere incentivato, solo nel nostro paese, come fonte di energia rinnovabile, nonostante il minimo rendimento energetico di questi impianti (che sono per la maggior parte impianti di rifiuti tal quali), i gravi danni all’ ambiente e all’ economia che anche di recente si sono registrati( latte contaminato oltre il consentito da diossine a Brescia, territorio già gravemente inquinato, ove funziona il più grande inceneritore d’ Italia) e nonostante il fatto che il kilowattora ottenuto bruciando rifiuti, sia quello gravato dalla massima emissione di CO2.
    Numerosissimi sono gli studi che hanno evidenziato danni alla salute sulle popolazioni esposte, danni che nessuno può escludere anche con i “nuovi” impianti e che hanno indotto migliaia e migliaia di medici, di cittadini, di intellettuali, di associazioni ambientaliste a prendere posizioni anche con esposti e denunce alla Magistratura, affinché venga semplicemente fatto ciò che in tutto il mondo civile si fa, mettendo al primo posto la salvaguardia dell’ ambiente per la tutela nostra e di chi verrà dopo di noi.
    Commissario Dimas, La supplichiamo, ci ascolti, faccia tutto quanto è in suo potere affinché si scongiuri questo ennesimo disastro, affinché si facciano scelte che guardano avanti e non indietro, all’ età del fuoco.”

    Firmato, tra gli altri, da: Prof. Angelo Gino Levis – genetista, Dr.Patrizia Gentilini – oncologo, Prof. Gianni Tamino – biologo, Dr. Giovanni Ghirga – pediatra e potavoce dei Medici per l’ Ambiente e la Salute Alto Lazio, Dr. Luigi Carpentiero – Medico del Lavoro, Dr. Stefano Montanari – Direttore Scientifico Laboratorio nanodiagnostics

    lettera aperta a Dimas sugli inceneritori

    4 febbraio 2008 at 10:27 PM


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