COMUNITA' PROVVISORIA

terra, paesi, paesaggi, paesologia _ il BLOG

un’ offesa e uno sgarbo anche al genio creativo di Franco Dragone

….non è possibile che Franco Dragone,genio della poesia , della fantasia,della libertà e della leggerezza nello spettacolo possa accettare che il suo paese di nascita non possa amare ed apprezzare il sogno,la fantasia, la speranza e la leggerezza anche nella vita con una simbolica prua che si lanciasse verso un orizzonte inedfinito della sua Irpinia del cuore e della mente dalla “rupe dell’utopia da dove saranno partiti i suoi sogni e le proprie speranze realizzate….. e non apprezzasse il senso della festa gioiosa e poetica che la Comunità provvisoria voleva condividere nel dono ai suoi concittadini…….. il principio speranza è come la goccia che alla lunga perfora la roccia più dura……dei pensieri troppo legati ad un falso senso di realtà…..

POESIA come arte ma sopratutto come vita
di mauro orlando
Nei tempi di tristezza e deriva politica il pericolo più insidioso per gli individui e le piccole comunità può venire da un pensiero troppo innamorato di sé stesso e ancora una volta impaurito dalla poesia quando non si chiude in sé stessa ma osa puntare il dito verso di noi. Quando si fa “sublime” diffuso e massificato , fare arte, spettacolo..accetando una comunicazione eccessiva ,trasversale ,politicamente corretta e caciarona per imprigliare il nostro “io” in un autismo privato deluso, empirico,infelice, solitario y final o in una rimozione o autismo corale di un territorio violentato e emarginato. Una sorta di crollo o degradazione della poesia nell’epoca in cui la stessa poesia si fa edonistica indifferenza o eccessiva esposizione e si omologa ad un mondo istupidito e superficiale.
Quasi una autarchia creativa del sublime” a cui viene dato o la libertà di sovraesporsi o di relegarsi in regime di innocenza o narcisismo territoriale, storico e politico come una specie in via di estinzione o che dia voce ad una malinconia collettiva o autismo corale che rimargina ( cioè esalta e falsifica) lo sbandamento di una comunità che non c’è più o che non ci mai stata se non nella mente di Platone ,Rousseau o peggio Marx.
I nostri paesi, , rimuovendo la poesia come forza spirituale e autentica del senso, perderebbero la realtà del proprio “io” ,rinunciando alla possibilità e necessità di rieducare ,nel pensare e vivere il proprio paese e territorio, i propri occhi catarattati e il proprio “logos” indurito per riscoprire la “grande vita” paesologica che circola nelle proprie vene per pompare sangue nuovo al proprio cuore, sottraendosi alla deriva tutta politica dei pensieri corti e tristi nella palude di un regime che si è fatto tumore antropologico incurabile e metastasi diffusa . La poesia va difesa ,letta e meditata perché mette in testa una paura vera,offensiva ,rigorosa , selvaggia, nuda, serissima.In certi momenti non basta solo preoccuparci con la denuncia delle sorti della nazione o dei nostri territori o paesi , bisogna provare terrore per reagire e ripredersi le redini dei nostri demoni interiori e dei tanti tristi , atterriti e silenziosi compagni di viaggio di questa esperienza comunitaria che ama la diversità della poesia come intuizione minacciata di sopravvivere e la voglia di rimanere voce feconda dei nostri territori abbandonati ad una sismicità rimossa,contenuta,controllata o peggio repressa .

Written by Mercuzio

10 luglio 2011 a 8:02 am

Pubblicato su Mauro Orlando

2 Risposte

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  1. Fra poco faccio la mia lettura. Chi vuole può seguirla on line sul sito di paraloup. Caro Mauro alcuni passaggi di questo tuo testo sono straordinari. Noi non tradiamo. Siamo qua…

    Arminio

    10 luglio 2011 at 9:49 am

  2. presente ! Nanosecondo

    nanosecondo

    10 luglio 2011 at 11:35 PM


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