COMUNITA' PROVVISORIA

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Difficile e dolorosa

abbazia del goleto, cappella di san luca, foto a.v. 1980

abbazia del goleto, cappella di san luca, foto a.v. 1980

di Mauro Pianesi

 

Un verso mi ritorna in testa di continuo. Appartiene a una delle canzoni che Roberto Roversi scrisse per Lucio Dalla nella prima metà degli anni ’70. Canzoni una più bella dell’altra, frutto della più felice collaborazione fra letteratura e canzonetta mai realizzata, forse, nella storia recente della musica italiana (ma questo è un altro discorso…).

La canzone s’intitola “Passato, presente” e si trova nell’album “Il giorno aveva cinque teste”. Dalla declama questa frase (“Perché la libertà è difficile, e fa soffrire”) con una breve pausa al mezzo, forse per meglio farcene digerire la pregnanza. Mi ritengo fortunato ad aver conosciuto canzoni come queste da ragazzo e persino di non averle capite tutte subito, visto che il “bene” ha una qualche sua circolarità… “vichiana” e ritorna, a distanza di anni ritorna quando meno te l’aspetti.

Vorrei ritagliare questa frase di Roversi / Dalla, incollarla su una cartolina postale (chissà se ne producono più…) e spedirla al presidente del Consiglio dei ministri. A lui che governa a suon di decreti per non perdere tempo con le procedure parlamentari, istituite un dì perché i rappresentanti del popolo trovassero, democraticamente, la migliore soluzione possibile. A lui che ha fatto dell’efficientismo un mero slogan, e che, assieme ai suoi sodali è così attento a limitare le libertà di ognuno, a dispetto del titolo della sua coalizione, se non quando si tratta di indurre a consumare i prodotti (materiali o televisivi), e la pubblicità, venduti dal suo trust commerciale.

A lui che ha saputo condizionare così bene la cultura del nostro sciocco Paese, da inoculare questo stesso spregio verso la democratica difficoltà di essere liberi (e di partecipare, parafrasando un altro grande del pensiero usa-e-getta della canzonetta, Giorgio Gaber) negli atteggiamenti e nelle consuetudini dell’opposizione “sepoffà” politica. A lui e alle sue promesse da botte piena e moglie ubriaca, quando la botte è ormai drammaticamente vuota (ma la moglie non ne ha colpa: era già andata a ubriacarsi assieme a qualcun altro, con un liquore da quattro soldi).

La libertà è difficile, vorrei dirlo a chi ha votato questa maggioranza politica che ci governa: declinarla al plurale e stampigliarla sui gadget elettorali non serve a renderla più easy.

La libertà fa soffrire, non date retta all’ometto più felice d’Italia: ci vuole coraggio per affrontarla. Almeno quanto ne occorre per sopportare lui. Cosa scegliete?

Written by Arminio

22 dicembre 2008 a 10:29 am

9 Risposte

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  1. Riflessioni giuste, stimolanti… ma non mi va di usare i codici linguistici del politichese…. i tempi sono quel che sono, dunque partecipo con due sonetti dai diversi registri….

    223.

    E POI FINIAMO QUI, IPNOTIZZATI

    E poi finiamo qui, ipnotizzati
    dagli annunci. Mentre il mondo scorre
    rapido, il Cartaro ci soccorre
    dagli affanni.. tutti qui, uccellati

    da realtà virtuale, affascinati
    dal grande imbonitore, che accorre
    ad ogni festa: mal gliene incorre
    a chi grida “al lupo!”.. ai disperati.

    “Carta vince, carta perde, puntate
    signori! Quale vince, quale perde?
    Siate felici, scansatevi dai guai!”

    E noi s’accorre, a gambe levate..
    Il nonno lo diceva, sempre al verde,
    “’a semmènta r’’e féss’ nun more mai!”

    S. D. A. , 17 . 7 . 2008

    224.

    IL TRAMONTO LI COGLIE DI SORPRESA

    Il tramonto li coglie di sorpresa;
    li accompagna nella notte la luce
    blu dei televisori, che li induce
    ad affrettare il passo. Qual ‘ intesa

    spinge le vele al porto, in discesa,
    come quella regata che produce
    vento di bolina e li seduce
    a occhi chiusi, e a mano tesa?

    Straniero, apripista o corruttore
    il mare dei reality – borgata
    immensa ridondante di colore –

    è l’ombra che n’ottunde ogni sapore;
    vi cercano le stelle, è vellutata
    la via dei ciechi, e non fa rumore.

    S. D. A ., 19 – 20 . 7 . 2008

    Buon Natale a tutti, anche al nostro Cartaro Presidente!

    Saldan

    Salvatore D'Angelo

    22 dicembre 2008 at 6:33 PM

  2. Una canzone rock !
    http://it.youtube.com/watch?v=sMjpImyFvOs
    La libertà di Giorgio Gaber suonata dai Marlene Kuntz
    Luca b.

    luca b.

    23 dicembre 2008 at 12:59 am

  3. Ora, l’ometto più felice d’Italia, come viene definito qui, se ne vien fuori con la storia del presidenzialismo. Dopo quest’ultima fuoriscita a me vengono in mente le parole di un’ altra canzonetta:”Da grande volgio fare il re…perchè???Si guadagna bene!!!!Ma mia madre mi fa fare i concorsi e questo vuol dire che non ha fiducia in me”…Si, perchè adesso vuol diventare re del suo popolo, ed eliminare tutto quello che considera d’impaccio tra lui e quest’ultimo,non si accontenta più di una stragrande maggioranza…Fino a quando bisogna sopportare????Fino a quando continuerà a limitare l’altrui libertà a dispetto del nome della sua coalizione???Oppure PDL significherebbe proprio PRIVAZIONE DELLE LIBERTA’???La libertà è un valore che non ha prezzo, difficile da conquistare, ci vuole tanto coraggio…
    Nasciamo liberi ma siamo incatenati dappertutto purtroppo..
    La libertà è come l’aria:si vive nell’aria.
    Se l’aria è viziata si soffre.
    Se l’aria insufficiente si soffoca.
    Se l’aria manca si muore
    AUGURI PRESIDENTE!

    lucia

    23 dicembre 2008 at 2:41 PM

  4. Ah, il grande onesto Gaber!= […] La libertà, non è uno spazio libero, la libertà è partecipazione[…] (Giorgio Gaber- oltre 40 anni fa!. […] le gente giocava alle carte e parlava di spost nei bar…] sempre Giorgio Gaber 50 anni fa e la politica faceva il peggio come sempre 50 anni fa, Gaetano Calabrese

    Gaetano Calabrese

    23 dicembre 2008 at 6:59 PM

  5. La memoria corta non aiuta nessuno, men che meno gli intellettuali della c.p.
    Ricordo a me stesso che i corsi ed i ricorsi storici in Italia hanno rappresentato una costante.
    Il cavaliere è lo specchio dell’Italia, tutti nessuno escluso hanno contribuito direttamente o indirettamente alla sua ascesa imprenditoriale prima politica dopo. Il governo di sinistra centro presieduto da D’Alema nulla fece per impedire che il cavaliere ritornasse a governare, come pure il tecnocrate mortadella bolognese. Figuriamoci cosa possa fare Walter topolino del new deal post comunista . La consorteria è sistematica, oserei dire che la capacità straordinaria di sopravvivere a se stessa va al di là di ogni ragionevole spiegazione.
    Si guardi il fenomeno” Romeo Global Service” : il sig Romeo già condannato all’epoca di tangentopoli ha espanso il suo potere economico imprenditoriale in maniera sbalorditiva negli anni successivi, fino a quando qualche magistrato coraggioso ha deciso di dargli una lezione in un momento in cui l’era bassolino volge al tramonto malinconico e qualcuno si prende la briga di inventare la comunità provvisoria ed al tempo stesso entrare nell’organigramma del partito democratico provinciale. Per favore Franco continua a stupirci con le tue poesie vecchie e nuove ma frena il tuo impeto politico: non sei credibile!!! Con remota amicizia Rocco Quagliariello

    rocco quagliariello

    23 dicembre 2008 at 8:34 PM

  6. …e buon Natale anmche al nostro Rocco Quagliariello, che non trova altro di meglio che dire (come tutti gli eterni conformisti) “son tutti uguali”… e dunque che Arminio se ne stia a scriver poesie e fare il paesanologo – e la smetta di strumentalizzare i poveri fessi che lo attorniano – che alla “politica” ci pensiamo noi, gli “specialisti” e i tecnocrati ( ivi inclusi D’Alema e Veltroni e compagnia cantata)… va bene così?

    Caro R.Q., ma ti sfiora il pensiero che noialtri si sia persone adulte e consapevoli, capaci di discernimento e valutazione?…. E allora, quand’anche Arminio facesse parte del PD, forse questo aggiunge o sottrae qualcosa alla sua persona, o alla CP?…. o credi davvero che noi si pensi che tutti quelli che votano PdL siano una massa di papponi e disonesti? o che il PD sia la panacea di tutti i mali?… Personalmente , io militante dell’ex Pci dal 1972, che ha contribuito al dibattito per il tardivo passaggio al Pds, sono stato sempre minoranza critica e liberal, ho sempre aborrito ogni forma di conformismo codino o di ossequio cialtrone al potente di turno, insomma, sono sempre stato una persona che si sforza di esercitare il diritto dovere alla libertà, che non vive nel conformismo e nel moderatismo codino ” a prescindere”…. Non ho nessuna simpatia per D’Alema (dai tempi della Fgci; se penso alla corte che lo attornia, mi viene a mente il circo craxiano all’epoca della sua ascesa e mi vengono i brividi), Veltroni tutto è tranne che un leader politico carismatico ( “I care”…sì, aparàtelo, che si care se fa’ male!): questi non hanno letto una parola di Marx, Gramsci o anche di Giorgio La Pira o del grande pensiero cristiano o moderato….. insomma il peggio del peggio del “doroteismo di sinistra”, specchio sempre più uguale e contrario all’ orrore berlusconiano splendente di annunci e di paillettes….. e allora, che dobbiamo fare,. suicidarci? E’ qua che ti sbagli. caro Rocco : noi non cesseremo mai di esercitare la nostra intelligenza critica e di indicare la luna a chi guarda il cielo, non il dito: sì, meglio altri cinquant’anni d’ opposizione che quest’agonia di arrivismo e conformismo ricco e analfabeta, ottuso cinico e disperato. Del resto, all’ opposizione v’ è stata gente del calibro morale e politico di Berlinguer, vi possono restare anche nanetti come Rutelli, D’Alema e Veltroni….magari imparano qualcosa: Meglio un’ opposizione che indica cosa ” non vogliamo e non siamo” e per cosa lottiamo che essere come Craxi Saccopni e Brunetta, liquidatori di una tradizione centenaria e becchini dei pochi ultimi diritti dei lavoratori conquistati con tanto sangue e lotte ( e guarda che non sono Passatista, capisco bene che tutto è daterminato dai rapporti di forza). Ora siamo al “ripiegamento”, alla lotta di posizione come diceva Gramsci…. ma questi hanno buttato il bambino con tutta l’acqua!
    Insomma, Arminio fa quello che vuole politicamente, io quello che voglio e che penso, se le vedute coincidono bene, altrimenti amici più di prima.
    Ciò che mi affascina della CP è la sua potenzialità, il suo essere uin possibile modello di nuovo e altro tipo di organizzazione di base, comunitaria; è il suo essere potenziale alternativa ai sistemi “chiusi” e specialistici. Io non so se chi vi fa parte lo sappia o l’abbia inteso e se faccia qualcosa per rendere chiara e organizzativamente valida vivente produttiva questa possibilità (sono nuovo, ospite, uomo delle pianure), mi auguro di si, e in quiesto vorrei dare il mio contributo. Diversamente credo sia destinata a essere un circolo chiuso , una pro loco elettronica che (per quanto positiva come scopo) non aiuta a contribuire a “disarticolare” le logiche del sistema italia, che – non dimenticarlo – è fatta di paesi, di ottomila e più comuni….
    Beh, mi pare un’articolessa ciò che ho scritto, lavico e arruffato, ma – credimi- viene fuori dal cuore e dall’intelligenza “ingenua”, senza malanimo, per cui non te la prendere e se i miei modi e le mie parole ti piccano, tieni per fatte le mie scuse.

    Buon Natale

    Saldan

    Salvatore D'Angelo

    24 dicembre 2008 at 11:09 am

  7. Luca b., ho affetto per te perchè ho affetto per “Tracce” anche per la recensione di un mio lavoro -oltre dieci anni fa- vincitore di concorso di architettura (rimasto primo e ultimo) ma ti prego MARLENE KUNTZ no. Fai qualcosa per il Rock, sostituisci il video dei tre cuneesi. Facendo ammenda non farai più torto a Pianesi, a Gaber.
    Sommessamente, io avrei pensato agli AREA, Gioia e Rivoluzione:
    “…suono per te che non mi vuoi capire, rido per te che non sai sognare. Il mio mitra è un contrabbasso che ti spara sulla faccia quel che penso della vita, con il suono delle dita si combatte una battaglia che ci porta sulle strade della gente che sa amare.”
    Ah, Demetrio Stratos!

    Auguri di Buon Natale.
    Cordialmente.
    Vittorio

    vittorio

    24 dicembre 2008 at 7:27 PM

  8. Io sono stato educato alla montagna, quando sono sceso in pianura ho cercato di capire come le cose e le persone potessero somigliare all’educazione di montagna ma mi sono accorto che tra la montagna e la pianura c’è un golfo che neppure un abbraccio puo’ collegare. Ecco perchè pur apprezzando il contributo del neocomunitario Salvatore D’Angelo, me ne discosto in termini sostanziali, non polemici, e mi chiedo come il nostro amico delle pianure sia potuto rimanere in quel che fu il PCI dal 1972: davvero una prova sacrificale di tenuta e di sofferta appartenenza. Noi della montagna invece ne siamo usciti prima, molto prima. Con rispetto di opinione e gusto dialogico R.Q.

    rocco quagliariello

    26 dicembre 2008 at 4:52 PM

  9. Ecco “Gioia e Rivoluzione “…
    http://it.youtube.com/watch?v=BXB-PoihfYI

    Non è un problema di fare ammenda..Cristiano Godano con i suoi Marlene Kuntz interpreta al meglio le inquietudini (ad esempio) di un’intera classe generazionale (più di una generazione).
    Non è un problema di confronto .. credo che comunque vanno ringraziati i marlene che per un tour intero ed in molti programmi radiofonici e televisi, hanno passato un pezzo fondamentale cone “la libertà” di Gaber.
    Ho sempre molto apprezzato gli Area e soprattutto il “mitico” Demetrio Stratos..
    e mi permetto un bis di “Gioia e Rivoluzione”.. questa volta reinterpretatt dagli Afterhours
    http://it.youtube.com/watch?v=-iX-6QV2jaY

    Luca b.

    lucabattista

    26 dicembre 2008 at 6:09 PM


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