COMUNITA' PROVVISORIA

terra, paesi, paesaggi, paesologia _ il BLOG

vuota è la vita senza ebbrezza

metto qui una lettera che oggi sarà letta ad asti a un festival di cui sono ospite fisso.
c’è la lettera a napolitano in una nuova versione. chi non l’ha fatto prima può continuare ad aderire. e chi dei comunitari non la condivide abbia la cortesia di comunicarcelo.
non abbiamo nessuna fregola di essere tanti a tutti i costi. abbia ansia di trovare amici buoni e di staccarci dagli insulsi.
armin
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caro luciano,
con singular dolore ho mancato l’appuntamento di asti, l’unico nord in cui mi sento a casa. il novo governo militarmediatico
ha decretato che si deve fare una grande discarica sull’altopiano che ospita il mio paese. vi risparmio il gomitolo di imbrogli da cui è stata sfilata questa criminosa decisione: io già mi considero prigioniero politico (medito di chiedere asilo alla mongolia) perché non riesco a rassegnarmi al fatto che si toglie la terra ai contadini e si lasciano le poltrone agli imbroglioni. se vi pare potete leggere questa lettera che ho scritto al presidente della ex repubblica italiana.
quanto a voi, abbiate cura della vostra levità e di restare in disaccordo con i padroni del nordest, voi nomadi in cerca di bellezza, voi che sapete vuota la vita a cui è sottratta ogni ebbrezza.
 
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signor presidente,

firmando il decreto sui rifiuti lei si è posto involontariamente come il garante della casta. come fa a non vedere che il decreto ha un impianto autoritario e finisce per assolvere chi in questi anni ha compiuto mille imbrogli?

benedire senza mettere becco l’accordo tra berlusconi e bassolino è un altro esempio di come la politica ormai sappia pensare solo a se stessa.

le esternazioni che lei ha fatto sull’argomento rifiuti appartengono al solito bagaglio retorico di un presidente, ma in questo caso hanno l’aggravante di presentarsi come offensive verso le comunita più piccole. offese sicuramente involontarie, le riconosciamo garbo e sensibilità.

il nostro blog, che è e sarà sempre di più il blog delle montagne e dei piccoli paesi, ritiene che lei ci debba spiegare perché sant’arcangelo trimonte, savignano e il formicoso (solo per dire dei luoghi a noi più vicini) debbano essere i luoghi in cui si scaricano le porcherie prodotte nelle grandi aree urbane e dalla classe politica che ha voltato le spalle ai piccoli paesi.

in campania è necessaria una svolta, ma non nella direzione indicata dal decreto. una svolta veramente ambientalista che assicuri una radicale riduzione del volume dei rifiuti e una gestione industriale degli stessi. ci sono le condizioni per produrre questa svolta in pochi mesi. tutte le altre soluzioni vanno solo a vantaggio della camorra e della politica che nutre e si nutre della camorra.

perché, solo per fare un esempio, lei non invoca le dimissioni di quei sindaci che non hanno realizzato la raccolta differenziata secondo le quote previste dalla legge? 
perché invece di andare a napoli non si va a fare un giro nei piccoli paesi che sono stati scelti per le discariche?

lei caro presidente dovrebbe ringraziare gente come noi. noi che alimentiamo la democrazia senza essere pagati per farlo, ma semplicemente perché ci piace.

la piramide andrebbe rovesciata. le vere autorità di questa nazione non sono nei palazzi della politica.

confermiamo la nostra stima al suo passato, ma noi, fondamentalisti della terra e del paesaggio, in questi momento abbiamo
un altro presidente. il nostro presidente è un contadino che a quest’ora sta modellando con le mani una pezza di formaggio.

Written by Arminio

2 giugno 2008 a 11:32 am

Pubblicato su AUTORI

5 Risposte

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  1. oggi sono a zungoli. chi non ci è mai andato oggi ha una buona occasione.
    armin

    INVASIONI SISTEMATICHE
    ZUNGOLI PER IL CONTEMPORANEO
    2 giugno 2008

    Zungoli apre le porte all’altro sistema dell’arte contemporanea. Il progetto nasce dalla volontà della giovane curatrice Viviana Checchia di creare un canale per la promozione degli artisti differente da quelli tradizionali. Attenta alla situazione artistica attuale e alla possibilità di rivalorizzazione del territorio,ha individuato nel borgo irpino la location adatta per dar visibilità a nuovi talenti spesso lasciati fuori da un sistema ormai consolidato. Con il suo intersecarsi di vicoli e stradine,le case pontile, le abitazioni in pietra, questo piccolo centro ben si presta ad accogliere nei suoi spazi artisti di diversa provenienza. Un modo per mettere in contatto tra di loro persone le cui affinità vanno oltre l’ambito strettamente artistico e sono da ricercarsi nell’idea comune della necessità di un’alternativa al sistema dell’arte contemporanea. Il 2 giugno artisti,artigiani,teatranti, animeranno il centro storico per l’intera giornata. Un programma quanto mai vario che vedrà gli artisti esporre le proprie opere all’interno delle antiche abitazioni. Angela Zurlo, Natalia Angel Villegas, Angelo Castucci, installeranno la proprie opere in maniera tale da dialogare con gli spazi a disposizione. Sarà visibile anche quanto realizzato dagli artisti nei loro giorni di permanenza sul territorio: installazioni site specific forniranno la diretta testimonianza di quanto creato da Virag Varga e Violeta Caldrés. Di Alessia Travaglini, Ruggero Mantovani, Nazzareno Guglielmi si potranno invece osservare i video proiettati all’interno del vecchio oratorio. Dall’arte al teatro che vedrà Michele del Grosso e Miriam Campaniello del Teatro Instabile Napoli, Floriana e Nicola Dammora protagonisti di performance teatrali che, anche in maniera itinerante, animeranno i vicoli del borgo antico. Un tentativo coraggioso che ha l’obbiettivo di coinvolgere Zungoli in un progetto più a lungo termine,facendone magari un punto di riferimento per quegli artisti che fanno dell’antropologia la loro materia di studio e di ispirazione. Esattamente come Alessandra Cianelli che tenterà di sfruttare la memoria storica degli anziani del posto. Nel pomeriggio sono previste una serie di talk che, spaziando dal diritto (Domenico Petraroli), all’informazione per l’arte (Carla Rossetti), al concetto di contemporaneo (Beatrice Ferrara),offriranno una visione d’insieme circa il tema della manifestazione. Non sarà tralasciato il lato musicale. In serata sono previsti due concerti: Miriam in Siberia, indie rock band da Aversa, e Iristea, con le loro sonorità elettronica-ambient.

    francoarminio2

    2 giugno 2008 at 11:56 am

  2. Franco vado rileggendo il diario civile della tua lotta contro le monnezze; c’è un rischio di retorica anche in questre storie estreme, vere quando ci si oppone alla pianifacazione del peggio, false quando ricorre l’utopia resistenziale che si affida ai nativismi, alle arcadie di un localismo post-moderno (parchi, invasioni poetiche, drammatizzazioni antropologiche, teatralizzazioni dell’impotenza pacifista e degli scrupoli ecologisti): per quanto si lotti contro questi totem autoimposti della derealizzazione che ci priva di profondità sguardo, siamo pure noi irretiti dal sistema globale. Se ripuliamo pure ecologicamente tutte le mostre monnezze e le profumiamo di lavanda e di menta piperita, il nostro pezzetto di giardino ci sembrerà un paradiso di piccole consolazioni ma tutto il resto puzzerà lontano da noi. Sfumature. Ci sono macchie e rumente che non si possono barattare. Un altro pezzo di mondo va sempre scambiato col nostro. La terra non è mai a perdere, anche se è lontana dalle nostre antenne. Il locale non vale il globale. Il problema è il mostro modo di produrre, la nostra economia, la nostra fissazione per lo sviluppo e il pil. Abbiamo bisogno di movimenti retrogradi, non di “progresso”, di villagggi e non di metropoli. Se ti può essere utile ecco cosa ho scritto io qualche mese fa margine di una inutile e costosa campagna di Oliviero Toscani. Doveva sdoganare la Calabria, riabilitarla col marketing. Era una cacata, e tale è rimasta.

    ” “Evento”, “comunicazione”, “immagine”, “marketing territoriale”, sono diventate le parole chiave della peggiore prosopopea modernista. Sono gli idoli di un progressismo di maniera intriso di una retorica dello sviluppo che ha stufato. Spot commerciali degni di un’enfasi senza passione che rende ormai ogni discorso sull’autenticità e i valori di questa terra pomposamente vuoto e buono per tutti gli usi e per tutte le occasioni. Non credo a tutte le statistiche che ci fanno sempre ultimi. Per essere normali bisogna sentirsi normali, pensarsi normali, vivere con dignità anche nell’imperfezione. E agire con responsabilità. C’è un vuoto da colmare, ma ci sono anche tanti pieni da far fruttare. Non è questione di comunicazione, dell’autenticità di un’altra Calabria che pure esiste e resiste a dispetto di tutto. Ci vuole conoscenza autentica e onestà, amore e passione per le persone e per i luoghi, ci vuole dignità. Rinascita dello spirito civico, impegno e senso di responsabilità.

    È un compito che tocca a tutti i calabresi. I problemi veri della Calabria e della sua cattiva reputazione non si possono risolvere con un colpo d’immagine. Ce li risolviamo noi o non ce li risolve nessuno. Se ci affidiamo alla comunicazione e al marketing restiamo fuori dalla realtà, e se ci consegniamo all’immagine ci rassegniamo a un’autenticità al ribasso. Con l’immagine, scrive Baudrillard, “quando si parla di autenticità, è il falso che virtualmente ha già avuto la meglio”. Usciamo subito da questi che sono ormai i veri clichè post-moderni di una condizione di minorità culturale che da noi altrimenti ha già vinto. Per riabilitare la Calabria ci vogliono cose più serie di un bel gadget di immagini seriali e di manifesti 6×3 pieni di ragazzi sorridenti e biancovestiti buoni per fare da testimonial alla prossima Bit. Toscani ha detto che “Essere calabrese è una condizione ereditata, non è una scelta”. È vero. Ma vale per tutti, e a noi comunque piacerebbe ugualmente poter “scegliere” di essere calabresi senza che questo impegni la difesa della nostra dignità e l’onore. Senza doverci sentire più in colpa per esserlo “.
    Ecco, non so se serve.

    Mauro F. Minervino

    2 giugno 2008 at 9:19 PM

  3. caro mauro
    lasciaci qui tutti i pensieri che ti passano per la mente.
    abitiamo luoghi diversi dello stesso dolore.
    armin

    comunitaprovvisoria

    3 giugno 2008 at 9:03 am


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