COMUNITA' PROVVISORIA

terra, paesi, paesaggi, paesologia _ il BLOG

Per non smantellare tasselli del futuro possibile.

Ricopio, in questa nota il bell’articolo di fondo a firma di Aldo Balestra pubblicato sul Il mattino, edizione Avellino del 2 dicembre 2010. E’ l’ultimo tentativo di far compagnia alla moribonda Avellino-Rocchetta. Serve uno scatto d’impeto per procastinarne la fine e trovare -anzi praticare con continuità l’antidoto alla  sua morte.

Il 7 dicembre, martedì , conferenza stampa alla stazione ferroviaria di Avellino, ci piacerebbe la partecipazione di tantissimi. Una mobilitazione per testimoniare questa volta  a favore di una azione concreta, propositiva fattiva già messa in atto da in Loco  Motivi.

Chiederemo, e lo stiamo già facendo, ai sindaci degli oltre 30 comuni interessati dalla tratta, ma perchè no anche di tutti gli altri , di seguire la strada già tracciata dal comune di Paternopoli e di Conza della Campania, che hanno deliberato (o stanno deliberando)  contro la chiusura della  stessa linea ferroviaria.

Alla Comunità Provvisoria,  chiedo, di provare a raccogliersi intorno all’Avellino Rocchetta, elemento infrastrutturale decisivo per lo stesso Parco dell’Irpinia d’Oriente, indipendentemente da quello che diventerà : un’idea, un consorzio, un modo di riconsiderare la terra , un reale parco naturalistico.  Magari riempire la stazione di Avellino , martedì 7 dicembre la mattina della  conferenza stampa di chiusura.(L.B.)

di Aldo Balestra

Non dobbiamo, né vogliamo, commuovere. Desideriamo magari far riflettere, sollecitare contributi d’idee. Idee forti di una storia gloriosa, ma attuali; progetti sostenuti dal coraggio, ma realizzabili; proposte intrise di sogni ed ottimismo, ma utili.  Che servano a questa provincia, proprio oggi e qui che ci domandiamo cosa sarà di una terra in crisi d’identità, sospesa tra passato e futuro, con la consapevolezza a volte inutilmente tronfia del primo e la paura forse eccessiva del secondo. Qui parliamo di una tratta ferroviaria condannata a morte. Esecuzione fissata per il 13 dicembre 2010. E questi sono i giorni più brutti, quelli in cui già si è entrati nel miglio verde, e si sa che il destino è segnato, e che le speranze di salvezza sono legate ad un filo. Questa è una strada ferrata in servizio dall’ottobre del 1895, che volle con determinazione un uomo chiamato Francesco De Sanctis, che di riscatto del Sud si occupava, e per il quale lottava con intelligenza. Una ferrovia lenta, ma tosta. Suggestiva, ma non solo. Ardita, e mica poco. Rumorosa, ma di un bel rumore. Da Avellino a Rocchetta Sant’Antonio, piccolo comune della Puglia, sono 119 chilometri, quanti i paesi irpini. Trentuno stazioni di cui solo 13 oggi in uso; 30 ponti metallici, quello di Lapio fu progettato da un francese ed è ancora oggi oggetto di studio degli architetti; 19 gallerie, di cui una lunga quasi tre chilometri. E un dislivello di 455 metri, dai 217 di Rocchetta ai 672 di Nusco. La gelosia dei campanili, già negli anni della realizzazione, portò all’indolenza di sindaci che manco le strade dai propri paesi agli scali ferroviari costruirono. Eppure questa ferrovia teneva unito il cuore della provincia, partendo da Avellino verso l’Irpinia d’Oriente e oltre, sconfinando in Lucania per fermarsi in quel minuscolo paese che sarebbe poi diventato foggiano, Rocchetta. Fu una conquista, all’epoca, questo treno prima a vapore e più tardi a gasolio, che viaggiava nel verde, sopra e sotto paesi, ma che nel suo suggestivo percorso già teneva conto dei traffici e delle esigenze dell’epoca: i paesi dell’olio e del vino, il commercio di legnami e le castagne, e mica si poteva immaginare che – nel 1996 – uno studio avrebbe dimostrato come oltre cento tra piccole e medie imprese potrebbero ancora giovarsi di un efficace funzionamento di questa ferrovia. Il viaggio dura due ore e mezza, un tempo improponibile, è vero, oggi che ci sono la Freccia rossa e il Pendolino, persino il wi fi ti mettono sul treno, e l’aria condizionata è cosa normale. Sull’Avellino-Rocchetta, invece, è solo il vento che ti rinfresca d’estate. E l’ombra t’arriva solo dagli alberi, che letteralmente sfiori.Il declino cominciò dopo il sisma del 1980, che provocò danni anche alla ferrovia nel tratto di Conza, vicino all’invaso, e quando le strade cominciarono ad abbreviare i tempi di percorrenza in auto fu l’inizio della fine. La mazzata fu l’Ofantina bis. Lavori, esperimenti, disagi, ritardi e tentativi per quei binari sono stati fatti. Epperò si percepiva l’agonia incombente, forse perchè non si credeva davvero al rilancio. Il treno ora funziona solo per pochi studenti d’inverno (una sessantina, fra dieci giorni resteranno a piedi), non d’estate e nemmeno la domenica. Negli anni del centenario, e più intensamente dopo, la littorina biancoverde è però diventata anche quella del ricordo e della nostalgia, e pian piano anche della crescente consapevolezza che potesse ancora servire, non come treno superveloce e confortevole, ma in altra, utile e pur moderna veste. I «treni della domenica», e più recentemente quelli promossi dall’associazione «In loco-motivi», di innamorati delle rotaie e della terra nostra, della lentezza e del buon vivere, del turismo possibile e della riscoperta dei borghi e delle tradizioni, dei paesaggi. Del diversamente «altro». In un anno tremila persone, che tra loro hanno comunicato solo via internet, sono salite su questo treno, contente, per un turismo alternativo in grado di risvegliare paesi e tradizioni, trattorie e trasporti locali, stazioni turistiche e oasi del Wwf. Si può fare economia diffusa, e indurre a pernottamenti, ciò che serve e che cresce solo se si scommette e s’investe, piuttosto che immaginare ed attendere che qualcuno metta due macchinari in un capannone d’Irpinia. Eppure questi tentativi di riutilizzo stanno per finire, schiacciati dalla logica dell’economicità immediata e del mercato, e i tagli dei rami secchi delle ferrovie soffocano pure i vagiti dell’idea possibile. Non si tratta, allora, di stimolare una battaglia della nostalgia, nè tanto meno di retroguardia. Se nel futuro dell’Irpinia c’è anche, e davvero, la valorizzazione del turismo, dell’enogastronomia, della storia e dell’ambiente, con la pianificazione di una strategia di sviluppo che parta dalle istanze del territorio, allora bisogna davvero lottare per evitare che questa tratta ferroviaria, fra qualche giorno, chiuda e finisca in un baleno nel dimenticatoio generale, dopo 115 anni. Mobilitazione (la Cgil è fucina d’idee, in queste ore) e progetti vadano di pari passo: chi amministra, e può, raccolga i segnali che si levano dalla nostra terra. Non si abbia timore, non si temporeggi. D’Azeglio mica esagerava quando diceva che la più irresistibile delle forze è quella che procura la fiducia che si sa ispirare.

da il mattino – ed. avellino  del 2 dicembre 2010

6 Risposte

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  1. abbiamo bisogno di uomini e donne di buona volontà, se facciamo chiudere questa ferrovia poichiuderanno gli asili, le scuole … questi signori vogliono chiuderci la vita. Tutti a manifestare il 7 dicembre alla stazione di Avellino.

    ventre giovanni

    2 dicembre 2010 at 6:19 PM

  2. Questo pomeriggio ci siamo fatti ricevere al Tavolo Istituzionale Provinciale per lo Sviluppo. Hanno ascoltato e fatto proprio la richiesta per la non chiusura dell’Avellino Rocchetta.
    Il resoconto, già pubblicato sul Corriere on line:

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    CONTINUA LA LOTTA PER LA DIFESA DELLA TRATTA
    Avellino-Rocchetta, scatta la mobilitazione

    La Provincia scende in campo sl fianco di inloco_motivi

    Il tavolo istituzionale per il Patto dello Sviluppo in Irpinia scende al fianco dell’associazione inLoco_motivi che si sta battendo per scongiurare la chiusura della linea ferroviaria Avellino-Rocchetta. Taglio deciso nell’ambito dei tagli regionali ai trasporti che prevedono circa il 20% di trasporto su ferro e il 30% su gomma in meno in tutta la regione. L’assessore provinciale alle politiche del lavoro ha allargato la riunione del tavolo del Patto per lo Sviluppo anche al gruppo di inLoco_motivi che ha esposto il proprio report delle attività di un anno sulla linea ferroviazia evidenziandone le alte potenzialità di vettore turistico. Potenzialità confortate dal numero di viaggiatori che ha preso parte alle eperienze di viaggio proposte dal’associazione. L’assessore Solimine ha assicurato un proprio intervento presso l’assessorato ai trasporti regionale anche perchè all’interno delle linee strategiche alla base del Patto per lo Sviluppo la linea ferroviaria Avellino-Rocchetta riveste un ruolo importante per il rilancio del comparto del settore enogastronomico irpino. Una evidenza segnalata anche dall’Assessore al Turismo della Regione Campania Giuseppe De Mita che più volte ha individuato la linea Avellino-Rocchetta come vettore adatto alla promozione territoriale. Intanto il 7 dicembre è il giorno della mobilitazione del settore trasporti regionale. I sindacati incontreranno il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro per esporre le proprie rimostranze per i tagli che l’assessore Vetrella ha disposto ai trasporti regionali. Contemporaneamente l’associazione inLoco_motivi terrà una conferenza stampa nella sala mensa della stazione di Avellino alle 11.00 per sostenere l’iniziativa dei Sindacati e appoggiare le loro rimostranze in materia di tagli ai trasporti. Alla conferenza stampa sono invitati tutti i sindaci dei comuni attraversati dalla tratta. Il consiglio comunale di Paternopoli ha già approvato una delibera per farsi promotore di azioni per salvare la Linea e anche per coinvolgere gli altri sindaci ad aderire a questa iniziativa.

    http://www.corriereirpinia.it/default.php?id=999&art_id=1175
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    VI ASPETTIAMO MARTEDI 7 DICEMBRE ALLA STAZIONE FERROVIARIA DI AVELINO. ORE 11,00.

    lucabattista

    2 dicembre 2010 at 6:39 PM

  3. Qualcuno che sa abbinare la cravatta (ce ne sono, ad avellino si impara prima dell’italiano) vada da luchino di montezemolo e gli faccia capire che con quattro soldi l’anno (500.000 euro bastano per noleggiare la rete e mettere un trenino a spola tutti i sabati e le domeniche?):
    – tiene aperta un’idea di sviluppo turistico alla Zermatt (un posto per figi in svizzera dove si arriva solo in treno) in un parco naturale grande come una piccola provincia italiana;
    – viene iscritto d’ufficio tra i grandi meridionalisti;
    – dimostra che, a differenza di moretti e di tutti i raccomandati che gli fanno concorrenza dal carrozzone di trenitalia, gli batte nel petto un cuore da capostazione;
    – trasloca gratis et amore Dei i voti che questa provincia parcheggia nella sua stessa area politica;
    – il partito ferroviario irpino se non gli fa raggiungere il break even poco ci manca…

    paolo

    2 dicembre 2010 at 7:08 PM

  4. martedì sette dicembre ci sono!
    è una data che viene due giorni prima la consegna del nuovo libro, ma non posso mancare!

    Arminio

    2 dicembre 2010 at 8:40 PM

  5. bella l’idea della conferenza stampa nella stazione.
    bellissima l’avellino-rocchetta.
    ci sono, ovviamente.
    e.

    eldarin

    3 dicembre 2010 at 9:49 am

  6. Tutto il mio appoggio, in qualunque modo esprimibile.

    Salvatore D'Angelo

    3 dicembre 2010 at 10:45 am


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