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l’utopia del fallimento
l’utopia del fallimento
9 e 10 .7.2011 _ di angelo verderosa
Mi ha impressionato il titolo e il contenuto dell’articolo pubblicato sul Mattino–Avellino di oggi “Cairano 7x perde i pezzi, cancellato Arminio” e, tornato a casa dopo qualche giorno di assenza per vicissitudini varie, leggo i vari commenti sul blog e mi accingo adesso a scrivere della vicenda, della delusione e dei miei sentimenti, tentando di analizzarne i passaggi.
Non vorrei, dopo gli impegni profusi in questi ultimi 4 anni, che si lasciasse posto ad una lapide giornalistica per far tombare definitivamente le inscindibili esperienze della Comunità Provvisoria e di Cairano 7x ma anche del Parco rurale, della salvaguardia del Formicoso e dei nostri paesaggi, del riabitare i paesi e delle tante altre tematiche avviate, paesologiche e non.
Voglio scrivere subito che l’eventuale fallimento della “rupe dell’utopia”, che doveva tenersi ad agosto tra i 7 eventi di Cairano 7x, sancirebbe di fatto anche il fallimento della “comunità provvisoria”. Di conseguenza, sembrerebbe che il percorso utopistico fatto finora insieme era finalizzato a null’altro che all’attuale subentrante fallimento; confermando che la C.P. era già finita quando scritto da Arminio, a novembre 2010.
Di seguito parlerò degli intellettuali irpini in generale; vi invito a non cercare di trovare personalizzazioni. Di sicuro in 7x e C.P. , negli ultimi 4 anni, si sono cimentate le migliori energie intellettuali che vivono in Irpinia, scevre da qualsiasi appartenenza partitica, impegnate a vario titolo nel sociale, abili comunicatori, attenti professionisti. Di fatto però l’affrettata conclusione a cui sembra relegarsi l’esperienza finora fatta finisce con l’accomunare sullo stesso terreno il fallimento dei nostri intellettuali a quelli del sud (e dell’umanità) in generale.
Un fallimento che conferma l’incapacità degli ‘intellettuali’ di essere parte integrante, non solo lievito, delle comunità in cui vivono. Intellettuali che hanno finito con l’affidare le rivoluzioni del terzo millennio alla leggerezza e alla sveltezza della loro tastiera; forse anch’essi ingannati dalla facilità di comunicazione sociale che offrono oggi facebook e blogs, dove il consenso si manifesta con un ‘mi piace’, tra l’altro unica opzione possibile; e con poche decine di ‘mi piace’ si finisce col convincersi che la società sia pronta ad un cambiamento epocale. Ma quale singola parte di società conosciamo e a quale sotto-parte ci relazioniamo ?