COMUNITA' PROVVISORIA

terra, paesi, paesaggi, paesologia _ il BLOG

VERSI per il FORMICOSO

NO ALLA DISCARICA  no al nero    sì al verde     si al parco dell’irpinia d’oriente

… DOMENICA 7 SETTEMBRE _ intero giorno al CASTELLO di SANT’ANGELO dei LOMBARDI    

Versi per il Formicoso / 100 VOCI per l’Irpinia  

Giornata di poesia, di letteratura e di arte per il Formicoso e per il Parco dell’Irpinia d’Oriente

7 settembre 2008

CASTELLO degli Imperiale in Sant’Angelo dei Lombardi

PROGRAMMA 

11.00 : Apertura della Mostra di Pittura, Scultura e Fotografia

13.00 : Colazione a sacco o pranzo presso i ristoranti (*)

16.00 : Letture per il Formicoso

18.00 : la COMUNITA’ PROVVISORIA presenta il PARCO dell’IRPINIA d’ORIENTE 

18.30 : Dibattito delle 100 VOCI 

19.30 : Proiezioni video e documentari sul paesaggio d’Irpinia

La partecipazione è libera ed è aperta a tutti coloro che amano questa terra d’Irpinia e vogliono testimoniarlo con la poesia, la scrittura, la pittura, la scultura, l’architettura, il cinema, la musica. 

Hanno finora aderito ___________________________________

Paolo Saggese, Giuseppe Iuliano, Franco Arminio, Angelo Verderosa, Alfonso Nannariello, Felice Storti,   Pasquale Martiniello, Ugo Piscopo, Nicola Prebenna, Giuseppe Liuccio, Luisa Martiniello, Teresa Romei, Vincenzo D’Alessio, Anna Maria Galasso, Salvatore Salvatore, Olga Di Gregorio, Maria Rosaria Di Rienzo, Livio Borriello, Alessandro Di Napoli, Giandonato Giordano, Gherardo Mengoni, Pasquale Gallicchio, Raffaele Barbieri, Luigi Grosso, Oriana Costanzi, Angelo Cristofaro, Maddalena Verderosa, Vera Mocella, Antonietta Gnerre, Franca Molinaro, Rossella Luongo, Monia Gaita, Ottaviano De Biase, Roberta Gimigliano, Emilia Bersabea Cirillo, Claudia Iandolo, Paolo Battista, Luca Battista, Domenico Cipriano (Guardia), Domenico Cipriano (Frigento), Faustino De Palma, Gaetano Calabrese di Lioni, Gaetano Calabrese di Nusco, Alfonso Attilio Faia, Rosella Ripa, Domenico Cambria, Fernando Antoniello, Nunziatina Policino, Luigi Capone, Assunta Del Sordo, Giuseppina Polico, Tancredi Lisena, Gennaro Iannarone, Lucrezia Di Benedetto, Maria Teresa Iarrobino, Toni Ricciardi, i giornalisti Carlo Picone e Gerardo Di Tuccio, Franco Archidiacono, Fiduciario Condotta Slow food Baronia – Valle Ufita, gli artisti Fulvio Moscaritolo, Luigi Di Guglielmo, Giuseppe Rubico, Rachele Branca, Gabriella Aulisa, Tony Salvo, Catia Marano, Veronica Piccirillo, Luigi Prudente, Luciano Luciani, Emilio De Rogatis, Beatrice Tavernese, Agostino Dello Russo, Nicola Guarino, Tiberio Luciani, Antonio Restaino, Rodrigo Perillo, Gianni Cataldo, l’intera redazione della rivista di studi storici “Vicum”, l’intera redazione del mensile “Altirpinia”, l’Associazione culturale “Fateci respirare”, il fotografo Carlos Solito, i musicisti Lucio Lazzaruolo, Raffaele Villanova, Nino Uva, Rino Teta, il regista Federico Di Cecilia, gli artisti Gianni Di Nardo, l’archeologa  Elda Martino, il COCIS, Mario De Masi, attore del teatro Elicantropo di Carlo Cerciello, l’editrice Giovanna Scuderi, il giornalista Michele Vespasiano, Stefano Quaresimale, Fiorella Delli Gatti.

Sul Blog della Comunità Provvisoria hanno finora aderito :  Giuseppina Polico, Domenico Cambria, Luigi Capone, Carmine Rossi, Sergio Gioia, Emanuela Sica, Linda Iurato, Mimmo Petecca e la Galleria d’Arte Civica Contemporanea, Gerardina De Vito, Viola Amarelli, Maria Pina Ciancio, Marco Matarazzo, Antonio Imbriano, Rocco Quagliariello, Rossana Cetta; a mezzo e.mail hanno aderito : Giovanni Maggino, Federico Verderosa, Michele Giammarino, Angelo Cataldo, Nicola Zarra,  Pasquale Lodise.

Associazioni operanti nel territorio di Sant’Angelo dei Lombardi :  Pro Loco, Confraternita di Misericordia,  Acli Circolo Millennium.

Amministratori irpini : Sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi  Michele Forte,  Capogruppo di Maggioranza Vincenzo Lucido, Sindaco e Vice-sindaco di Monteverde, Franco Ricciardi e Antonio Vella, Salvatore Ruggiero, delegato alla Cultura del Comune di Lioni  Assessore alla Comunità Montana “Alta Irpinia”,  Sindaco di Torella dei Lombardi, Vincenzo Lasprogata, Vicesindaco Arcangelo Lodise, Assessore Amado Delli Gatti,  Sindaco di Prata Principato Ultra Antonio Aufiero.

Scuola irpina :  Dirigenti Scolastici Rosanna Repole, Dora Garofalo, Preside emerita, Gerardo Vespucci.

 La giornata, oltre a letture di testi poetici ed in prosa, prevede, come ha suggerito Alfonso Nannariello, vere e proprie performance artistiche e land art, che saranno documentate da video e fotografie, e che diverranno un volume e una grande mostra (con foto, poesie, scritti, dipinti e video), di cui saranno protagonisti tutti gli intervenuti.

Questa sarà la prima di una serie di giornate e di eventi a cadenza almeno mensile dedicati al Formicoso e all’emergenza Irpinia.

Infatti, viviamo un momento cruciale per la nostra terra, un momento che può essere di svolta nella lotta culturale per l’Irpinia: perciò, inauguriamo – dice Franco Arminio – “un autunno caldo della Cultura in Irpinia”.

Chi vuole aderire, può inviare un video o un testo – in poesia o in prosa – dedicato al territorio irpino, scrivendo un commento sul Blog della COMUNITA’ PROVVISORIA https://comunitaprovvisoria.wordpress.com ; il COMMENTO, compatibilmente con i tempi a disposizione, sarà proiettato e letto in sala, domenica 7 al Castello. 

.

sono pervenute fonora oltre 100 adesioni: è importante vederci domenica alle 9.30 in modo da organizzare gli spazi; sarà tutto in contemporanea; si ipotizza uno spazio video, uno spazio scrittura, uno spazio pittura-scultura-fotografia; uno spazio libero. Se il tempo è buono le opere artistiche potranno essere esposte all’aperto, negli spazi del Castello.  Ognuno si attrezzi per trascorrere l’intera giornata fuori (colazione, scarpe comode, maglione, fotocamera). 

.

RISTORANTI aperti a Sant’Angelo dei Lombardi (tutti molto ok) :

 -I Caipirri   0827.23387

-O’ Metetore  0827.23829

-Goleto (Michele)  0827.215215    

-Il Porcellino (chiuso per ferie)

– La Locanda  (chiuso per ferie) 

– – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – –

organizzazione :  Centro di documentazione sulla poesia del Sud, Comitato “Nessuno tocchi il Formicoso”,  Centro Studi “Giordano Bruno” di Castelfranci

.

alcuni post precedenti sul parco

https://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2008/05/27/cp-escursione-del-24-maggio-2008/

https://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2008/05/11/parco-dellirpinia-doriente-relazione-illustrativa/

https://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2008/04/21/non-vogliamo-una-discarica-vogliamo-il-parco-regionale-dellirpinia-doriente/

la prima proposta per il PARCO e le prime adesioni pervenute a maggio 2008

https://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2008/04/23/parco-regionale-dellirpinia-doriente-prima-uscita-domenica-4-maggio-a-sandrea/

.

– – –

Un coro per il Formicoso

 

Paolo Saggese

 

-pubblicato su Ottopagine di domenica 7 settembre 2008-

 

In questi giorni una parte dell’opinione pubblica irpina ha mostrato forza, convinzione, amore per questa terra. Il primo segnale è stato dato dai musicisti, a partire da Vinicio Capossela e dalle tante band che si sono esibite il 18 agosto sul Formicoso. Poi sono seguite le voci – un coro ricco e pluricorde – di artisti, scrittori, poeti, musicisti, che si incontrano oggi, a Sant’Angelo dei Lombardi, nel Castello degli Imperiale, per cantare il loro amore per l’Irpinia. Questa testimonianza per il Formicoso è una testimonianza per l’Irpinia, di cui il Centro di documentazione sulla poesia del Sud, il Comitato “Nessuno tocchi il Formicoso”, la “Comunità provvisoria” e il Centro studi “Giordano Bruno” di Felice Storti si sono fatti promotori nella convinzione che il mondo della cultura non poteva stare a guardare, come a volte, colpevolmente, ha fatto. In particolare, la Comunità provvisoria realizzerà una video-proiezione sul Parco naturale dell’Irpinia d’Oriente, subito dopo le letture “corali”, che inizieranno alle ore 16.00 e termineranno alle 18.00/18.30.

Hanno aderito all’appello molti amministratori e più di cento cittadini irpini amanti dell’arte, della scrittura, della pittura, che hanno descritto l’Irpinia attraverso immagini e parole. L’iniziativa ha avuto un primo successo. Perciò gli organizzatori (chi scrive, Giuseppe Iuliano, Franco Arminio, Angelo Verderosa, Alfonso Nannariello, Felice Storti) ringraziano tutti coloro che hanno in vario modo collaborato.

Dicevo di questo coro. Ecco allora gli diamo la parola, per dimostrare la sua forza, qui facendo seguire pochi stralci degli interventi, quasi tutti inediti, pervenuti via e-mail (altri arriveranno oggi e nei prossimi giorni).

Pasquale Martiniello, che da tempo sollecitava una giornata per il Formicoso, ha scritto: “Lasciate le fasce tricolori / come spoglie di cicale al fuoco / delle stoppie se crea violenza / la legge e se lo stato dissacra / perfora e devasta ancora il seno / della nostra terra” (da “Lasciate le fasce”). Franco Arminio immagina: Il vento arriva qui a zampa di gatto / porta in aria la coda dei cani / le ossa dei vecchi. / Stranezze invisibili / per il resto tutto è a posto” (da “Canto di una pala eolica”).

Giuseppe Iuliano evoca con voce potente: “Siamo terragni d’Irpinia / della striscia d’oriente / e di ogni altro confine / noi, popolo di formiche, / gente senza discrimine” (da “L’urlo dietro l’ultimo aquilone”), mentre Raffaele Della Fera sente il richiamo della Terra: “Aspetta / la mia terra aspetta / e nello sperar paziente / chiama” (da “Tu chiami”). Gabriele De Masi ci ricorda il “falco pellegrino, ali aperte / sguardo sul solco di stoppie / a cercar la serpe, il sorcio” (da “Formicoso”).

Salvatore Salvatore, da cantore della Terra, scrive: “Erano di grano / le pareti dei pasti / e di stoppie i sedili / all’ombra degli olmi” (da “Figli dell’allodola”).

Alfonso Nannariello esclama: “dopo che ci avete fatto il deserto / e / costretto tanti di noi a fuggire /
ci siamo ancora scavati la vita / con / unghie di zappa e digrigni di denti”.

Fernando Antoniello descrive così il consumismo imperante: “La nuova civiltà sgrava rifiuti. / Fète lo jato re la terra, tanfa lo respiro. / Ventre malato e crosta alleveruta” (da “Consumismo”).

Giuseppina Polico ha cantato la bellezza del Formicoso: “Oasi di refrigerante pace tu sei / terra del Formicoso, / se avessi braccia infinite / ti abbraccerei quando all’orizzonte / ti congiungi al cielo” (da “Perché sconvolgere la bellezza della mia cara terra”).

Anche Emilia Bersabea Cirillo ha esaltato la sua unicità: “Ci sono luoghi che si infilano dentro di noi. E non se ne vanno più. Li accogliamo per come sono dimenticati, splendenti, sconosciuti, indimenticabili. … (da “Per il Formicoso”).

Allo stesso modo Teresa Romei: “Una natura incontaminata, amata ed offesa, che contiene i colori del mondo: foglie, aria, girandole di ginestre e lupinella. La sovrasta un girotondo di nuvole che viaggiano nel cielo, raccontando di una terra donata all’uomo non per essere oltraggiata …” (da “L’Irpinia”). La giovane Lidia Salvatore confessa: “Per la prima volta nei giorni scorsi mi sono ritrovata a difendere con convinzione la mia terra”.

Claudia Iandolo ne ha evocato immagini e colori: “Oppure i gatti con gli occhi di madonna / Per questa terra distratta a reclamare / La vita che non c’è  …” (da “Non olet”).

Senso di rivolta in Luisa Martiniello: “Dissanguati dal terremoto, / svenati dall’Apulia sitibunda, / non vogliamo offrire più / neanche le costole di stucchi pagliosi, / battute già dalle pale eoliche, / all’arcobaleno del fetore costiero” (da “Bisogna rompere”).

Giandonato Giordano ha evocato in un racconto i suoi ricordi partendo dal concerto di Vinicio Capossela: “E’ il 18 agosto e sul Formicoso c’è gente, tanta gente. Le file di auto si allungano in una chilometrica serpentina che si illumina con il calar della sera. In attesa del concerto di  Vinicio Capossela i sindaci dell’Alta Irpinia si affannano a spiegare le ragione del no alla megadiscarica che il governo vuole piazzare su questo meraviglioso Altopiano” (da “Una vacanza al Formicoso”).

Monia Gaita, nel suo stile difficile, ha scritto: “Campi in cui la pièna di giallo / decresce solo a séra, / dèdita al giòco del silènzio / sòtto le case dal vòlto demodè” (da “Irpinia alta”). Anna Maria Galasso esalta il Mare verde”:Nell’aria aleggia un vago profumo: / dopo un arido inverno un’intensa fioritura. / Gemme verdi brillano nella rugiada, / acacie dorate su stagni scintillanti”.

Franca Molinaro ha cantato per il Calore: “Voli di rondini / dipinte da un maestro fiammingo / sfiorano il letto di ciottoli asciutto /  afa di stoppie arse …” (da “Sotto il ponte”), mentre Nunziatina Policino ancora il Formicoso: “Mammelle gonfie / di chicchi sfamanti, nutrienti / d’oro / – da sempre – le tue zolle / amato, amato Formicoso” (da “Amato Formicoso”).

Rossella Luongo ha evocato così la terra: “Tua fui, mia radice / umida marcescente di terra / amara ti raggiungo, sulle anime / pie l’imbrunire scalzo / ancora lava la coscienza / plumbea, dal cieco riscatto / azzannato dal tempo”.

In un altro racconto, Faustino De Palma ha scritto: “Giungo, infine, sul crinale. Vedo il Vulture, Bisaccia, Cairano, Sant’Andrea di Conza; giù sulla destra si intravede Andretta. È il mondo del silenzio, rotto solo dal fruscio del vento e delle pale. Si farà qui la discarica? E quando mai ci arriveranno i compattatori in questo Far West della Campania?”

Giuseppe Panella ha evocato così una speranza: “Gli orsi polari nuotano goffamente nell’oceano dal ghiaccio disciolto / e il mare non li inghiotte ma non li salva dal loro destino di morte – /  animali senza  spazio vitale, senza  luogo di riposo e  senza colore avito…”.

Gherardo Mengoni in uno stralcio del suo “Itinerario borghese”, evoca così l’Alta Irpinia: “Giuseppina recitava con particolare fervore, specie le allocuzioni all’Angelo Custode. Aveva paura delle ianare che, come si diceva in paese, nelle notti d’estate con la luna piena, andavano giù alla Mefite dell’Ansanto a scavare nel terreno cocci e pezzi d’ossa per i loro sortilegi. Giuseppina in mente sua le ianare le aveva individuate ma non lo diceva a nessuno. Erano tre. Una più brutta dell’altra; vecchie e sporche”.

Pasquale Gallicchio si domanda: “Formicoso. Spesso mi chiedo di che materia sia fatta questa parola. Soltanto salendo sull’altopiano ti accorgi che il Formicoso respira delle lotte per la terra. La lucentezza dei luoghi spesso cede il passo alle ombre di speranze umane mai sopite. Qui l’oro del grano si nutre del sudore dei contadini” (da “Terra”).

Tancredi Lisena rievoca con efficacia “La monnezza”: Ammassi di smunti colori / riempiono ogni dove. / Qua e là vecchi materassi / dopo le godurie domestiche / danno sollievo a  spauriti randagi …”.

Ottaviano De Biase canta “In nome della mia terra offesa”: “Qui la terra e la morte sono diventati / un corpo solo, una voce sola, / occhi a cui hanno rubato perfino la speranza”. Il giovane Alessandro Di Pietro scrive: “Il Formicoso è un altopiano che si scorge da lontano, / pien di grano coltivato per soddisfare il vicinato”. Domenico Cambria esalta l’“Irpinia”: “Ulula il lupo / sugli altipiani irpini. / Geme nel suo dolore …”. Paolo Battista evoca: “La vita è un continuo respirare il gas degli altri. / La vita ti fa ascoltare i più stupidi frastuoni che ingombrano i timpani / incapaci ormai di ascoltare la voce del cuore”. Assia Del Sordo evoca la terra del padre in cui “crescevano le viole / nascevano gli uccelli”. Queste sono alcune delle voci di cui l’Irpinia ha bisogno, sono voci, che finalmente diventano coro.

– – –

 

 

 

Written by A_ve

6 settembre 2008 a 3:33 PM

Pubblicato su Petizioni, Segnalazioni, Stampa

Tagged with , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

126 Risposte

Subscribe to comments with RSS.

  1. a d e r i s c o

    PERCHE’ SCONVOLGERE LA BELLEZZA DELLA MIA CARA TERRA?

    Oasi di refrigerante pace tu sei
    terra del Formicoso,
    se avessi braccia infinite
    ti abbraccerei quando all’orizzonte
    ti congiungi al cielo.
    Terra casta e pudica, del contadino
    gran madre e amica,
    con i tuoi chicchi fecondi
    stretti sullo stelo
    ora stai per esser occultata da un
    NERO VELO.
    Dalla Regione veniva il
    Signor cacciatore
    in cerca della beccaccia,
    ora lo stesso viene da te invece
    con un’altra faccia
    e per un’altra traccia.
    E tu, PERO SPACCONE
    dai rami lunghi e sottili
    che pendono sospesi
    dal ripido pendio,
    dimora di tanti nidi;
    hai donato ombra e refrigerio
    durante la calura estiva
    a viandanti e stanchi mietitori,
    ed ora in una notte di ferragosto
    stendardi e bandiere sventolano
    per difendere te e la tua terra,
    noi stessi e la nostra terra,
    le tue radici e le nostre radici.
    Chissà quante notti hai fatto innalzare
    i tuoi rami verso le stelle,
    mentre un fremito di vento
    potava echi di voci lontane.
    Erano contadini che
    sulle aie liberavano il grano dalla pula,
    e anche se stanchi,
    cantavano felici per il loro raccolto.
    Tra poco questo passato sarà dimenticato,
    questo territorio sarà deturpato,
    non più trattori a sventrare
    le zolle per la semina,
    ma trivelle per l’impianto di stoccaggio.
    AHIME’ CON QUALE CORAGGIO!…
    Terra, mia cara terra
    ricca di valori, anche se da soli
    ti difenderemo a denti stretti,
    e di nuovo, a primavera,
    ritorneranno stormi di uccelli
    che fugheran cinguettando la tristezza!…….

    Polico Giuseppina – Via Vittorio Veneto , 13 – 83040 Andretta (AV)

    giuseppina polico / aderisco

    26 agosto 2008 at 6:47 PM

  2. è il mio contributo alla causa … saluti, MIMI’

    I R P I N I A (2008)

    Ulula il lupo
    sugli altipiani irpini.
    Geme nel suo dolore,
    nella terra calpestata dai greci,
    dai romani,
    dai bizantini,
    dal suo popolo
    e da Ruggiero il Normanno.
    Corri lupo…corri
    dillo a tutti che i romani sono tornati,
    quelli di oggi,
    con armi ancora più forti
    a rivendicare ciò
    che non fu mai loro: la nostra terra.
    Và, dillo a tutti
    che siamo di nuovo in guerra.
    Dillo, non temere,
    urla il tuo dolore,
    la tua rabbia,
    il tuo odio riposto
    per chi sporcò la terra degli eroi.
    Dillo,
    dal Terminio al Cervialto
    e dal Partenio all’Aufidus,
    dillo che sono tornati.
    Dillo allo spirito dei tuoi guerrieri,
    disotterra “il gallo di bronzo”
    ed urla al popolo dei sanniti
    che non accettiamo l’oro di Neapoles,
    né altro.
    Che il sangue degli eroi non si vende,
    né si baratta.
    Dillo che il gorgoglio delle acque
    ed il profumo della terra
    schiumano ancora sangue,
    tra le balze scoscese dei monti
    ed i prati incontaminati delle colline.
    Dillo,
    tu che questo lo sai,
    raccontalo a tutti,
    dille le gesta di quegli avi
    tra i bivacchi a cerchio e le notti di luna piena.
    Corri lupo…corri,
    dillo tutto questo agli irpini
    che sono di nuovo in guerra,
    ancora una volta con il nemico di sempre: Roma.
    Dillo.
    E non tornare più indietro
    sino a quando
    le zampe non si saranno rotte
    e gli artigli schermiti
    e le fauci morenti
    e gli occhi spenti.
    Dillo lupo…dillo,
    o addio per sempre.

    Domenico Cambria

    domenico cambria / aderisco

    26 agosto 2008 at 6:54 PM

  3. Forse non c’è ne bisogno, perchè è un pò scontato che un provvisorio aderisca, comunque se accettato porterò alla causa un video autoprodotto (durata sette (7) minuti):

    RIPRENDIAMO CONTATTO
    faccia narrante di Salvatore Mazza
    Corpi in movimento di Antonella De Angelis
    Testi di Luca Battista

    per adesso.. poi se ho da produrre qualche altra cosa…

    domanda: gli artisti possono portare una loro opera ? e se si devono portarsi il cavalletto ?
    forse val la pena di parlarne sabato a sant’angelo.

    Luca battista

    luca b.

    26 agosto 2008 at 7:18 PM

  4. vi ricordate quel mio / nostro sogno di fare eventi in contemporanea nei vari spazi dell’abbazia ? proviamo a farlo domenica 7 settembre … ognuno porti una cosa … il giorno prima, intera giornata, monteremo il tutto
    @ luca:
    1. possibilmente massima autosufficienza: porta proiettore, casse, schermo, prolunghe, ecc. così proietteremo in un posto impensabile
    2. porterei anche l’architettura tra le arti … chi legge organizzi un plastico, una tavola, un disegno, una proiezione

    potremmo aprire la mostra ogni sabato e domenica fino a fine settembre / è una casualità ?
    date un’occhiata … http://www.beniculturali.it/eventi/dettaglio.asp?nd=ec,ri&idevento=54139

    verderosa

    26 agosto 2008 at 7:36 PM

  5. si, oltre alllre parole ognuno porti qualche sua produzione immateriale, oltre a un pò di viveri….
    trasformiamo il goleto nella casa dei creativi. ed è importante smuovere un pò di ragazzi…
    sabato a sant’angelo possiamo mettere a punto il tutto….

    arminio

    26 agosto 2008 at 10:39 PM

  6. aderisco,posso se possibile farei un intervento di land-art

    giuseppe rubicco

    27 agosto 2008 at 12:45 PM

  7. io e il silenzio dell’ultimo grano …

    (ripenso a quello spazio e
    trovo commovente il suo destino
    di terra umile e silente
    di semplice natura emozionante
    – non più di tante altre, vero ma neanche meno –
    che deve essere salvata
    dall’esuberanza emozionale,
    dal suono e dal colore, dagli “umani” sensi
    appartenti ai simili dei suoi carnefici
    già pronti con le ruspe
    nascosti dietro la luna nascente)

    Metaphisique

    27 agosto 2008 at 1:33 PM

  8. (Nuvole squarciate)

    Nuvole squarciate nel cielo antracite:
    nuvole fluttuanti.

    Incastri di stelle solitarie.

    Sano odor di merda e francobolli di grano.
    Stato confusionale e totalità:
    buie tonalità.

    La luna si nasconde
    dietro i suoi ossigenati capelli:
    piovono coltelli
    sulle spalle dell’indifferenza:
    nuovi squarci
    per i corpi forgiati dal progresso.

    PaoloBattista

    Paolo Battista

    27 agosto 2008 at 2:56 PM

  9. Scusatemi ma non ho mai creduto nelle rivoluzioni culturali e quelli di ottobre…..non vorrei fare il guasta festa ma non vedo niente di nuovo sotto il trattore: “un autunno caldo della Cultura in Irpinia”: ….”Bombardate i quartier generali”? Tienammente (la banda dei quattro)!

    La “maggiore responsabilità” per la Rivoluzione Culturale, che ha portato “la più aspra involuzione e le più pesanti perdite per il partito e per il popolo dalla fondazione dela Repubblica popolare cinese”.
    Non ho mai creduto nelle “rivoluzioni culturali” ne tanto che esse abbiano sortito qualcosa. L’attuale situazione mondiale ne è testimone. Credo che ci sia bisogno al contrario di diventare molto più stupiDi e stupiTi.

    Si fà qui un’appello agli intellettuali irpinici … ho sempre avuto paura degli intelletuali (di destra e di sinistra che sia) …….

    C’è il rischio che dopo le spinte federaliste ed autonomiste del Lomabardi scesi in Irpinia per le ferie estive per creare un “movimento autonomo” (….da chi mi chiedo poi?) si crei un’altra situazione peggiore e molto più reazionaria di questa.

    Mi dispiace non poterci esserci come “scemo provvisorio”, mi avesse fatto piacere impararvi a costruirvi in casa la moto del tempo perchè credo che un ritorno all’artigianato locale sia necessario; ritonare alle putee u’mast.

    Nel frattempo i ghiacciai del polo nord si sciolgono, i paesi costieri si dovranno incollinare, le colline ammareranno e le discariche saranno le nuove fonti energetiche del futuro…….

    L’autunno caldo ci sarà anche forse solo per ragioni “climatiche”.

    Uacc
    nanosencondo

    Nanosecondo

    28 agosto 2008 at 9:24 am

  10. codice civile:

    Art.2229 – Esercizio delle professioni intellettuali – La legge determina le professioni intellettuali per l’esercizio delle quali è necessaria la iscrizione in appositi albi o elenchi.
    L’accertamento dei requisiti per l’iscrizione negli albi o negli elenchi, la tenuta dei medesimi e il potere disciplinare sugli iscritti sono demandati alle associazioni professionali, sotto la vigilanza dello Stato, salvo che la legge disponga diversamente.
    Contro il rifiuto dell’iscrizione o la cancellazione dagli albi o elenchi, e contro i provvedimenti disciplinari che importano la perdita o la sospensione del diritto all’esercizio della professione è ammesso ricorso in via giurisdizionale nei modi e nei termini stabiliti dalle leggi speciali.

    O sempre avute delle riserve su chi si definisce intellettuale…….. libero o di stato che sia. Spero che presto abboliscano anche gli albi professionali e colleggi vari (in america si chiamano corporescion le nuove forme del potere?).

    Uacc Uaa
    Nanosecondo

    Nanosecondo

    28 agosto 2008 at 9:39 am

  11. La forza autonoma dell’arte è una rivoluzione culturale. sempre. comunque. qui e altrove. oggi, più che mai siamo pronti per l’ennesima battaglia: per rallentare le forme dispotiche di progresso, senza stupore e stupidità, ma con coraggio, rabbia, forza, passione…le battaglie culturali ( che i posteri definiranno poi Rivoluzioni ) sono l’essenza dell’animo di uomini che altri definiscono intellettuali ma che in realtà sono la speranza di un mondo che senza le spinte al plutonio dell’arte sarebbe già decaduto nella più completa falsificazione o desolazione o distruzione. le rivoluzioni culturali sono la speranza.
    L’arte è un movimento autonomo, che come in questo caso, a differenza delle spinte federaliste dei lombardi, cerca di dare una spinta naturalista alla completa indifferanza della politica e del mondo borghese civilizzato e progressista. quindi io dico SI alla rivoluzione meridiana, per un futuro in cui respirare non sia monopolio di stato o di fantasiose corporation, ma sia invece il frutto della natura stessa, con i suoi alberi e le sue distese di grano, con i suoi odori e le sue lune, con la sua terra e il lavoro delle mani.

    Paolo battista...per l'arte al formicoso...

    28 agosto 2008 at 2:17 PM

  12. LA VERITA’ FASULLA

    La vita è un continuo respirare il gas degli altri.
    La vita ti fa ascoltare i più stupidi frastuoni che ingombrano i timpani incapaci ormai di ascoltare la voce del cuore.
    E’ più facile fare amicizia con un fiore piuttosto che con un uomo tra sei miliardi di manichini.
    Se potessi osannare i bei tempi andati sarei il nuovo Davide che s’incazza e spacca il culo al gigante.
    Se esistesse dio si sarebbe già rotto i celestiali coglioni.
    Chi ci salverà da questa eterna follia?
    La natura è andata al cesso.
    La libertà non esiste.
    La verità fasulla.
    Sono finiti i tempi in cui i poeti si ubriacavano felici:
    ora cercano nella tazza oscura l’assenzio che li avvicini alla morte.
    Ma è forse vita questa?
    E’ forse poesia un lamento?
    Sepolte le solitudini dell’ottocento, di cosa ci ubriacheranno i poeti?
    Per quanto motivato e sincero, cosa insegneranno ai bambini futuri?
    A non buttar in terra le cartacce? A quanto è utile la merce?
    Ma le caramelle provocano il cancro: gli diranno: bambini, gli sconosciuti è meglio che rimangano sempre sconosciuti.
    E la voglia di stare al mondo?
    Quando sento parlare di sviluppo mi viene in mente il fascismo.
    Razza umana: io ti dichiaro morte e polvere da disperdere.
    Violenza in terra e cielo, violenza in mare, violenza e basta!
    Ti avrei donato un bel fiore: beh! altri tempi, ricordi dell’ottocento.
    E se l’uomo ciarlando alla cieca, a un certo punto, si scoprisse solo nell’universo?
    Nessuna ricompensa eterna ci ripagherebbe adesso per avere agito in discordanza con i buoni propositi.
    La convenienza e la vigliaccheria vanno di pari passo, cosi come i soldi stabiliscono la disparità e distribuiscono la miseria.
    E chi si sente buono facendo l’elemosina sa di essere puzzo di merda di cui può vantarsi con i suoi simili, ma non conta un cazzo per nessuno.
    La commiserazione che il mondo m’impone mi rende simile a un fantasma:
    e le strade che da anni calpesto non mi possono dare felicità: dalla fine dell’adolescenza in poi è reale solo la falsità e l’interesse per il perbenismo.
    I burattini sono mascherati al meglio: serve a questo l’evoluzione?
    Non la voglio vivere io ” sta cosa “.
    Non vi do il mio tempo per non rovinarvi la giornata.
    E intanto i bambini giocano e sembrano felici: ancora non sanno dove sonop capitati.

    Paolo battista...per l'arte al formicoso...

    28 agosto 2008 at 2:37 PM

  13. Cari amici,

    questa volta, ma l’ho fatto tante volte in fondo, devo dar ragione a Enzo (nano).

    Questo post è stato riscritto dopo una mia protesta (pubblicata) perchè era stato inserito impropriamente, secondo me, il nome della comunità provvisoria.
    Poi è stato cancellato e riscritto senza più la comunità provvisoria tra gli organizzatori.
    Capisco perchè è stato fatto, sicuramente per preservare la comunità provvisoria e anche probabilmente per ascoltare le critiche di un amico.
    Tuttavia devo dire che io preferisco il dibattito duro e franco alle “correzioni”, diciamo che preferisco la democrazia al massimo livello della sua espressione. In questo sono d’accordo con Enzo (l’altro). Molto meglio, e sicuramente più proficuo, il dibattito su tutto ma proprio tutto (siamo tra adulti, e tra amici) senza nessun tipo di accomodamento.

    Ma questo adesso non c’entra più.

    Veniamo ai contenuti di questo invito e al perchè dicevo di essere d’accordo, almeno in parte, con Enzo (nano).

    Le ragioni sono queste: i cento intellettuali d’Irpinia (voglio sperare che sia soltanto una battuta, non oso immaginare che l’inventore del titolo abbia pensato al povero Guido Dorso) sono parte di quel ceto piccolo-borghese, cancro del sud e su cui non voglio aggiungere nient’altro a quello che disse e scrisse il buon Carlo Levi.
    Io non ho mai capito perchè si cercano gli intellettuali. O meglio, capisco quando lo fanno le classi agiate che si fanno belle di quella parola e la usano in fondo in modo corretto, cioè come attributo di potere.
    Il resto non l’ho mai capito. Anche se ho intuito una subalternità alle classi agiate da parte di chi vorrebbe comportarsi diversamente.

    Enzo (nano) lo dice diversamente, tuttavia, se posso permettermi di imitare le vecchie proteste di un tempo, confermo: abbasso gli intellettuali!

    Si protrebbe obiettare: ma noi cerchiamo il meglio. Eh no, qui ne dubito fortemente. E non solo perchè tra i promotori non c’è il meglio: ve lo raccomando il centro della poesia del sud, con la sua paccottiglia poetica reazionaria e la sua melassa “sudista”; ve lo raccomando il centro Bruno con la sua simpatica, e inutile (mi dispiace, Felice), offerta seriosa di qualsivoglia cosa senza né capo né coda.
    Ma anche perchè non c’è affatto scelta, e a me gli “intellettuali” genericamente intesi non interessano, anzi.

    Si potrebbe ancora obiettare: ma noi lo facciamo per il Formicoso. E anche qui, ahimé, devo esprimere i miei dubbi. In questa battaglia contro la discarica, certamente noi non dobbiamo scoraggiare nessuno che voglia parteciparvi. E’ il minimo di tattica politica e sociale. Tuttavia la lotta va riempita di contenuti perchè dentro i generici assemblaggi si nascondono le ambiguità più forti. Per questo io ho consigliato, purtroppo invano, di riempire la battaglia contro la discarica di contenuti ampi che facessero capire bene il tempo in cui viviamo e soprattutto aprisse gli occhi sui tanti avversari “interni” che hanno un solo interesse: mantenerci legati mani e piedi al passato. Va bene che tutti siano proFormicoso ma va molto male che i più avveduti non immettano dentro questa battaglia il massimo di idee nuove, il massimo di contraddizioni e il massimo di “qualità”.

    No, onestamente, non credo di venire a questa giornata che mi sembra più una modesta scampagnata a imitazione tardiva, e ambigua, dei viaggi nei paesi della comunità provvisoria. La CP, almeno in questo, può essere orgogliosa: molti tentano di imitarla.

    Con affetto
    Michele Fumagallo

    michele fumagallo

    28 agosto 2008 at 3:51 PM

  14. Diaciamo sempre il contrario di tutto, al di là di ogni cosa, senza mai domandare e “passare da un non senso occulto a un non senso palese”

    M.Teresa Iarrobino

    28 agosto 2008 at 4:14 PM

  15. Letto il contento del commento di Michele mi son detto: ecco, questo è il “benessere” a me caro (e del quale parlo in altri post).
    Fin quando le discussioni e le analisi saranno puntuali e persino ‘dure’ in questa terra si potrà continuare a sperare, in certi luoghi perfino a vivere.
    Io preferirei che così si comportassero i ‘comunitari’: dato un post, si commentano direttamente i contenuti e le analisi. Lo si fa alla luce del sole senza “do ut des, né soggezioni, né atteggiamenti reverenziali”. In tal modo la C.P. “può essere una casa per tutti”.
    La veemenza delle discussioni, scevra dall’odio, è l’unico pane del quale al momento possiamo nutrirci ed é “l’entropia culturale” di cui abbiamo bisogno per difendere questa terra. Da essa nasce la democrazia: l’arma più potente che possiamo maneggiare contro le bestie feroci che ci stanno azzannando.

    In effetti non saprei dire a caldo se l’iniziativa illustrata possa avere oppure no una qualche incidenza sulla battaglia pro-formicoso. Comunque apprezzo, magari capisco, genericamente condivido, pudicamente mi ritraggo.

    Vorrei dire in aggiunta che ormai da tempo “gli intellettuali” non sono più “il fiore all’occhiello” di questa terra. Per molti motivi. Per l’esiguità del loro vero numero e la conseguente esiguità dei loro pensieri; per la mancanza di un vero “occhiello” su un vero “vestito” di questa terra, martoriata nei costumi (mores) e nel costume (abito) da vaghi imperatori parolai e da locali vassalli crudeli.

    Suggerirei allora di apprezzare, con acutezza, con lungimiranza, ogni iniziativa che tenti di diventare “pentola ribollente di attività mentali” (” ‘na culata”=antico modo di lavare i panni). Essa può servire a selezionare molte forme espressive dal gran magma del “sapone culturale” in cui l’Irpinia si trova. Quelli che resteranno o che sopravviveranno al gran fuoco, saranno ancora nostri sventurati compagni di viaggio, e per le nostre anime vaghe, vedrete, ancora desiderati e benaccetti.

    EnzLu

    enzlu

    28 agosto 2008 at 5:56 PM

  16. Cari amici,
    plaudendo l’iniziariva posta in essere in difesa dei nostri territori, aderisco all’iniziativa, proponendovi, verificate voi se è il caso, la proiezione di un documentario dell’istituto luce del 1951 “la verde irpinia” a mia avviso molto suggestivo e significativo.

    Nell’attesa di un vostro riscontro, vi porgo i miei più cari saluti.
    toni ricciardi
    NB per eventuali comunicazioni mi trovate al 3474722989

    toni ricciardi

    28 agosto 2008 at 6:09 PM

  17. io veramente credo che fare l’elemosina sia sempre un bel gesto, è un atto di umiltà per chi lo compie e per chi lo riceve, è un soccorso a una richiesta di aiuto immediato, e non toglie nulla alla storia che bisognerebbe rimuovere le cause dell’elemosina, le due cose vanno benissimo insieme, anzi non ho mai capito perchè devo avere a cuore le sorti dell’umanità intera se non ho a cuore quelle di questo poveretto qui e ora davanti a me

    sergiogioia

    28 agosto 2008 at 8:57 PM

  18. sono d’accordo sull’abolizione della parola intellettuale, che considero anzi un insulto. antonio guarino, celebre maestro di diritto romano, dice di non sentirsi ontologicamente diverso da un meccanico di automobili. oltretutto gli “intellettuali” sono per lo più mantenuti dai soldi dei non “intellettuali”, e quindi dovrebbero essere sempre assolutamente preparati e seri

    sergiogioia

    28 agosto 2008 at 9:13 PM

  19. Aderisco e nel frattempo pubblico l’annuncio anche sul nostro BLOG.
    Uniti si può vincere o per lo meno scuotere le coscienze sopite.

    Emanuela

    29 agosto 2008 at 12:20 am

  20. Quando si parla d’Irpinia in questo modo, io avrei da dire tante cose, troppe. Non basterebbe tutto il blog per descrivere il mio stato d’animo e tutto il rancore che mi porto addosso.
    Cercherò di comprimerli in poche righe,che potrebbero essere l’introduzione di un’ infinita protesta che si allarga a temi più grandi. La serata del 18 con Vinicio è stata indimenticabile, grazie a chi l’ha organizzata.
    Il 7 settembre al Goleto, cercherò di esserci ancora!

    La terra di mezzo

    Chi è rimasto a difendere questa terra? I suoi figli emigranti non se la ricordano più ormai, terra dura coltivata col sangue e col sudore, la terra di mezzo, luogo di passaggio, di un’antica transumanza. Da una parte e dall’altra, città costiere affollate e caotiche, qui regna il silenzio; per strada incontri i vecchi quieti e malati, che stanno sui gradini dei loro portoni, ad aspettare….
    e aspettano,
    tutti i paesi dell’irpinia sono in questo stato di attesa… attendono, come sospesi in aria.
    Intanto avanza a grandi passi l’onda annichilente delle città e del nord Italia, del mondo che si muove a una velocità enormemente superiore, e si vede a chiare lettere nei paesi abbandonati.
    Chi preferisce non andarsene? Chi vuole rimanere qui e lottare contro l’incombere del potente che ci schiaccia? Non è più tempo d’eroi, è tempo di frustrazioni, è tempo di miserie, tempo di rinnegazioni.
    Maledetti! Maledetti! Preferirei che tornassimo briganti anziché umiliarci ancora alla volta del nord…
    Qualcuno però rimane qui, nonostante il vento che se li porta via…
    Qui sul Formicoso, oggi, che il vento si porti al diavolo i politici, ladri, e gli amministratori!
    Che il vento si porti via la pattumiera della metropoli e le loro menzogne.
    Qui, sotto questo vento, rimane ancora la gente tenace e testarda, che lotta contro la società che la investe, che cerca di annientarla, che non è altro che il nulla che incombe.
    Confido che anche quando nessuno più sarà rimasto a difendere questa terra, i paesi sopravviveranno ai loro abitanti.
    I detentori del potere non riusciranno mai ad azzerare ciò che esiste da migliaia di anni…

    Luigi Capone

    29 agosto 2008 at 2:43 am

  21. Un saluto ai Fratelli della mia amata IRPINIA –

    Sara mia cura divulgare a conoscenti e amici di Bologna di origine Irpina le vostre lodevoli iniziative

    Sarei felicissimo di esserci e di partecipare attivamente, ma appartengo alla schiera che tempo fa ha “ venduto casa ed e’ andato via “

    La cultura le tradizioni l’orgoglio Irpino tuttavia li ho portati con me e anche con un poco di fatica sto cercando di tramandarlo alle mie figlie –

    Nessuno osi piu’ oltraggiare la nostra terra , il Formicolo va tutelato nell’ immediato ,ma in pericolo siamo tutti , il mal governo dell’ intervenire

    con le maniere forti senza valutare l’impatto negativo che questo produrra’ nell’arco di un solo decennio ci vuole annientare per mostrare

    le piazze pulite di Napoli al mondo e nascondere lo scarso peso che la politica ha nei confronti della prepotente incivilta’ di chi Napoli

    e le sue piazze e la sua storia la calpesta ogni giorno –

    Saluti – Carmine Rossi – Bologna

    carmine rossi

    29 agosto 2008 at 9:19 am

  22. Spero vivamente di poterci essere.
    Cercherò anche io di creare qualcosa
    per l’occasione, magari una poesia oppure un racconto.
    Ti ringrazio.
    Inserirò la notizia sul nostro Blog.
    Emanuela

    emanuela sica

    29 agosto 2008 at 9:20 am

  23. Per il 7 settembre non ci sarò, sono in vacanza in Sicilia, ma parteciperò sicuramente agli appuntamenti che si terranno in Autunno sul problema del Formicoso e sulla cultura Irpina in generale.
    A questo proposito vorrei segnalare a tutti i Comunitari tre libri che ho letto da poco:
    Breve storia della mafia, scritto da Rosario Minna, che è un magistrato e ha scritto questo libro prima delle stragi Falcone e Borsellino;
    Il padre degli animali, di Andrea Di Consoli, che considero un capolavoro nel suo genere letterario;
    Più ricordi che speranze, di Anna Scaperrotta, che è una scrittrice Arianese che ha scritto un libro veramente bello, piacevolissimo da leggere.
    Sono tre libri totalmente diversi tra loro, ma hanno un filo conduttore che li lega: il tema dell’identità; nel primo libro si traccia l’identità del fenomeno mafioso e come quest’ultima si è modificata in due secoli di storia siciliana, nel libro di Andrea Di Consoli si delinea il tema dell’identità culturale e sociale che viene approfondita nel rapporto padre figlio ed i luoghi natii, il paesaggio, fanno parte di questa identità; nell’ultimo libro emerge chiaramente il tema dell’identità femminile.
    In tutti e tre i libri il paesaggio non ha un ruolo passivo, non è solo una cornice, ma contribuisce a determinare l’identità di un popolo, di una comunità ed anche di una donna.
    Linda

    linda iurato

    29 agosto 2008 at 9:20 am

  24. sono in contatto con franco arminio
    ma ribadisco anche a te i miei complimenti
    per come sapete essere incisivi con le vostre idee.
    un abbraccio,
    erminio petecca
    e la
    galleria civica d’arte contemporanea di
    san martino valle caudina.

    arch. mimmo petecca

    29 agosto 2008 at 9:22 am

  25. Ci sono diverse categorie di “intellettuali”: di stato; di strada; di carta; di stampa; di giornali; di politica; di salotto; ecc (giusto per citarne alcune).

    Potrei anche dire che un intellettuale dovrebbe essere semplicemente un “uomo libero”, che si misura nel suo vivere non in virtù della forza e dell’interesse delle sue idee ma quanto quella di metterle in discussione nella maniera più o meno ampia possibile.

    Il momento più tragico per un intellettuale è quando da uomo libero viene “cooptato” da “gruppi dirigenti”, che hanno bisogno delle sue idee perché sono “buone” e “incontrano” il “favore dell’opinione pubblica”. In questo caso si rischia come tanti “intellettuali” italiani di mettersi in vendita (da qui la necessita – forse – di regolamentare attraverso il codice civile la “professione di intellettuale”), ma la cosa pare che non abbia funzionato troppo bene. Fatta la legge scoperto l’inganno: giornali partiti; partiti scomparsi; il tutto e il contrario di tutto come dice Hera..

    Togliatti (in questo caso non lo cito per far felice Michele! Anche se gli voglio un sacco bene della madonna! Ops…) credo si sia sbagliato di brutto quando sosteneva che la cultura deve essere “subordinata” alla politica perché su questa “teoria” si è uccisa molta “cultura”. Ciò ha riguardato molte forme di dittature (di destra o di sinistra che siano).

    Guardavo, allontanandomi, un oriente di conifere;
    verso una boa, la Kama gonfia d’acqua fuggiva.

    E vorrei staccar via la montagna e il suo fuoco,
    ma resta sì e no il tempo di imprimere i boschi.

    E all’istante mi vorrei stabilire, comprendimi,
    negli Urali eterni, popolosi di gente;

    E vorrei di questa liscia superficie dissennata,
    esser custode, sentinella in un pastrano a lunghe falde.

    Osip Mandel’stam

    Per questo oggi preferisco guardare con maggiore interesse ai cosiddetti intellettuali da “salotto” o ancora meglio da “strada”, anche quelli della porta accanto, che al massimo parlano con tre o quattro persone alla volta. Ora, credo che in futuro solo la distinzione tra cultura e politica potrà garantire il pluralismo d’idee ed è forse l’unica cosa che ci può salvare da tutti i “fondamentalismi”.

    Ecco perché radunare artisti, intellettuali (scrittori e poeti) per difendere il Formicoso credo che rischi di essere un operazione “intellettualmente pericolosa” per la democrazia (quella vera intendo) e non quella sempre più spinta verso brutte chine dittariali (di destra o di sinistra che siano).

    Negli anni passati abbiamo avuto decine di intellettuali che hanno costruito “nuovi” poteri continuando a fare morti e feriti in nome della libertà, imbavagliando ed imprigionando, consentendo indirettamente chi non la pensavano come loro.

    “Noi viviamo senza avvertire sotto di noi il paese,
    i nostri discorsi non si sentono a dieci passi di distanza,
    ma dove c’è soltanto una mezza conversazione
    ci si ricorda del montanaro del Cremlino.
    Le sue grosse dita sono grasse come vermi
    e le sue parole sicure come fili a piombo.
    Ridono i suoi baffi da scarafaggio,
    e brillano i suoi gambali.
    Intorno a lui c’è una masnada di ducetti dal collo sottile
    e lui si diletta dei servigi dei semiuomini.
    Chi fischietta, chi miagola, chi piagnucola
    se soltanto lui ciarla o punta il dito.
    Come ferri da cavallo egli forgia un ukaz dietro l’altro,
    a uno l’appioppa nell’inguine, a uno sulla fronte,
    a chi sul sopracciglio, a chi nell’occhio.
    Non c’è esecuzione che non sia per lui una cuccagna…”

    sempre di Osip Mandel’stam

    Queste poesie sono state per me un polo di riferimento per la vocazione civile e pacifista. Mandel’stam diceva che: compito della poesia è la colonizzazione umanistica della storia, l’ammansimento delle sue spinte violente, una resistenza che contrasti la furia dei fuochi antifilologici capaci di scomporre ancora e ancora i popoli in un infinito di sofferenti egoismi, di polverizzare società, desertificare civiltà intere.

    Mandel’Stam era piccolo, buffo. Assolutamente privo di senso pratico, era in continuo movimento, come preso, rapito da altro, disattento, incurante del momento. Nessuno di quanti lo conobbero ricorda di averlo mai visto seduto davanti a un tavolo, a scrivere, a leggere, a comporre. “Egli è pieno di ritmi, di pensieri, di parole che viaggiano. Egli fa quel che deve fare in movimento, in cammino, per strada, senza pudori, e senza riguardi verso chi lo tiene d’occhio”. Davanti a lui si giungeva a provare” un senso di raccapriccio, quasi che si spiasse un processo concreto, biologico di creazione. Egli trabocca di ritmi, come trabocca di pensieri e di bellissime parole” scriveva di lui Lidija Ginzburg

    Per questo mi sono fatto la moto. Credo che solo quando ci trova di fronte a persone semplicemente “in discussione”, non si rischia di costruire nuovi “servi” (intellettualmente parlando).

    “Tutto e il contrario di tutto” (?). Lo so ora mi chiederete ma chi oggi può essere un vero modello di “intellettuale”?

    Partendo dal concetto epsresso qui da Hera: “tutto è il contrario di tutto!” Credo che il più grande intellettuale del momento sia Joseph Ratzinger …

    Egli ha scritto: …….”La chiesa sta diventando per molti l’ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l’ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo.” ……l’unico problema è che fa il Papa è Benedetto XVI.

    «Rivoluzionario è lo scrittore che riesce a porre attraverso la sua opera esigenze rivoluzionarie diverse da quelle che la politica pone; esigenze interne, segrete, recondite dell’uomo ch’egli soltanto sa scorgere nell’uomo…»
    [Elio Vittorini, Lettera di Vittorini a Togliatti, su «Il Politecnico», 1947]

    Uacc Uaa
    Nanosecondo

    Nanosecondo

    29 agosto 2008 at 9:30 am

  26. ops……dimenticavo: facimm na culata ca jesce o sole!

    Nanosecondo

    29 agosto 2008 at 9:44 am

  27. Ottima la citazione della “Gatta Cenerentola”. Bene, Bravo, Bis. Grazie!

    Ma tu sai da quali novelle di quali luoghi l’ha tratta il maestro De Simone?

    Dato “che é di qua” potrei farvela rivedere al Goleto (dove “di qua” si dovrà trattare), se mai qualcuno ne ha voglia e tempo. Tutta Intera. Dura circa 3 ore … ecco.

    Magari arricchendola delle “storie” e dei vagheggiamenti che ne furono matrici.
    A quell’epoca, quando fu “creata”, “avevo casa” al ‘Petraio’ con Eduardo ora cantante, Gianfranco fisico e musicista, Raffaele DJ a “per voi giovani” (Rai, sigla Glad dei Traffic) (che mi spiegò “lo spirito del grano“: il significato metaforico e la “natura” delle canzoni dall’album John Barleycorn must die dei Traffic di Steve Winwood, e ricordo pure “le mazzate” con la polizia per entrare al loro concerto di Napoli), Mimmo fotografo, altri e pure altre…

    Poi vennero: “Realismo” (bimestrale di critica e orientamento artistico e culturale – Dir.Resp. Raffaele De Grada (73-74)) sulla quale esponevo talvolta “i sogni di un giovane -sciambrato-come ero io all’epoca”, la N.C.C.P., Armando con Elvio e Roberto ed il loro Masaniello a Piazza Mercato (76), il cineforum con oltre 3000 abbonati del 76-77 (Fac.Ingegneria, Salerno, Pomigliano), il cinema N.O., il famoso ed esclusivo “Cineforum di via Orazio”, Francesco con “Cadaveri Eccellenti”, il sogno del centro sperimentale di cinematografia…e tante altre “perle”…

    Grazie Nanosecondo, era tanto che non regredivo!! Ora però un bel respiro e si torni alla solita ‘addobbiante’ tristezza!

    Comunque Vi chiedo veramente scusa per la “divagazione personale”. Perdonatemi ma l’emozione é stata improvvisa e violenta, come una folgore!

    EnzLu (del tutto regredito)

    enzlu

    29 agosto 2008 at 10:53 am

  28. Molti sono stati gli eventi che hanno caratterizzato l’Agosto 2008
    che sta per finire a Sant’Angelo dei Lombardi e nell’Irpinia tutta.
    Il concerto di Vinicio Capossela al Formicoso del 18 agosto, con la
    partecipazione dello scrittore Franco Arminio, con la partecipazione di
    più di 10.000 Irpini, ha manifestato, con tutta la sua energia
    identitaria, come questo Territorio e questa Gente, affermando in
    maniera forte e chiara il suo NO alla discarica ad Andretta (pero
    Spaccone), vogliano affermare la propria ‘dignità’ di comunità civile e
    democratica che, pur rifiutando ogni logica di opposizione violenta,
    continuerà a battersi con assoluta fermezza per evitare di accogliere
    sulla sua terra la spazzatura di Napoli.
    I successivi numerosi eventi,
    come quello del Convegno al Goleto sull’Architettura del 21 agosto,
    organizzato da Angelo Verderosa col patrocinio di Comunità Provvisoria
    e la Festa dei Giovani organizzata autonomamente dai ragazzi di Sant’
    Angelo il 27 agosto, hanno mostrato in tutta chiarezza come i cittadini
    vogliano partecipare finalmente in prima persona al dibattito pubblico,
    che sia culturale piuttosto che ‘politico’, per divenire protagonisti
    attivi delle iniziative e delle scelte amministrative che
    determineranno il futuro della collettività e per evitare di subire
    ulteriori abusi e soprusi.
    La presentazione del recente libro ‘Vento
    Forte tra Lacedonia e Candela’ di Franco Arminio, poeta-scrittore
    irpino, espressione sublime della identità culturale di questa terra,
    avvenuta in molti paesi dell’Irpinia, ha contribuito in maniera
    importante a risvegliare la ‘coscienza civile’ dei cittadini e ad
    animare sempre più la discussione sul futuro dei nostri paesi.

    Sabato
    30 Agosto 2008 alle ore 18.00
    Presso il Castello degli Imperiale
    Sant’Angelo dei Lombardi

    Franco Arminio presenterà il suo libro ‘Vento
    forte tra Lacedonia e Candela’.

    Il MISPA (Movimento irpino sannitico
    per l’Autonomia) invita tutti i cittadini di Sant’Angelo, dell’Irpinia
    e del Sannio a presenziare ed a fare risultare tale evento la degna
    conclusione di un Agosto 2008, che ha rappresentato il tempo della
    RINASCITA della nostra Terra.

    Spira forte il vento tra Lacedonia e
    Candela ed insieme quello dell’AUTONOMIA e dell’AUTODETERMINAZIONE!

    Il portavoce del MISPA
    Antonio IMBRIANO

    M.I.S.P.A.

    29 agosto 2008 at 10:55 am

  29. @ enzlu
    Gli Stormy Six!!!!
    Gruppo musicale di MONZA (Brianza)

    irpino doc

    29 agosto 2008 at 11:28 am

  30. ..e, si proprio quelli! Quelli di “Stalingrado” giusto per dire e dell’album un biglietto del tram (che proprio ora ho rimesso sul ‘piatto’).

    Non c’è da meravigliarsi, e che sarà mai, pure gli Area con Demetrio Stratos erano ‘milanesi’, Gaslini, Raffaele De Grada, Franco Fayens, il Movimento studentesco, Capanna, Cafiero, Toscano, Magri, Alfonso Gianni erano ‘milanesi’.
    Erano gli anni in cui tutti guardavano a Milano come ad una Mecca. Operai, contadini, studenti erano “uniti nella lotta” e direi anche “nella direzione dello sguardo”: milano era un’area, un mondo, più che una città.
    Pure adesso ho a che fare con i ‘milanesi’, come dirigente internazionale del Moto Guzzi World Club. Il Presidente è Mario Arosio di Monza. La fabbrica Guzzi stessa è a Mandello del Lario in quel di Lecco.

    Da allora ad oggi non ho mai avuti problemi veri con i ‘milanesi’. I problemi, quelli veri, li ho sempre avuti con quelli a sud del Garigliano, o come dice Henry Charles Bukowski (americano, poeta e romanziere underground, amante delle donne, dei cavalli e dell’alcool), li ho avuti a sud di nessun nord

    EnzLu

    enzlu

    29 agosto 2008 at 11:47 am

  31. Il nome di Bukowski è stato spesso associato al movimento della Beat generation a causa del suo stile informale e dell’atteggiamento anticonformista verso la letteratura, ma lui non si è mai identificato come un “Beat”.

    Bukowski ha sempre associato le sue opere soltanto alla città in cui è cresciuto, Los Angeles, pertanto, per sfottere, scrive:
    « L’uomo è la fogna dell’universo » (Charles Bukowski).

    Non tanto condivido, ma vedendo certi irpini di antico lignaggio politico…
    EnzLu

    enzlu

    29 agosto 2008 at 12:46 PM

  32. Caro Enzo (nano),

    piccola precisazione, a parte il grazie per il sacco di bene.
    Anche se verso tutti i “vecchi” che, come si suol dire, hanno portato la democrazia in Italia, ho un grande rispetto, Togliatti non è in cima ai miei pensieri. Tutt’altro. Sono un comunista di un’altra pasta, diciamo di una pasta radicale, di base, libertaria.

    Con affetto
    Michele Fumagallo

    michele fumagallo

    29 agosto 2008 at 12:54 PM

  33. VERSI PER FORMICOSO
    comunicato stampa del 29 agosto

    aggiornamento ADESIONI PERVENUTE
    Pasquale Martiniello, Ugo Piscopo, Nicola Prebenna, Luisa Martiniello, Teresa Romei, Vincenzo D’Alessio, Anna Maria Galasso, Salvatore Salvatore, Olga Di Gregorio, Livio Borriello, Alessandro Di Napoli, Giandonato Giordano, Gherardo Mengoni, Pasquale Gallicchio, Raffaele Barbieri, Luigi Grosso, Oriana Costanzi, Angelo Cristofaro, Maddalena Verderosa, Antonietta Gnerre, Claudia Iandolo, Paolo Battista, Luca Battista, Domenico Cipriano, Faustino De Palma, Gaetano Calabrese di Lioni, Gaetano Calabrese di Nusco, Alfonso Attilio Faia, Rosella Ripa, Domenico Cambria, Fernando Antoniello, Nunziatina Policino, Luigi Capone, Assunta Del Sordo, Giuseppina Polico, Tancredi Lisena, Gennaro Iannarone, Lucrezia Di Benedetto, Maria Teresa Iarrobino, Toni Ricciardi, Franco Archidiacono, Fiduciario Condotta Slow food Baronia – Valle Ufita, gli artisti Fulvio Moscaritolo, Luigi Di Guglielmo, Giuseppe Rubico, Rachele Branca, Gabriella Aulisa, Tony Salvo, Catia Marano, Veronica Piccirillo, Luigi Prudente, Luciano Luciani, Emilio De Rogatis, Beatrice Tavernese, Agostino Dello Russo, Nicola Guarino, Tiberio Luciani, Antonio Restaino, Rodrigo Perillo, Gianni Cataldo, l’intera redazione della rivista di studi storici “Vicum”, l’intera redazione del mensile “Altirpinia”, l’Associazione culturale “Fateci respirare”, il fotografo Carlos Solito, i musicisti Lucio Lazzaruolo, Raffaele Villanova, Nino Uva, Rino Teta.
    Amministratori irpini: Michele Forte sindaco di sant’angelo dei lombardi, capogruppo di maggioranza Vincenzo Lucido, sindaco e vice-sindaco di Monteverde, Franco Ricciardi e Antonio Vella, Salvatore Ruggiero, delegato cultura del Comune di Lioni e assessore alla Comunità Montana “Alta Irpinia”, sindaco di Torella dei Lombardi, Vincenzo Lasprogata, il Vicesindaco Arcangelo Lodise, l’Assessore Amado Delli Gatti.
    rappresentanti del mondo della Scuola: dirigente scolastico Rosanna Repole.

    paolo saggese

    29 agosto 2008 at 1:10 PM

  34. L’accezione di intellettuale così come usata non ha alcun intento o posizione elistica: il meridionalismo elitario è ormai morto e sepolto ed è stato giustamente superato già nel corso degli anni Settanta e Ottanta, grazie anche alle posizioni corrette di Carlo Muscetta, tra gli irpini.
    Del resto, io stesso ho scritto decine di volte contro il meridionalismo elitario (ma come dice Franco Arminio, le cose che si scrivono sono sempre inedite, perché nessuno le legge).
    Il termine intellettuale è utilizzato nel senso quasi etimologico e comunque gramsciano di “coloro che pensano”, “che hanno intelletto”. Coloro che pensano e hanno intelletto sono potenzialmente tutti gli uomini, sebbene qui lo si intenda nel senso che abbiano un pensiero personale e critico, non conformistico.
    Tutti costoro sono invitati a partecipare, senza preclusioni o senza esclusioni.
    Certo, se poi amano scrivere una poesia, esprimeranno il loro pensiero in versi, se amano dipingere, si esprimeranno attraverso i colori e le immagini, ecc., altrimenti potranno inviare un messaggio anche via sms.
    Il dato di fondo, che non bisogna perdere di vista, è l’analisi delle nostre emergenze: cerchiamo di evitare le polemiche, e operiamo insieme per tutto ciò che di grave subiamo.

    Paolo Saggese

    paolo saggese

    29 agosto 2008 at 1:16 PM

  35. BUONA GIORNATA, SONO GERARDINA
    MI E’ GRADITO RICEVERE LE TUE E-MAIL PIENE DI ENERGIA PER UNA LOTTA COMUNEMENTE SENTITA QUALE LA SALVAGUARDIA DEL .
    LE E-MAILS LE HO GIA’ GIRATE A VARIE PERSONE.
    SPERO CHE VENGA RECEPITO NELLA SUA INTEREZZA IL MESSAGGIO PER LA SALVAGUARDIA DI UN TERRITORIO, PAESAGGIO UNICO NEL SUO GENERE
    CI SENTIAMO, BUONE COSE CIAO GERARDINA

    gerardina de vito

    29 agosto 2008 at 1:55 PM

  36. OPS…dimenticavo …… parto per un viaggio spero lungo….con la mia moto del tempo con la mia metà per una meta segretissima …… capisc a me…….

    nel frattempo però volevo almeno contribuire all’evento del vento sul formicosolo……perchè ormai il modello atomico deve essere sostituito con un nuovo modello e se,….. siete dotati (almeno) delle nozioni di base necessarie (fisica quantistica) per capire, nella svolta epocale prossima ventura, dove si assisterà a cose incredibili: astronavi che comunicheranno istantaneamente con le basi di controllo; persone che andranno su Marte in un istante, entrando da una “porta dimensionale”; veicoli che voleranno vincendo la gravità; malati che entreranno in rianimazione e dopo pochi minuti ne usciranno completamente guariti, allora (in questo caso) sareste pronti “culturalmente palrlando” ad assistere al mio laboratorio esperenziale:

    “COME COSTRUIRSI IN CASA UNA MOTO DEL TEMPO”.

    Considerato però che non posso essere insieme a voi (come intellettuale! sic) vi consiglio nel frattempo di scaricarvi in questo link la scheda tecnica costruttiva della mia moto del tempo con la spiegazione base:

    http://www.girodivite.it/Il-Clown-Nanosecondo-alle-prese.html

    u’Mast Nanosecondo
    (sono un “fisico” bestiale)

    Nanosecondo

    29 agosto 2008 at 2:12 PM

  37. Nella notte puoi vagare da sola, avvertire il freddo umido delle stelle, la mia Irpinia guerriera dove é? Forse dorme o si è fermata sui monti a cercare la luna?
    Un tempo la gente d’Irpinia si recava sui monti per sopravvivere alla fame, per lavorare ed elaborava anche strategie di difesa del territorio.
    Non si tratta di pura nostalgia o di un legame profondo alla terra, né della rievocazione di un passato e nel contempo non si possono accettare forme di negazione al dramma offertoci dalla fredda genialità di un Decreto approvato in Parlamento che sancisce l’apertura della mega discarica a Pero Spaccone.
    Tutto ciò racchiude un’insidia velata: la fine della democrazia e del diritto a manifestare un pensiero divergente.
    La folle convinzione di avere trovato la soluzione definitiva al problema dei rifiuti nella nostra Regione, individuando i siti con un decreto e la vigilanza imposta dell’esercito con conseguenze specifiche nefaste, tende a perpetuare e non a modificare radicalmente le sorti del problema.
    È un’attenuazione e non una risoluzione e questo è un imbroglio!
    Osservando quanto sta accadendo da una parte i media stendono e facilitano una versione dei fatti intesi come oggettivi e consolidano messaggi rassicuranti, dall’altra invece, le organizzazioni sociali e politiche appaiono come coloro che tendono a strumentalizzare il problema rifiuti per la loro propaggine elettorale e in mezzo al guado c’è il rischio della deresponsabilizzazione sociale da parte dei cittadini.
    Le cose del mondo permangono nel disordine e si deve forse continuare a giocare fingendo di non vedere…..
    Nessuna rosa sarà più benedetta e le ragazze non potranno più bere acqua pura e nel libro sacro non potranno che conservare l’insidia di steli mortali.
    Quale lesione dovrà mai patire la terra brusca e solitaria, quale morte vuole trattenere la sua bellezza per condurla negli inferi.
    Nemmeno una melagrana nutrita d’inganno restituirà a primavere future la figlia ornata alla madre terra e le argille intrise di zampilli come vene sotterranee saranno prosciugate. (Ricordi il mito di Demetra, la grande divinità dei Greci, dea della madre terra e della figlia Persefone catturata da Ade e condotta negli inferi).
    Donne vestite di terra sul Formicoso vi hanno accerchiato inconsapevoli, nel silenzio e nei pensieri di una favola, vogliono uno spirito semplificato e incolto pronto ad abbeverarsi fino alla follia dell’incuria, derubando il senso dell’indocilità segnata dal tempo dell’espatrio e dall’oblio delle faccende umane, nei figli dispersi e mai ritornati ai fuochi di un antico casolare, dove una tradizione ha smarrito il suo percorso.
    Ringrazio Paolo Saggese per avermi sollecitato a inviare un pensiero, tratto da una bozza di una descrizione di “Racconti di un pensiero”.

    Maria Teresa Iarrobino

    29 agosto 2008 at 2:53 PM

  38. volevo dire che tutta l’irpinia, classe politica e non solo, secondo me ha cominciato a chinare il capo contro “l’invasore” quando, parecchi anni addietro, ha cominciato a subire in silenzio le orrende pale eoliche che hanno scassato il paesaggio molto peggio delle discariche, almeno visivamente. e adesso di che ci meravigliamo…

    sergiogioia

    29 agosto 2008 at 5:16 PM

  39. per chi dice che fare l’elemosina sia sempre un bel gesto, forse ha interpretato con sufficienza le mie parole. l’elemosinante che io intendo è questa fottutissima società(per dirla in poche brutali parole), che cerca di accontentare tutti con pochi spiccioli e qualche contentino. il governo italiano fa dell’elemosina con le famiglia italiane, con le aziende sanitarie, con le scuole, con il territorio….con le persone, e quindi non conta un cazzo per nessuno, cioè è inutile, perchè non retta da principi caritatevoli e benevoli. certo non intendevo sbeffeggiare nè il bisognoso nè la mano gentile. E’ bene leggerle attentamente le cose senza dare giudizi affrettati e scomposti….
    per quanto riguarda il dibattito sugli intellettuali io credo che il problema sta proprio nella loro messa in disparte: quanto sarebbero utili delle persone che come dice P. Saggese sappiano usare l’intelletto in modo adeguato e costruttivo, anche nel nostro parlamento: persone che sappiano valutare una situazione da tutti i punti di vista, con intelligenza e passione, senza nazionalismi e/o primarie economie. gli intellettuali sono persone come noi: con due occhi, due orecchie, bocca, cazzo o vulva, capelli, etc…che decidono di dedicare la loro vita alla ricerca, allo studio, per meglio analizzare e interpretare i flussi e riflussi della storia…tanto di cappello e massimo rispetto come per il meccanico, l’agricoltore, il musicista, etc..etc…etc…L’intellettuale è uno di noi: e la prova ci viene data da giorni come quello del concerto di capossele o il prossimo 7 settembre,(o come tutto il lavoro della C.P.), dove tutti insieme, si ulula alla luna che sovrasta la terra del formicoso. Quindi da parte mia dico BENVENUTI agli intellettuali e agli agricoltori.

    Paolo battista...

    30 agosto 2008 at 12:35 am

  40. Carissimo Enzolung …ti auguro di “regridire” sempre di più……..(boh!..ma che significa?).

    Uacc Uaa Nanos

    Nanosecondo

    30 agosto 2008 at 8:54 am

  41. il mio commento non era affrettato (poichè si rispondeva a una frase formulata in modo poco chiaro, tant’è vero che hai dovuto precisare il tuo pensiero con un secondo commento) e nemmeno scomposto

    sergiogioia

    30 agosto 2008 at 1:59 PM

  42. Ovviamente, tutti coloro che parteciperanno alla giornata di domenica, conoscono il valore profondo di spiritualità che esprime il Goleto. Quindi io mi auguro, che le poesie decantate, le opere pittoriche e tutto il resto, siano veramente rispettose del luogo di silenzio e preghiera che ospiterà queste giornata. Il Goleto deve essere valorizzato per quel che rappresenta.
    http://www.goleto.it/

    Luca b.

    Luca b..

    31 agosto 2008 at 10:30 am

  43. ma come una frase affrettata e poco chiara? se fa parte di tutto un discorso poetico ben definito..beh! comunque non volevo fare nessuna polemica ma la poesia è altro…è bellezza, è grazia, è forza…ma certamente non polemica(ma ermeneutica)…se poi può piacere o no quello scrivo, questa è un altra cosa! le polemiche conserviamole per la giornata del 7 e contro chi se le merita. la prossima volta che ci sono dei dubbi, basta chiedere e cercherò di spiegare le mie intenzioni! visto che non sempre è facile capire una persona cosa vuole dire realmente e che alcune volte è stesso la POESIA a creare dei filtri particolari che non sono facilmente capiti.

    Paolo battista...

    31 agosto 2008 at 12:52 PM

  44. tutta la mia solidarietà
    http://lucaniart.blogspot.com/

    maria pina ciancio

    1 settembre 2008 at 3:53 PM

  45. esco per incontrare paolo
    ci sono problemi per le autorizzazioni e anche per il luogo dove svolgere la manifestazione di domenica 7
    se qualcuno ha alternative da proporre le segnali qui al più presto

    verderosa

    1 settembre 2008 at 6:46 PM

  46. tutto uguale
    tutto sempre
    il silenzio
    da piccolo mi faceva ombra un albero che ora non c’è più
    leggevo, del mondo, e mi sembrava lontano e mi piaceva
    ascoltare i capricci del vento
    ascoltarlo piangere il vento
    imparziale indifferente
    senza voglia di odore
    se non di vento
    sempre uguale
    tutto
    sempre

    marco matarazzo

    1 settembre 2008 at 6:58 PM

  47. al Formicoso, all’aperto!
    Le previsioni Meteo sono buone!!!!

    aimbriano

    1 settembre 2008 at 7:02 PM

  48. serve una mano per la giornata del 7
    non organizza la comunità provvisoria ma a questo punto è gradita una partecipazione attiva dei comunitari ad evitare di rimandare il tutto ad altra data
    serve un impianto audio, un video proiettore e uno schermo, una squadra pulizie, una campagna stampa + blog, un’aiuto orgaNIZZATIVO durante la giornata
    chi è disponibile può mettere qui di seguito un commento
    la causa rimane quella del formicoso (e del parco d’oriente)

    verderosa

    1 settembre 2008 at 9:32 PM

  49. aderisco,tuttavia rivendico rendite di posizioni nell’appartenenza alla comunità provvisoria è passato un anno dalla sua nascita e ne passeranno tantissimi prima della sua fine gloriosa epica,tuttavia rimane incancellabile un alone di malinconica tristezza un tratto di spocchiosa appartenenza ad una terra nella quale il vincitore ha sempre ragione ed il perdente torto, il popolo segue con apatia ed inedia il trascinatore di turno e dove la poesia migliore è consegenza di sofferenza esistenziale o di accidenti naturali al bene salute proprio o dei propri cari congiunti familiari.
    Il provincialismo è il nostro tarlo atavico, la ferita dell’anima sulla quale non è possibile apporre alcun medicamento.Generazioni di feudalesimo e di notabilato occulto non possono essere dimenticate.Chi dimentica la sua storia, la storia della propria terra è nell’oblio, nella dimenticanza consapevole e colpevole,la memoria serve anche a dimenticare non solo a ricordare.Pertanto rivendico la rendita di posizione in quanto facente parte della costituente della comunità provvisoria nella quale enrano ed escono a piacimento anche personaggi che non solo la usano coma una chat ma svolgono un ruolo di sobillatori e di mestatori.Questo ho capito e questo scrivo per il bene della comunità ed il rispetto assoluto della verità dei fatti e non delle opinioni. R.Q.

    aruspice roccioso

    2 settembre 2008 at 5:24 am

  50. Aderisco portando con me (idealmente) il libro che ho recentemente pubblicato. Mi farebbe piacere farvelo conoscere; è una rivisitazione della pedagogia desanctisiana alla luce dell’emergenza educativa dei nostri tempi. Potrebbe sembrare poco attinente alla problematiche del nostro territorio, ma credo fermamente che il probllema dello sviluppo futuro della nostra Irpinia sia indissolubilmente legato alla ridefinizione delle relazioni e dei comportamenti, a partire dall’educazione. Sto con voi per la crescita culturale dell’Irpinia. Prof.ssa Cetta Rossana

    rossana cetta

    2 settembre 2008 at 4:51 PM

  51. Aderisco a titolo personale.
    Comunico anche l’adesione del MISPA!
    Antonio IMBRIANO

    aimbriano

    2 settembre 2008 at 5:25 PM

  52. CHI VUOLE ADERIRE metta in questi commenti anche un semplice ‘ADERISCO’; grazie
    .
    chi vuole leggere le adesioni ricevute qualche mese fa per il Parco dell’Irpinia d’Oriente -PROMOSSO DA COMUNITA’ PROVVISORIA-
    https://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2008/04/23/parco-regionale-dellirpinia-doriente-prima-uscita-domenica-4-maggio-a-sandrea/

    verderosa

    2 settembre 2008 at 6:22 PM

  53. lascio il testo, se non riesco a raggiungervi ma m’auguro di leggerlo lì di persona:

    La terra dell’osso (*) di Viola Amarelli

    Poi fu l’ invaso
    travolto schiera a schiera

    il verde, le crete e la pietra
    dapprima con i soldi,
    liquame a sciami

    viadotti, bretelle, sottopassi
    piazzali e capannoni
    villette chalet svizzeri
    indi coi corpi

    carne sudate urine sangue
    abbuffate morti
    capovolte
    di poi il clamore
    lingue vocianti, gutturali
    stridule urlate
    rauche predaci
    tutto un colare

    cervello percolato,o, comparaggio
    senso dei sensi, unico
    sbranare
    l’impastatrice

    d’ossa e cemento calce uranio amianto
    nel tendine confittii i tradimenti

    plebe d’orrore l’impestata

    attenta a cosce e panza,
    ciechi gli affetti, lemming avvelenati.

    Lungo la faglia
    aguzzammo afoni i cuori.

    [(*) Il titolo è tratto dall’omonimo libro postumo di Manlio Rossi Doria (1905-1988) partigiano, economista e tra gli ultimi meridionalisti.]

    viola amarelli

    2 settembre 2008 at 6:24 PM

  54. Se l’uomo ha da morire prima d’avere il suo bene
    Bisogna che i poeti siano i primi a morire.
    Paul Eluard, tradotto da F. Fortini

    POMARICO – MATERA – BASILICATA – TERRA – (Forse) UNIVERSO – Da queste parti parlare di poesia significa urlare. Gridare contro. Fare poesia significa stare dalla parte della terra e rompere gli stendardi che il dio dell’impero ci mette nelle mani. Dovremmo innalzarli come vuole o frantumarli con le nostre visioni? Le nostre dannazioni?
    Non abbiano nessun posto, che sia più bello degli altri, da custodire. Come vengono alcuni a dirci ogni tanto. Noi piccoli germi del sud. Testimoni di un meridione che canta e balla, senza che abbia bisogno di essere ancora immortalato. Stiamo tappezzando di colori le nostre giornate e non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare alla bellezza delle parole. Che è bellezza dei luoghi. E dei non luoghi. Probabilmente. Qui la quotidianità insegna a scrivere e consente di leggere.

    Dai nostri corpi sgorgano parole veloci e precise. Quanto le frecce del meridione che strimpella le corde dell’Italia. Dalle bocche di noi, poeti di questo tratto di sogno, scappano parole di mille dialetti. Escono dalle nostre anime termini in lingua italiana o vocaboli donatici da altri popoli. Gli altri paesi ci hanno dato culture. Oggi, di nuovo, giungono culture. Grandi quantità di sostanzioso nutrimento. L’accoglienza ci tinge e non ci permette di non amarla. Dalle nostre parti si dorme e ci si sveglia in tanti modi. E la poesia nasce alla stessa maniera.

    Adesso, noi, che non siamo altro che gocce di un pezzo di sud grande quanto il mondo intero, catturiamo i ritmi delle piante e ci assuefacciamo agli odori del mare. Della montagna, delle colline che ci sollevano gli occhi. Adoriamo gli immensi spazi e le loro caratteristiche. Il passato lo teniamo in questi occhi. Nei nostri occhi. Quello che le anziane donne scure in volto si raccontavano, e in certi dimensioni ancora si raccontano, non sono che spicchi di antica poesia. I pastori ed i contadini lavoravano cantando ed inventando creazioni liriche, in ogni istante. Intrise della loro quotidianità e del loro duro sacrificio. Scalfire il terreno era benedirlo e salutarlo. Possederlo dentro e senza diritto di proprietà, stampato sul braccio.

    Ogni uomo è un poeta. Scriveva qualcuno. Ogni poeta è pure un uomo. Lo si è dovuto capire in seguito. E l’hanno dovuto capire i poeti. Almeno quelli agganciati ai movimenti della propria regione natia. Quelli scossi dalle scosse elettrificanti dei coloni, arrivati sempre a bordo di sogni gonfiati ed effimeri. Scomparsi come sono scomparse le loro tentazioni di morte e dolore.

    Il dolore è la religione sono due elementi fondamentali della poesia meridiana. Evidentemente, di quella meridiana di tutti i tempi. Se possiamo provare ad indovinare.
    Queste due conseguenze del passo zoppicante della società sono caratteri forti dei secoli. Nonostante oggi, della seconda vi sia rimasta solamente (e nei migliori casi) la pratica fine settimanale. Con la cancellazione del valore assoluto di essa. Della sua morale che era contro potere, perfino. Almeno a volte. Della sua importanza reale. Spesso religione e dolore hanno fatto cammini comuni. In certe occasioni, lo stesso.

    Il dolore delle donne, il dolore dei poveri, il dolore dei malati. Sono da sempre motivo esistenziale dei meridionali e hanno avuto, in diverse momenti, funzione addirittura di musa ispiratrice. Quei rumori intensi accompagnavano i meridionali e i meridionali non potevano separarsi da essi.
    La religione, essenzialmente, come pratica antica per la ricerca di una vita migliore. L?aldilà. Una speranza utile alla sopravvivenza, un ultimo ormeggio al quale chiedere aiuto prima di cedere. Aggrappandosi ad essa era praticare una via per la salvezza. Per lo spirito, in particolar modo. Poco per le membra.

    E’ sin troppo facile carezzare: Orazio, Morra, Scotellaro, Trufelli. Per apportare argomentazioni sostenenti le tesi proposte. Invece, sarebbe meglio continuare a strappare immagini forti. Da questo emisfero basso basso. Che si chiama Mezzogiorno. Soupault, anni addietro, dava consigli ai poeti: Sii come l’acqua/quella della sorgente e delle nuvole/puoi essere iridato od incolore/ma che nulla ti fermi/neanche il tempo/Non ci sono strade troppo lunghe/né mari troppo lontani/non temere né il vento /né ancora meno il caldo o il freddo/Impara a cantare/senza stancarti mai/mormora e insinuati/o strappa e travolgi/Balza o zampilla//Sii l’acqua che dorme/che corre che gioca/che purifica/l’acqua dolce e pura/perché essa è la purificazione/perché essa è la vita per i vivi/e la morte per i naufraghi La sua lirica sa di testimonianza. Eppure, queste righe le sento patrimonio di qualcun altro. Dote di tutti i poeti meridiani. Perché in questo scorcio di sensazioni, il sud di questa piccola nazione, c’è tutto ciò che vale.
    L’acqua scivola sul popolo del sud. Per lo meno in Basilicata, il bene più santo è presente in abbondanza. I lucani s’accorgono di cosa vuol dire. L?acqua è, per eccellenza, l’Essenza. La prova dell’esistenza del cielo. La prova che esiste una purificazione e un piccolo spazio incontaminato. Che sia solamente una particella o una gigantesca distesa. Ma vive.

    Siamo nati per nascere e nascere ancora. Per ricordare che è necessario un uomo sociale. Un individuo che non solo mangia e beve. Un soggetto che pensa al Sogno di una cosa. Che è scordare la povertà e inondare il presente. Con battiti di anima e dolci note. La poesia è una esigenza di questo territorio. Scrivere poesia è un impegno civile. Come si diceva, bene, in passato.

    La poesia meridiana ha bisogno di coltivare felicità. I poeti meridiani hanno bisogno di coltivare felicità. Si deve proporre felicità. Sorrisi come antidoti per i mali. Per tutti i mali. Non vi sono misure intermedie. La solitudine è l’unica alternativa a questa idea. Non staremo qui ha parlarne.
    In alto ormai non abbiamo che una luna puttana. Quella donna procace che circuisce le stelle. Una signora dai seni candidi, lisci; intenta a drogarci e sgualcirci. Questo dobbiamo saperlo. Prima di cominciare. Dobbiamo fare i conti con il Tutto che passa davanti e dentro di noi. Non so se siamo impreparati. Comunque, prepararsi è un’enorme gioia. Un frutto sensuale che si deve ingoiare. Per poi sospirare e rilassarci. Fino a quando i giorni saranno immensi e i desideri saranno diventati poesia e futuro. Attimi più che lunghissimi. Brillanti.

    Queste riflessioni non sono dettate dalla presunzione di aver riassunto un intero concetto, in qualche riga. Sono semplicemente un primo (coraggioso forse) tentativo di porre un punto di partenza. Certamente vi saranno molte persone che avranno modo di ampliare il concetto. O confutarne interamente le argomentazioni. E’ fondamentale che lo si faccia. Bisogna aprire il più possibile il dibattito. Nella consapevolezza che dissertare a proposito della Poesia Meridiana significa parlare di qualcosa di anticamente giovane. L’immaginazione necessita la presenza assidua della realtà e della voglia di girarsi continuamente avanti ed indietro. La presente è una sfida a quanti hanno la volontà di procedere nell’intento. Sospirando sempre e spargendo sale sulle nuvole e sulle pietre dei nostri incanti.

    b!

    Nunzio Festa

    Nunzio Festa

    2 settembre 2008 at 6:41 PM

  55. Scusate, ma il testo è stato stravolto, lascio il link all’originale : http://rebstein.wordpress.com/2008/08/01/la-terra-dellosso-di-viola-amarelli/

    viola amarelli

    2 settembre 2008 at 6:56 PM

  56. dopo il raduno sul Formicoso
    l’Incontro di domenica è la giusta continuazione, bravi tutti…
    Non potrò esserci, purtroppo; a teatro abbiamo uno spettacolo importante e sono in servizio.
    Ispirata, invierò un messaggio
    saluti a tutti
    Monica

    monica

    2 settembre 2008 at 7:41 PM

  57. oltre ai testi e alle adesioni, chi può è importante che venga fisicamente.
    come nel caso di capossela
    non è uno spettacolo
    ma una manifestazione di democrazia e civiltà.
    armin

    comunitaprovvisoria

    2 settembre 2008 at 8:00 PM

  58. aderisco.

    gianni fiorentino

    giannifiorentino

    2 settembre 2008 at 11:03 PM

  59. Carissimi, nella mia qualità di Direttore della redazione interregionale di Radio Latte Miele e della web tv Telealtairpinia, aderisco alla iniziativa contro la realizzazione di una discarica sul Formicoso.
    Salvatore Pignataro – Giornalista

  60. Se solo sapesse,
    il signor Silvio Berlusconi,
    la bellezza struggente
    del grano del Formicoso,
    non porterebbe nella
    terra di Franco Arminio
    la merda dei suoi amici
    napoletani.

    – –
    Metti il mio nome in ogni iniziativa contro la discarica.
    grazie
    andrea di consoli

    andrea di consoli

    3 settembre 2008 at 9:50 am

  61. Il Comitato “Terra Pulita” di Guardia Lombardi vuole aderire alla manifestazione.

    Saluti, Alessandro Di Pietro
    Comitato TERRA PULITA
    Guardia Lombardi

    terra pulita

    3 settembre 2008 at 9:55 am

  62. Caro Franco e cari comunitari,
    il mio messaggio di affetto per il Formicoso e di adesione spirituale per la giornata che avete organizzato in Suo onore:

    il respiro del Formicoso
    vive dell’alito e del battito
    di quanti lo amano

    baci
    Monica

    monica

    3 settembre 2008 at 10:38 am

  63. venerdì 25 luglio 2008
    Lotta per la sopravvivenza.
    La mia età avanza verso i 30 anni e a casa tira un’aria di preoccupazione. Non per il mio progressivo invecchiamento, per una presunta malattia riscontrata o per il disagio dei miei nei confronti di Sofia, la mia ragazza, che preme per sposarci. La porta rimane ancora chiusa! E anche se avessi avuto l’opportunità di vederla per un attimo aprirsi, la mia speranza sarebbe stata repressa lo stesso dalla visione di vuoto al di là di essa. Qual è la giusta chiave per trovare il sereno? Come potrei oltrepassare questo scoglio e disegnare il mio futuro? La mia vita si sta dimostrando un’amara improvvisazione. Posso rimanere fedele ai colori italiani visto che sono al verde, vado in bianco ed il mio conto è in rosso. “Le faremo sapere…” Sempre gentili i miei potenziali datori di lavoro! Parole di conforto le loro, sempre rivolte al successo della causa in questione. “Questa volta, è la volta buona” mi prometto, nell’attesa snervante della risposta. Ma all’arrivo del responso, altra porta in faccia: coloro ai quali avevo consegnato tutta la mia fiducia, smettono di parlare e scuotono la testa in segno di sconfitta, la mia, ennesima e dolorosa. Il mio curriculum recita da tre anni lo stesso copione: celibe, obiettore di coscienza nel 2003, voto del diploma 62/100, due esperienze di lavoro come operaio di 1° e 6° livello, formazione professionale a Modena e patenti A, B, C in tasca. Per ottenere maggior punteggio nei concorsi, ho riempito lo spazio riservato a capacità e competenze tecniche con uso abituale del computer, di Internet e della posta elettronica, ottima conoscenza delle tecniche di navigazione ed utilizzo software. In allegato compaiono gli attestati di frequenza relativi ad un corso di pubblicazione multimediale ed uno d’inglese, ambedue costati un patrimonio. Ogni anno che passa le pagine della mia carriera professionale si riempiono di nuove esperienze. Ma il rapporto tra capacità accumulate e probabilità di buona riuscita nella continua ricerca del lavoro non è direttamente proporzionale; vige la norma del precariato, del part-time giornaliero e dell’occasione stagionale da prendere al volo. A qualunque età si è già fuori mercato, anche con laurea a portata di mano. Uffici di collocamento, centri per l’impiego, sindacati , movimenti per il lavoro conoscono il mio profilo; personalità politiche ed ecclesiastiche hanno ascoltato i miei appelli disperati, chi allietato dai voti di tutta la mia famiglia, festeggiando le elezioni nel migliore dei modi, chi sazio del prosciutto del nonno e dei bocconcini di Aversa che mio padre prendeva di ritorno da lavoro. Promesse al vento! Il lavoro è diventato un progetto utopistico e ognuno si afferma profeta di riforme radicali nel recupero totale dell’economia nazionale. Purtroppo non ho avuto modo di conoscere Platone o Aristotele; la mia bocca non mastica pensieri marxisti o freudiani e le mie mani non hanno sfogliato le pagine di testi sofisti, bensì si sono sporcate di grasso e di sudore, ammoniaca e sostanze pericolose, le uniche, quest’ultime, che mi hanno assicurato un full time, un lavoro a tempo indeterminato, e colpevoli, sempre quest’ultime, dei primi sintomi di malattie. Ecco spiegate le manette ai precari per l’interessamento alle frodi, all’estorsione e alla malavita in genere, “azienda” di usurai e trafficanti, impieghi soddisfacenti per un pezzente come me. Sarebbe giusto rispolverare una mente rivoluzionaria come quella di Lenin, fare affidamento alle tesi d’aprile in cui inneggiava alla rivoluzione proletaria, affinché la società riguadagni fiducia nel suo popolo e rompa il periodo di grave stagno che tergiversa. Meglio ritentare la fortuna! Altri 50 euro nel video poker, con la solita ripromessa che sia l’ultimo tentativo… anche se il conto langue e la macchina vuole il mio sangue. Altrimenti restano i consueti “grattini”, stretti tra le mie dita irrequiete che, stanche di aver pigiato il tasto verde della macchinetta, scrollano tutta la tensione dei miei nervi sfregando nervosamente sulla parte patinata. E una canzone rincara la dose: “Sono un eroe, perché lotto tutte le ore, sono un eroe, perché combatto per la pensione, sono un eroe, perché proteggo dai miei cari, dalle mani dei sicari, dei cravattai; sono un eroe, perché sopravvivo al mestiere….
    Roberto Romano

    aimbriano

    3 settembre 2008 at 11:31 am

  64. 8 Luglio 2008
    NO alla discarica al FORMICOSO! Le mie ragioni…
    Mio padre nacque a Sant’Angelo dei Lombardi nel 1892; si chiamava Ferdinando. Partecipò, come ‘granatiere di Sardegna’ alla Prima Guerra Mondiale; fu in prima linea nelle battaglie sul Carso. Rientrò dalla guerra essendo stato ferito, in battaglia, da una granata austroungarica. Pochi danni, tutto sommato: ho un vago ricordo di una cicatrice in regione toracica; di più non so: morì d’infarto una notte di marzo del 1962 a Sant’Angelo dei Lombardi; avevo 13 anni, ero l’ultimogenito di 7 (anzi 9) figli.

    Stamattina, domenica, stavo falciando l’erba del piccolo giardino della mia casa di Macherio (Monza); sudavo per l’afa ed ero infastidito da un nugolo di moscerini che si levavano dall’erba incazzati neri perchè li avevo evidentemente disturbati; questi insetti, da non confondere con le zanzare, tendono ad appiccicarsi sul tuo corpo, soprattutto se sei sudato, e pizzicano causando un fastidioso prurito, che per fortuna cessa abbastanza in fretta, appena ti lavi.

    Sentivo contemporaneamente molto chiaro il rombo dei motori delle auto da corsa che già stavano girando sulla pista dell’autodromo di Monza, distante in linea d’aria non più di due/tre chilometri: per loro fortuna i residenti più contigui alla pista sono da anni protetti da barriere antirumore. Sono come dei muri, diversi però da quelli fotografati da Angelo e pubblicati sul blog di Sant’Angelo dei Lombardi; primo perché ci sono ma praticamente è pressocchè impossibile individuarli, essendo molto ben mimetizzati dalla vegetazione ed altri accorgimenti tecnici; secondo perché hanno una loro funzione sicuramente utile; quelli di Sant’Angelo vanno ancora un po’ verificati circa la loro effettiva utilità.

    Mentre tagliavo l’erba, con un piccolo rasaerba elettrico (non è granchè estesa la superficie del mio giardino), cercavo di fare molto in fretta ad ultimare il lavoro; innanzitutto perché volevo che al risveglio le mie figlie (mia moglie era già sveglia) trovassero il prato più in ordine, mai come questa volta, perché, continuando la memoria a produrre nella mia mente immagini della verde Irpinia, era come se volessi illudermi che anche qui, a Macherio, nella prospera Brianza, potesse esistere il verde della natura.

    Poi perché non vedevo l’ora di poter continuare a leggere il libro di Franco Arminio che mia figlia il giorno prima aveva trovato in una libreria di Monza, con la contemporanea tentazione di accendere il computer ed alternare la ‘navigazione’ sui miei blogs (Qui Sant’Angelo dei Lombardi e Comunità Provvisoria), e nella mia memoria; per scrivere quanto affiorava nella mia mente, sempre più eccitata e confusa, ma sostanzialmente serena; per condividerlo con altri nella casa della Comunità Provvisoria.

    Questa volta però, prima di cominciare a scrivere, mi sono fatto una bella doccia, quasi ad acquisire una condizione psico-fisica migliore, tale da poter mettere le parole, una dietro l’altra, un po’ più in ordine ed in una forma un po’ più corretta che nelle due occasioni precedenti.

    Non riuscivo a spiegarmi, mentre rasavo l’erba, come mai avevo rotto gli indugi ed avevo scritto i miei primi commenti su Comunità Provvisoria, solo in occasione della petizione al Presidente della Repubblica Napolitano, redatta da Franco Arminio e poi sottoscritta da tanti, me compreso, che gli chiedeva di intervenire per evitare che venisse collocata una discarica al Formicoso. Spesso negli ultimi anni, quasi mai prima, ero passato in auto per quel ‘passo’ nei miei frequenti viaggi dalla Brianza a Sant’Angelo dei Lombardi; da quando era stata ‘fatta’ la via che dal casello dell’autostrada di Lacedonia porta a Bisaccia. Nella direzione Sant’Angelo, da Bisaccia, passavo pertanto dal bivio della strada che porta ad Andretta (non sono mai stato in quel paese); ma, distrattamente, dentro mi dicevo che allora quella era la strada che conduceva in quel posto, senza null’altro aggiungere ai miei pensieri.

    Improvvisamente, mentre tagliavo l’erba, si è reso cosciente un pensiero: mio padre, quando era giovane, tornato dalla prima guerra mondiale, proprio ad Andretta aveva conosciuto e frequentato una donna che poi sarebbe diventata sua moglie! Da quel matrimonio erano nati due figli, una femmina morta poi a Roma all’età di vent’anni circa, ed un maschio morto a 66 anni qualche anno fa, anch’egli a Roma, ove era stato ricoverato in un ospedale per problemi cardiocircolatori (a quei tempi si era, da qualche anno, una volta in pensione, trasferito definitivamente a Sant’Angelo).

    Rimase presto vedovo mio padre; si risposò dopo qualche anno con una donna, questa volta di Nusco; da lei ebbe altri sette figli, dei quali io sono l’ultimogenito. Mi piacerebbe che Nusco, come sicuramente Andretta e Sant’Angelo dei Lombardi, sia inserito nel Parco dell’Irpinia d’Oriente, se già non lo fosse! (Angelo per favore comunicami che lo è, altrimenti inseriscilo, per piacere!).

    Allora, essendo riaffiorati nella mia confusa ma viva, oggi più che mai, mente questi ricordi, vi comunico che credo di aver capito perché mai NON VOGLIO la discarica al FORMICOSO.

    Solo per un fottuto egoismo!!!

    Antonio IMBRIANO

    aimbriano

    3 settembre 2008 at 11:38 am

  65. Ognuno aderisce ad un incontro con le idee ,i sentimenti e le parole che ha in dote, a patto di metterle in sintonia (neglio i greci :koinonia ) con uno spirito comune ad una idealità più che una finalità. Io irpino di nascita e di elezione aderisco in piena coscienza e scienza a questo non ltimo incontro per l’Irpinia.Non sono un poeta che lavora con parole ispirate, con i sentimenti e le passioni e quindi posso solo partecipare con le idee oi concetti.Io penso che in Irpinia abbiamo una necessità rinnovare in noi stessi i residui emozionali e naturali di una presenza “mitica” da riattualizzare attraverso la parola e il gesto del poeta ma anche dei discorsi di chi usa il ragionamento per la sua comunicazione orale o scritta.Il poeta conosce l’arte dell’illusione e della emozione, capace di destare le passioni e i sentimenti di chi ascolta, attraverso il piacere della parola-canto o il gesto.Molto utile per tutti noi in Irpinia un incontro di poesia dal momento che politici e intellettuali hanno esrcitato nel tempo e con rigore l’esecizio del consumo e dello svuotamento della parola nel suo rappresentare la realtà che si fà cultura e mito.Maè altresì utile recuperare una cultura della parola che personifichi anche un pensiero (logos), dei valori (ethos), dei caratteri identitari (mitos) e non solo un involucro di una se pur socievole epiacevole opinione (doxa).Evitando di incorrere in una facile contrapposizione tra pensiero mitico e pensiero razionale recuperare alla politica e alla comunicazione la sua capacità di assecondare passioni ed emozioni assieme alle sue necessità di elaborazione formale,preciso e curato nelle sue connessioni di pensieri e idee.Anche in Irpinia e per l’Irpinia abbiamo bisogno abbiamo bisogno di più poesia,più idee e più cultura e anche di storia o storie, all’interno di una nuova complessità emozionale e progressiva consapevolezza e responsabilità dell’ io, poetico e politico assieme.
    http://www.mauroorlando.it

    mercuzio

    3 settembre 2008 at 2:14 PM

  66. noiose le modalità e soprattutto giurassico il parterre delle personalità di spicco (sob)….
    ce li propinate di continuo e dappertutto………………………………………………………
    Non sarebbe ora di finirla?

    lucignolo

    3 settembre 2008 at 2:20 PM

  67. Concordo talmente con te, lucignolo, tanto da comunicare, pur confermando l’adesione del Movimento Irpino Sannitico per l’Autonomia e mio personale all’evento, date le sue finalità (NO alla discarica al FORMICOSO), che non vi sarà da parte nostra una partecipazione diretta alla manifestazione.
    Antonio IMBRIANO
    portavoce del MISPA
    PS: in proposito sarà stilato nei prossimi giorni un apposito comunicato stampa.

    aimbriano

    3 settembre 2008 at 2:27 PM

  68. non so perché a un certo punto ci fermiamo.
    se ognuno degli aderenti lo dicesse a un amico
    domenica a sant’angelo dovrebbe essere almeno trecento. sarà così?
    armin

    comunitaprovvisoria

    3 settembre 2008 at 7:03 PM

  69. Per salvare il formicoso e la valle dell’Ofanto dalla mega discarica
    che incombe non rimane che una strada da imboccare senza
    tentennamenti: Staccarsi dalla Campania ed aggregarsi alla Basilicata
    per formare insieme al Cilento, Vallo di Diano, Alto Sele e Tanagro,
    oltre alle zone settentrionali tirreniche e joniche della Calabria una
    nuova grande regione delle aree interne de3l Mezzogiorno, in altre
    parole la grande Lucania . Gli irpini ,ed in modo particolare voi
    dell’alta Irpinia, hanno molte cose in comune con i Lucani, gli uni
    discendono dagli altri, ed i 18 comuni che formano la comunità montana
    , e che dovrebbero costituire il parco dell’Irpinia d’Oriente, sono
    abbastanza integrati con i comuni del Vulture-Melfese tanto da formare
    a detta di molti un territorio omogeneo unico avente come fulcro il
    Monte Vulture e la Città di Melfi. Il comune di Aquilonia ha già
    aderito al progetto.
    Saluti Pietro Calabrese membro dell’associazione
    Grande Lucania.

    pietro calabrese / grande lucania

    3 settembre 2008 at 8:42 PM

  70. Oggi a Conza della Campania per nome del Comune si raccoglievano firme contro la discarica da presentare all’assemblea di sabato a Calitri. Mi hanno detto che lo stesso si stava facendo anche negli altri paesi. So’ che a Sant’Angelo e forse a Guardia si sono organizzati per la raccolta. ho chiamato ad Andretta per chiedere come si fosse arrivati a questa iniziativa e per sapere se anche loro stessero facendo lo stesso, forse non erano i più informati, ma mi hanno detto che non ne sapevano nulla. Al mio ritorno a Bisaccia ho rifatto la stessa domanda ed anche loro erano ignari. Non ho modo di valutare il peso politico di questa iniziativa, ma qualora l’adesione dovesse essere importante noi ci troveremmo con delle potenzialità inespresse, perchè non c’è dubbio che un’informazione diffusa potrebbe migiliorare il risultato di dieci volte.
    Forse il nostro punto più debole è proprio nei ruoli che si sono configurati in questi mesi:da un lato i Sindaci, i politici amici,gli artisti che si battono contro la discarica e dall’altro la popolazione che purtroppo si identifica nelle azioni dei primi senza trovare i modi per un’azione politica autonoma, che si integri con le altre.
    Io sono convinto che la gente voglia spendersi di più e cerchi dei luoghi per poterlo fare. La gente è piena di idee maturate in silenzio in questi mesi tormentati. Mi hanno suggerito per esempio che potremmo evitare di mandare anche solo per il primo giorno i nostri figli a scuola. Sarebbe un piccolo sacrificio che avrebbe però un impatto mediatico. Altri hanno detto che già da adesso si pottrebbe creare un ritrovo stabile a Pero Spaccone anche nei luoghi immediatamente vicini a quelli scelti per la discarica ( se questo può tranquillizzare ) in modo che possiamo muoverci sul territorio ed evitare che anche la più piccola manomissione possa essere fatta a nostra insaputa. Potremmo presentarci vicino al carcere di Sant’Angelo e chiedere di farci arrestare o marciare seminudi. Queste ed altre che nemmeno riusciamo ad immaginare sono proposte che la gente è impaziente di comunicare. Se malauguratamente dovesse realizzarsi la discarica noi ci troveremmo a non aver saputo giocare la nostra carta più importante: l’umanità che popola queste terre. Non credo sia automatico che all’arrivo dei tecnici la gente si mobiliti, dovremmo attrezzarci prima, ognuno con un suo ruolo. Dall’altra parte sono specializzati in questo e giocano con noi al gatto e topo. Per loro noi siamo prevedibili, perchè hanno affrontato altre situazioni simili. Dobbiamo sorprenderli, rispondendo come disse Franco con gli agnelli ai loro manganelli, ma creando situazioni che possano diventare notizia e che facciano parlare delle nostre ragioni in Italia e all’estero.
    Il tempo che ci rimane non è molto, non dobbiamo sprecarlo, se troviamo le viti giuste crolla tutto il meccanismo. Sono convinto che ce la faremo.

    Angelo Vitale

    3 settembre 2008 at 10:41 PM

  71. Tu sogni! Anzi vaneggi!! “I Sindaci” di cui parli sono gli stessi che hanno causato direttamente o indirettamente questa situazione. Alcuni di loro e forse anche molti amministratori la vorrebbero la discarica. Della gente e degli “artisti” non gli è mai fregato niente. Gente, truppa, artisti appunto. Sono stati selezionati solo e sempre se erano capaci di “fottere” l’amministratore del paese vicino, così acquisivano potere agli occhi dell’imperatore e potevano fare carriera politica in un territorio grande quanto un condominio, arricchire la “famiglia” (nel doppio senso di cosca e di gruppo di consanguinei). Questi non fanno nulla perché: se si vince la sfida possono dire che c’erano (non facendo niente), se si perde possono dire che hanno fatto il massimo e la colpa è di altri. E possono ripresentarsi. E voi pensate ancora a questi qua? Quanto poi alle ipotetiche azioni eclatanti, fatte per richiamare l’attenzione: E’ TARDI!! La discarica ormai si è capito che la faranno per dare la possibilità di “smaltire” finalmente tutti gli amministratori “tossici e nocivi” della zona. E sono tanti! Quanto al governo non aspetta altro di criminalizzarvi. Appena il primo “fesso” fa qualcosa di eclatante, si mettono in moto i giornali e i tromboni amici trasformandovi in pericolosi soggetti che si oppongono con la forza alle giuste necessità di una intera regione. E non c’è stronzo più grande di un popolo fesso per interesse. Cui fa comodo sentirsi dire certe cose tranquillizzanti.

    lu scem

    lu scem

    3 settembre 2008 at 11:22 PM

  72. @ lu scem
    Non mi sembri mica tanto scemo! E poi dici cose, molto, molto condivisibili.
    Antonio

    aimbriano

    4 settembre 2008 at 6:45 am

  73. Buongiorno,
    i commenti che leggo stamane sul blog partoriscono queste riflessioni “a mente fresca” che vorrei condividere:
    la democrazia si “libera” e vive quando ogni singolo individuo si pone (ed è facilitato in questo) nelle condizioni adeguate per potersi ESPRIMERE. Allora ognuno lo fa secondo le proprie attitudini e con gli strumenti di cui dispone. Ecco dunque che ci si incontra sull’argomento di turno con le più svariate modalità, ognuno eprimendosi attraverso il linguaggio che conosce e sa usare: poesia, paesologia, arte, cultura in generale, esperienza, capacità di dialogare etc…
    “Praticare” continuamente l’espressione delle proprie idee, dei propri pensieri, mettendoli in circolo, in relazione con quelli degli altri ci garantisce di rimanere in un circolo virtuoso che prima o poi DEVE ESSERE intercettato da chi ha avuto mandato di governare. Il mandato è tramutare I DESIDERI ESPRESSI in azioni concrete ed attività per il bene della comunità che la comunità stessa chiede e rivendica.
    Per cui, nonostante io sia consapevole che la situazione si sia parecchio ingarbugliata, sono convinta, certa che il circolo vizioso in cui siamo caduti possa essere bloccato in un secondo. La virata richiede la forza di tutti che cominciamo a volere e desiderare il bene delle comunità di cui facciamo parte e se il governante di turno non capisce, è sordo, abbiamo gli strumenti per mandarlo a casa ad occuparsi di altro.
    Questi sfoghi, è bene che gli Amministratori lo sappiano, nascono dalla stanchezza ma non dalla depressione o dalla resa.

    Monica

    4 settembre 2008 at 10:19 am

  74. mi pare sia il caso di segnalare.
    g.
    ——————————————————-
    Intervista sul Corriere della Sera Magazine

    Pino Daniele nauseato dal Pd litigioso
    «Non sono più un musicista di sinistra»
    «Berlusconi? Ha fatto sentire per la prima volta la presenza dello Stato a Napoli». «Capossela? Ideologico» «A Roma Alemanno farà bene»

    NAPOLI – «Non sono più un musicista di sinistra». In verità, oggi, Pino Daniele non si sente neanche di destra. E in una lunga intervista a Vittorio zincone per il Corriere della Sera Magazine spiega il perché di questo sbarellamento del centro di gravità permanente. «Ho vissuto trent’anni da contestatore, roba di sinistra pesante. A parte le feste dell’Unità facevo iniziative sociali nei quartieri». Ma adesso, anno di grazia 2008, non gli va più a genio «la sinistra che litiga così tanto. Hai visto il Pd in Sardegna? Ho abbandonato certi paraocchi della mia generazione», voltando decisamente pagina.

    Alcuni mesi fa, in radio, il bluesman affermò di concordare con la linea dura della Lega sull’emergenza rifiuti. E ora bendice senza se e senza ma l’operato di Berlusconi, Moloch per eccellenza della sinistra tricolore: «La città è pulita. Lo vede tutto il mondo. Non so se è ‘O miracolo, ma a Napoli lo Stato si è visto e non era mai successo». Sulla risoluzione della crisi spazzatura non transige mai. Perciò è poco tenero, anzi sprezzante, anche col collega Vinicio Capossela, in prima linea contro l’apertura della megadiscarica in Alta Irpinia. «Capossela? Ma chi è questo? Da dove viene? È di Napoli? Il suo atteggiamento mi pare un po’ ideologico».

    MILITARI IN CITTA’ – E sulla militarizzazione delle città, altro tema criticato dalla sinistra, dice «E che male c’è? La sicurezza è importante. Io vivo a Roma e sono sicuro che Alemanno farà un buon lavoro».

    gianni fiorentino

    4 settembre 2008 at 1:17 PM

  75. Versi per il Formicoso
    Cento voci per l’Irpinia

    AGGIORNAMENTO
    … hanno ADERITO
    numerosi poeti, scrittori e artisti, tra cui Pasquale Martiniello, Ugo Piscopo, Nicola Prebenna, Giuseppe Liuccio, Giuseppe Panella, Raffaele Della Fera, Luisa Martiniello, Teresa Romei, Vincenzo D’Alessio, Anna Maria Galasso, Salvatore Salvatore, Olga Di Gregorio, Maria Rosaria Di Rienzo, Livio Borriello, Alessandro Di Napoli, Giandonato Giordano, Gherardo Mengoni, Pasquale Gallicchio, Raffaele Barbieri, Luigi Grosso, Oriana Costanzi, Angelo Cristofaro, Maddalena Verderosa, Vera Mocella, Antonietta Gnerre, Franca Molinaro, Rossella Luongo, Monia Gaita, Ottaviano De Biase, Roberta Gimigliano, Emilia Bersabea Cirillo, Claudia Iandolo, Paolo Battista, Luca Battista, Domenico Cipriano (Guardia), Domenico Cipriano (Frigento), Faustino De Palma, Gaetano Calabrese di Lioni, Gaetano Calabrese di Nusco, Alfonso Attilio Faia, Rosella Ripa, Domenico Cambria, Fernando Antoniello, Nunziatina Policino, Luigi Capone, Francesco Prudente, Assunta Del Sordo, Giuseppina Polico, Tancredi Lisena, Gennaro Iannarone, Lucrezia Di Benedetto, Maria Teresa Iarrobino, Toni Ricciardi, i giornalisti Carlo Picone e Gerardo Di Tuccio, Franco Archidiacono, Fiduciario Condotta Slow food Baronia – Valle Ufita, gli artisti Fulvio Moscaritolo, Luigi Di Guglielmo, Giuseppe Rubico, Rachele Branca, Gabriella Aulisa, Tony Salvo, Catia Marano, Veronica Piccirillo, Luigi Prudente, Luciano Luciani, Emilio De Rogatis, Beatrice Tavernese, Agostino Dello Russo, Nicola Guarino, Tiberio Luciani, Antonio Restaino, Rodrigo Perillo, Gianni Cataldo, l’intera redazione della rivista di studi storici “Vicum”, l’intera redazione del mensile “Altirpinia”, l’Associazione culturale “Fateci respirare”, il fotografo Carlos Solito, i musicisti Lucio Lazzaruolo, Raffaele Villanova, Nino Uva, Rino Teta, il regista Federico Di Cecilia, gli artisti Gianni Di Nardo, l’archeologa Elda Martino, il COCIS, Mario De Masi, attore del teatro Elicantropo di Carlo Cerciello, l’attrice Angela Prudente, l’editrice Giovanna Scuderi, il giornalista Michele Vespasiano, Salvatore Pignataro, giornalista, Direttore redazione interregionale Radio Latte Miele e di http://www.telealtirpinia.it, Stefano Quaresimale, Fiorella Delli Gatti.
    Analogamente sono invitati ad aderire gli Amministratori irpini, come hanno fatto già il Sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi Michele Forte, il Capogruppo di Maggioranza Vincenzo Lucido, il Sindaco e il Vice-sindaco di Monteverde, Franco Ricciardi e Antonio Vella, Rodolfo Salzarulo, Sindaco di Lioni, Salvatore Ruggiero, delegato alla Cultura del Comune di Lioni e Assessore alla Comunità Montana “Alta Irpinia”, il Sindaco di Torella dei Lombardi, Vincenzo Lasprogata, il Vicesindaco Arcangelo Lodise, l’Assessore Amado Delli Gatti, il Sindaco di Prata Principato Ultra Antonio Aufiero, il Vicesindaco di Nusco Carmine Prudente, il Segretario del PD Provinciale Franco Vittoria.
    Sono invitati ad aderire anche i rappresentanti del mondo della Scuola, come hanno già fatto i Dirigenti Scolastici Rosanna Repole, Dora Garofalo, Preside emerita, Gerardo Vespucci, Anna Dello Buono.

    paolo saggese / comunicato stampa / aggiornamento

    4 settembre 2008 at 3:28 PM

  76. caro vitale
    mi piacerebbe conoscerla.
    ci vediamo domenica a sant’angelo?
    armin

    comunitaprovvisoria

    4 settembre 2008 at 8:22 PM

  77. ma quella foto non rappresenta parte del portale della casa che attualmente occupo nel centro storieco di Sant’Angelo: è un testa di pietra; credo anche il collo. Forse anche la mia è di pietra, anzi no! LA mia è solo dura come la pietra….
    antonio

    aimbriano

    4 settembre 2008 at 9:54 PM

  78. Versi per il Formicoso / 100 VOCI per l’Irpinia
    ————————————————————

    Senza pretese , scritta di getto con il cuore e senza titolo

    Terra abbandonata, ma mai dimenticata

    Terra matrigna di cui mi sento figlio

    Terra aspra e generosa,mai banale come una padana distesa

    Terra che trema e si ribella

    Terra di argilla che ti si attacca alla pelle

    Lavata con acque tumultuose limpide e preziose

    Terra baciata da sole cocente e argelata di neve copiosa e cadente

    Terra di venti , terra di lupi Terra di anziani segnati dai vuoti

    Paesi arroccati su colli ospitali

    Vigne e distese di grano, curate da mani

    Terra di figli che hanno solcato gli oceani

    Terra di madri a far da sentinella a lasciarsi morire con il cuore spezzato,

    per un figlio o un marito non ancora tornato

    Terra ferita ma mai doma , chiama i suoi figli alla vecchia dimora

    E’ il tempo del ritorno e’ tempo di ritrovarsi –

    Carmine Rossi – Bologna –

    carmine rossi / bologna

    5 settembre 2008 at 10:35 am

  79. Per il Formicoso


    Ci sono luoghi che trovano posto dentro di noi. E non se ne vanno più. Li accogliamo per come sono :dimenticati, splendenti, sconosciuti, indimenticabili. Riescono ad entrare nelle crepe, nelle nostre ombre, inconsolabili come siamo. Trovano rifugio in noi perché noi abbiamo bisogno di loro. Un mutuo compenso. Quanto più è intricata la nostra oscurità, tanto più permangono.
    Così è stato per il Formicoso.
    Sei solo nelle cose, e non hai riparo. Quell’ altipiano ti mette a nudo, di fronte a te. Come uno specchio da cui non puoi fuggire. Devi guardarti dentro, nel rumore delle pale eoliche che turbinano. Sei una foglia secca, sei un pezzo di ramo, sei un frutto caduto, sei vento, sei natura, persona, terra, zolla.Come se potessi ancora vivere un’ altra vita, in una maniera completamente diversa. Fino a convertirti. Fino a modificarti. Questo è capitato con il Formicoso. Ci siamo incontrati. Non è poco. Per forza che devi difenderlo. Fa parte di te, delle tue tenebre.

    emilia bersabea cirillo

    5 settembre 2008 at 10:51 am

  80. Innanziatutto grazie dell’invito a questa bella manifestazione alla quale
    sarei intervenuto con grande piacere; puoi certamente dare la mia adesione morale alla iniziativa ma purtroppo sono impossibilitato a venire fisicamente in quanto invitato ad un matrimonio.
    se si organizza qualche altro evento sarò lieto di partecipare.

    Ti saluto
    Fabio Evangelista
    Assessore al Bilancio Comune di Mercogliano

    fabio evangelista

    5 settembre 2008 at 11:58 am

  81. Oggetto 1:
    “Sto saltando in un uncino
    troppe voci tolgono acqua all’iride
    tale secchezza mi annienta……..
    ……….arriva sul fondo e trovo un vuoto bianco
    ma a quel punto il mio silenzio è il massacro tanto atteso,
    e quindi vado a ondeggaire come filo d’erba,
    amo gli uomini ma ancor di più il vento
    il fruscio adeguato all’odore che presto giungerà”

    Oggetto 2:
    ” Non ricordi chi non ascolta il rumore dei tasti,
    ma colei che – morbida e fresca come un frutto,
    e nera come zolla di terra sulfurea-
    sorride all’ultima curva dicendoti
    ma non vedi che sei quasi arrivato?”

    Oggetto 1:
    “Aspettavo sbagliaste
    A tagliar i rami
    Per succhiarne le estremità
    Col suono del riflusso
    come cervelli vuoti
    corridori da spiaggia
    conchiglie vuote e silenti

    era svilente quella cavità,
    e ormai le scarpe erano pronte.”

    Oggetto 2:
    ” Tu stai andando, dove io sono già fuggito”

    Oggetto 1:
    ” Mi hanno solo scaricato qui…….io non ho la capacità di decidere che le future rovine imperialiste non siano anfiteatri ma ……..questo intorno……….”

    oggetto 2:
    “Allora girati a guardare i papaveri, al prossimo giugno avrai dimenticato il loro languido rossore”

    delirio è questa danza di parole degli oggetti
    essi non attendono prati o campi
    forse cercano la tomba proprio dov’è la loro culla
    e un arco così lungo li sfinisce ………
    ………persino loro percepiscono il vento nel grano
    e osservano tale sacra emozionante piccola bellezza,
    eppure non hanno ascolto e sguardo …………..

    ma le accezioni comuni sfiniscono me oggi …………

    (@ Angelo : ho cambiato il contenuto alla fine – niente più poesia secca e nuda – questa è l’inizio di una sceneggiatura teatrale dal titolo “Disenchantment”(Disincanto) -perdonate ha il titolo in inglese perchè è una cosa che ho iniziato a scrivere quando vivevo in Irlanda- non è perchè non mi sento abbastanza irpina, anzi :)…….
    @ Franco : sento cantare la bellezza sulla scena del silenzio …… che è sempre la scena migliore …… perdonami -soprattutto tu- se mi sento sempre inadeguata allle situazioni “corali” e deliro dall’angolino sì umido, autunnale, buio ma tanto rassicurante della stanza provvisoria……)

    vi abbraccio tutti – a domenica

    Metaphisque (= Alessandra Maddaloni)

    metaphisique

    5 settembre 2008 at 12:38 PM

  82. a domenica, quindi
    se riesco a non ascoltare per primo il coro che sfonda nell’antica pietra ma piuttosto il silenzio emozionante che c’è sul fondo e arriva fra i fili d’erba

    metaphisique

    5 settembre 2008 at 12:45 PM

  83. […] Metaphisique said, on Agosto 27th, 2008 at 1:33 pm […]

  84. Aderisco. E non solo. Pure apprezzo, magari capisco, genericamente condivido, pudicamente mi ritraggo.

    Stanotte ho finito di rileggere “Vento forte…” ed il magone mi ha fatto tornare un momento al concerto di Vinicio del 18 agosto a Pero Spaccone. Vinicio è ‘un grande artista’ (non solo un cantante) e in tal guisa privo di ‘patria’. La sua patria è il mondo. Non Andretta o Calitri o l’Irpinia o altri. Non quello che lo conosce e lo osanna che sarebbe solo “il suo mercato”, ma la sua patria è ogni luogo che lo ispiri.

    Ebbene quella sera il suo concerto, non ha reclamato pietà per la nostra terra, non ha mostrato al mondo un “luogo” da conservare solo perché bello, incontaminato e tanto amato. Questa interpretazione se pur vera sarebbe ancora superficiale, a parer mio.

    Mi ha detto, cantando, che bisogna amarlo, il luogo dove nacqui e dove agisco, perché “riesce ancora ad ispirare un artista e un poeta…”.

    Io che artista non sono né poeta, “…sento ancora le lacrime venirmi agli occhi”.

    EnzLu

    enzlu

    5 settembre 2008 at 1:15 PM

  85. Pronti a partire per la nostra personalissima woodstock ?

    “La forza degli oppressori sono le menti degli oppressi” diceva qualche gran letterato con il nome troppo lungo e difficile da ricordare; be è proprio vero.dobbiamo far capire che ci siamo, in pochi , come dice il portatore nano di democrazia (cioè il caro “compagno” Silvio Berlusconi) ma ci simo. CHE POI IO VORREI FAR CAPIRE A QUESTA GENTE CHE IL PROGGETTO ” nApOlI pUlItA” NON DEVE SIGNIFICARE avellino sporca.

    PER UN TRISTE SOVRANO NOI SIAMO COSTRETTI A DIVENTARE IL CESSO DEL PAESE.

    aprendo nuove discariche non abusive non nel napoletano lo stato non fa altro che aiutare la camorra a colonizzare nuovi territori …………………..”liberi”.

    O’ Vero lupo ca magna e criature eia sto stato ca avimma caccia

    VI ASPETTO……………….(con tanto vino spero, visto che io sono minorenne, quindi non devo guidare)……………..AH AHA

    capoccia

    5 settembre 2008 at 7:27 PM

  86. Aderisco personalmente e per conto dell’ associazione HERA-KlèS Toscana e Campania.
    Teresa CELLA, oggi a Firenze .

    Vi invio uno stralcio di diario andrettese , pagina scritta , sapendo della giornata di domani.

    Andretta : appunti senza occhiali …mattino del 28 agosto

    L’ estate del 2008 ,
    Andretta era un paese di uomini senza sangue,
    cani irati guardinghi davanti al cimitero,
    donne che il sangue lo perdevano come sempre,
    almeno quelle in età di farlo.
    L’ evento trasformatore era arrivato o stava per arrivare,
    secondo le rare opinioni che gli uomini, muti,
    riuscivano a scambiare.
    Un evento terrifico come il terremoto dell’ 80…
    E gli uomini erano storditi, storditi come se
    Un provvidenziale carnefice
    Gli avesse dato un colpo tra capo e collo, un colpo micidiale.
    Niente parole, niente costumi, niente grida
    Pochi gli ammiccamenti tra i giovani.

    Eppure , in quei giorni, c’ erano due bambini biondi e rossi,
    due Bambini a riprendere il testimone del vivere insieme.
    La più grande, tre anni al massimo, riccioli biondi biondi,
    per mano a un suo zio anziano,
    si bracciava a salutare una vecchia signora ,
    con la cappa di lana bianca, sulle spalle. Mia madre.
    NON si erano mai viste e si salutavano.

    L’ altro bambino,
    un anno di rossi capelli e occhi azzurri di normanno
    In collo al padre,
    sul sellino della bici del padre,
    con il caschetto antiurto del padre,
    con la manina stesa a salutare come il padre
    passava di lì tutti i giorni,
    davanti ai nostri occhi curiosi.
    Veniva da Lecco con i suoi genitori irpini.
    Venivano e portavano un soffio
    Di gentile vicinanza.
    I due , padre e figlio,
    figlio e padre,
    sembravano gli unici in grado di riprendersi il paese ,
    con mezzi moderni e tempi antichi.
    Un miracolo…

    Il resto, le restanti genti e gli umani PENSATI
    Si trasformavano in muri solidi di competenze e incompetenze,
    mura grigiastre ,
    imbiancati sepolcri di altre lettere.
    Un fatto notevole era successo nella vita del paese,
    oltre l’ arrivo generoso di Vinicio ..
    Una serata in piazza con tre grandi vecchi del paese,
    grandi perchè vecchi e saggi come i vecchi africani,
    grandi per studi ed esperienza ,
    grandi per volontà di testimoniare……..Teresa Cella : Andretta/ Firenze, anda e ri-anda

    HERA-Klescampania

    6 settembre 2008 at 9:52 am

  87. ADERISCONO

    don Gerado Capaldo
    Luigi Mainolfi, già Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Avellino
    Antonio Ferrante
    Lidia Salvatore
    Alessandro Di Pietro

    paolo saggese / comunicato stampa / aggiornamento

    6 settembre 2008 at 2:27 PM

  88. Sono tornato il 31 agosto dopo 2 mesi di assenza ed ho arretrato a morire …
    Ti allego una mia composizione sul tema del Formicoso, breve e concisa!
    Puoi stamparla ed esporla.
    Nei prossimi giorni cominceremo l’impaginazione del nuovo numero della rivista “Irpinia ed Irpini”.
    Se mi fai giungere celermente un articolo sull’evento, cercherò di inserirlo negli spazi ancora liberi.
    Saluti
    Donato

    DONATO / IRPINIA BIZ

    6 settembre 2008 at 2:34 PM

  89. io ci sto.
    avevo dimenticato di scriverlo nel mio commento, o meglio non sapevo che si dovesse scrivere(poi visto che lo scrivevano tutti, con grande vigliaccheria mi sono accodato)

    sono pronto, o quasi, per l’odissea di domani, anche s e odissea è un po’ inadeguato, anche perchè il nostro problema non è cosi’ famoso come il ben più noto poema da non meritarsi l’ interesse della gente, dei giornali………….e di qualch’ altro coglione(coglione solo perchè non ne parla e quindi si unisce automaticamente alle schiere dei tali, lungi da me l’insultare una professione)

    P.S.:(SCUSATE L’USO PERSONALE DEL BLOG)

    @ ENZLU

    por favor

    fammi sapere, non per niente ma solo per non sentire più mia madre, che insiste per sapere se deve comprare i panini o no, pronunciando la magica frase ” e pò si t’ fac fam? ”

    GRAZIE e scusate ancora.

    capoccia

    6 settembre 2008 at 6:46 PM

  90. poveri bamboccioni irpini affamati e derelitti

    fao

    6 settembre 2008 at 10:03 PM

  91. fao? sembra un nome da cane. comunque……

    perchè affamati? cara C.P. cos’è, avete messo un link in alcuni siti porno, di cui questo fao è abituale utente?

    e poi caro “fao”, con grande amicizia……….MA VA A QUEL PAESE ( oggi la tappa nuova era a sant’ angelo.)

    capoccia

    7 settembre 2008 at 12:08 PM

  92. Non sono fisicamente presente, ma condivido in pieno e dunque aderisco all’iniziativa. Le buone cause vanno sostenute sempre e attraverso qualunque mezzo non violento. Quella del Formicoso è una buona causa e richiede la mobilitazione di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della propria terra.
    Giuseppe Belvedere

    Giuseppe Belvedere

    7 settembre 2008 at 4:45 PM

  93. @ capoccia.
    non so quale istinto ti abbia guidato ma mai definizione fu più centrata.
    se tu sapessi con quale cretino hai a che fare…

    lu scem

    lu scem

    7 settembre 2008 at 5:42 PM

  94. W la verità (titolo del commento) – per Lillino Verderosa e gli altri propietari piddiellini del blog= Segue ^^^ copia e incolla direttamente dal blog ma con formattazione automatica preimpostata nei commenti e ^^^ con necessarie*** asteriscate mie noticine, OK?

    ==== Lilì, apri l’uocchi (trovati la parte asteriscata*** pecchè a fa’ lo gnorri diventi più cattivo, Gaetano Calabrese saggiamente incazzato e per questo da tempo distante, ma sempre pronto a cunto e ragione per cui mai provvisorio e conseguenzialmente sempre extra-comunitario! ===-

    ^^^ABBAZIA del GOLETO – 24 febbraio 2008 _ eventi tenuti dalle 11 alle 23 ^^^
    -circolo di presentazione dei nuovi comunitari, all’aperto, nell’orto abbaziale _-colazione altirpina che ognuno ha portato qualcosa e c’era tanta bella gastronomia _-visita guidata all’abbazia risorta, i nuovi spazi museali, a cura di Angelo Verderosa _-“Miserere” del filmaker Antonello Matarazzo e dibattito, vedi anche il post-Caterina Pontrandolfo, canti nella Cappella di San Luca _-Paolo Maria Barducci ha presentato la Comunità dei Piccoli Fratelli al Goleto-partecipazione ai Vespri _-“poesia e paesaggio”, letture e riflessioni di Adelelmo Ruggieri, vedi i post _-laboratori di pensiero e di scrittura (dislocati in più punti) _-il municipio delle montagne, interlocuzione comunitaria con Michele Fumagallo _-comunicazione sulla comunicazione elettronica, Antonio Romano -rinviata al prossimo evento- _-sud, poesia e poesia del sud, Alfonso Nannariello
    _-**** poesie erranti in abbazia, notturno di Gaetano Calabrese –tenuta nel wine-bar _***( qui si misura ancora il grado di miserabilità, anche dopo mesi! ***)))
    -dagli atomi ai bits, ecologia comunicativa con Enzo Luongo -rinviata al prossimo evento- _-Scuola di Paesologia di Franco Arminio –rinviato al prossimo evento- _48° compleanno di un comunitario … dal botto alle botte _-dissertazione rumorosa sul silenzio, a cura di Dario Bavaro. ^^^ (Fine***)

    Gaetano Calabrese

    8 settembre 2008 at 2:01 am

  95. la comunità provvisoria ha, oltre qualche nemichetto, anche tanti cari amici;
    mauro orlando è un amicone oltre che un bravo blogger e irpino verace
    grazie mauro

    http://elisiramore.blogspot.com/2008/09/versi-per-il-formicoso-100-voci-per_03.html

    … come diceva N. Bobbio bisogna appassionarsi ai propri “valori caldi” (amore, poesia, amicizia, fede, generoso e utopico progetto politico, ma tuttavia difendere e vivere consapevolmente e concretamente anche i “valori freddi” (la legge e le istituzioni, la democrazia e le sue regole del gioco politico).

  96. Carissimi Amici,

    desidero esprimere sentimenti di autentica gratitudine per il Vostro coraggioso impegno a favore delle popolazioni irpine. Seguo con attenzione le Vostre pregevoli iniziative che hanno il merito di rimettere in moto il senso civico e l’orgoglio di esserci. La poesia, la musica, l’arte, la cultura rappresentano la grande speranza di ridare dignità alle nostre genti, offese ed umiliate dalla cattiva politica. La battaglia del Formicoso è soprattutto battaglia di libertà e di civiltà da portare avanti tutti insieme per garantire alle nuove generazioni irpine e meridionali un futuro vero.

    Sono con Voi con il cuore e con il fare concreto di tutti i giorni.

    Virgilio Caivano

    Portavoce Piccoli Comuni

    virgilio caivano

    9 settembre 2008 at 6:33 PM

  97. Raccolta differenziata

    Dopo il successo della “Giornata d’arte e poesia per il Formicoso” del 7 settembre tenutasi presso il Castello degli Imperiale di Sant’Angelo dei Lombardi le attività per la salvaguardia dell’Irpinia intraprese insieme dal Centro di documentazione sulla poesia del Sud, dalla Comunità Provvisoria, dal comitato “Nessuno tocchi il Formicoso”, dal Centro studi “Giordano Bruno” continuano. In particolare, i tanti interventi, poesie e pensieri giunti via e-mail saranno raccolti in una antologia dal titolo “Raccolta differenziata. Versi e pensieri per il Formicoso” che sarà edita nel corso del mese di ottobre, e che sarà distribuita gratuitamente agli studenti delle scuole irpine.

    L’edizione è stata resa possibile grazie alla generosità dell’Associazione “Fateci respirare” di Lioni, presieduta dal Signor Antonio Pica, Presidente Onorario l’Avv. Rosario Maglio, e che da tempo persegue un impegno di salvaguardia e valorizzazione del territorio.

    Chiunque abbia intenzione di inserirsi nell’antologia, potrà inviare un testo – in poesia o in prosa – dedicato al territorio irpino entro e non oltre il 14 settembre alle seguenti e-mail: paolosaggese@yahoo.it (Paolo Saggese), giiuliano@tiscali.it (Giuseppe Iuliano)

    raccolta differenziata

    9 settembre 2008 at 9:19 PM

  98. Un coro per il Formicoso
    Paolo Saggese
    ottopagine 7-9-08

    In questi giorni una parte dell’opinione pubblica irpina ha mostrato forza, convinzione, amore per questa terra. Il primo segnale è stato dato dai musicisti, a partire da Vinicio Capossela e dalle tante band che si sono esibite il 18 agosto sul Formicoso. Poi sono seguite le voci – un coro ricco e pluricorde – di artisti, scrittori, poeti, musicisti, che si incontrano oggi, a Sant’Angelo dei Lombardi, nel Castello degli Imperiale, per cantare il loro amore per l’Irpinia. Questa testimonianza per il Formicoso è una testimonianza per l’Irpinia, di cui il Centro di documentazione sulla poesia del Sud, il Comitato “Nessuno tocchi il Formicoso”, la “Comunità provvisoria” e il Centro studi “Giordano Bruno” di Felice Storti si sono fatti promotori nella convinzione che il mondo della cultura non poteva stare a guardare, come a volte, colpevolmente, ha fatto. In particolare, la Comunità provvisoria realizzerà una video-proiezione sul Parco naturale dell’Irpinia d’Oriente, subito dopo le letture “corali”, che inizieranno alle ore 16.00 e termineranno alle 18.00/18.30.
    Hanno aderito all’appello molti amministratori e più di cento cittadini irpini amanti dell’arte, della scrittura, della pittura, che hanno descritto l’Irpinia attraverso immagini e parole. L’iniziativa ha avuto un primo successo. Perciò gli organizzatori (chi scrive, Giuseppe Iuliano, Franco Arminio, Angelo Verderosa, Alfonso Nannariello, Felice Storti) ringraziano tutti coloro che hanno in vario modo collaborato.
    Dicevo di questo coro. Ecco allora gli diamo la parola, per dimostrare la sua forza, qui facendo seguire pochi stralci degli interventi, quasi tutti inediti, pervenuti via e-mail (altri arriveranno oggi e nei prossimi giorni).
    Pasquale Martiniello, che da tempo sollecitava una giornata per il Formicoso, ha scritto: “Lasciate le fasce tricolori / come spoglie di cicale al fuoco / delle stoppie se crea violenza / la legge e se lo stato dissacra / perfora e devasta ancora il seno / della nostra terra” (da “Lasciate le fasce”). Franco Arminio immagina: Il vento arriva qui a zampa di gatto / porta in aria la coda dei cani / le ossa dei vecchi. / Stranezze invisibili / per il resto tutto è a posto” (da “Canto di una pala eolica”).
    Giuseppe Iuliano evoca con voce potente: “Siamo terragni d’Irpinia / della striscia d’oriente / e di ogni altro confine / noi, popolo di formiche, / gente senza discrimine” (da “L’urlo dietro l’ultimo aquilone”), mentre Raffaele Della Fera sente il richiamo della Terra: “Aspetta / la mia terra aspetta / e nello sperar paziente / chiama” (da “Tu chiami”). Gabriele De Masi ci ricorda il “falco pellegrino, ali aperte / sguardo sul solco di stoppie / a cercar la serpe, il sorcio” (da “Formicoso”).
    Salvatore Salvatore, da cantore della Terra, scrive: “Erano di grano / le pareti dei pasti / e di stoppie i sedili / all’ombra degli olmi” (da “Figli dell’allodola”).
    Alfonso Nannariello esclama: “dopo che ci avete fatto il deserto / e / costretto tanti di noi a fuggire /
    ci siamo ancora scavati la vita / con / unghie di zappa e digrigni di denti”.
    Fernando Antoniello descrive così il consumismo imperante: “La nuova civiltà sgrava rifiuti. / Fète lo jato re la terra, tanfa lo respiro. / Ventre malato e crosta alleveruta” (da “Consumismo”).
    Giuseppina Polico ha cantato la bellezza del Formicoso: “Oasi di refrigerante pace tu sei / terra del Formicoso, / se avessi braccia infinite / ti abbraccerei quando all’orizzonte / ti congiungi al cielo” (da “Perché sconvolgere la bellezza della mia cara terra”).
    Anche Emilia Bersabea Cirillo ha esaltato la sua unicità: “Ci sono luoghi che si infilano dentro di noi. E non se ne vanno più. Li accogliamo per come sono dimenticati, splendenti, sconosciuti, indimenticabili. … (da “Per il Formicoso”).
    Allo stesso modo Teresa Romei: “Una natura incontaminata, amata ed offesa, che contiene i colori del mondo: foglie, aria, girandole di ginestre e lupinella. La sovrasta un girotondo di nuvole che viaggiano nel cielo, raccontando di una terra donata all’uomo non per essere oltraggiata …” (da “L’Irpinia”). La giovane Lidia Salvatore confessa: “Per la prima volta nei giorni scorsi mi sono ritrovata a difendere con convinzione la mia terra”.
    Claudia Iandolo ne ha evocato immagini e colori: “Oppure i gatti con gli occhi di madonna / Per questa terra distratta a reclamare / La vita che non c’è …” (da “Non olet”).
    Senso di rivolta in Luisa Martiniello: “Dissanguati dal terremoto, / svenati dall’Apulia sitibunda, / non vogliamo offrire più / neanche le costole di stucchi pagliosi, / battute già dalle pale eoliche, / all’arcobaleno del fetore costiero” (da “Bisogna rompere”).
    Giandonato Giordano ha evocato in un racconto i suoi ricordi partendo dal concerto di Vinicio Capossela: “E’ il 18 agosto e sul Formicoso c’è gente, tanta gente. Le file di auto si allungano in una chilometrica serpentina che si illumina con il calar della sera. In attesa del concerto di Vinicio Capossela i sindaci dell’Alta Irpinia si affannano a spiegare le ragione del no alla megadiscarica che il governo vuole piazzare su questo meraviglioso Altopiano” (da “Una vacanza al Formicoso”).
    Monia Gaita, nel suo stile difficile, ha scritto: “Campi in cui la pièna di giallo / decresce solo a séra, / dèdita al giòco del silènzio / sòtto le case dal vòlto demodè” (da “Irpinia alta”). Anna Maria Galasso esalta il “Mare verde”: “Nell’aria aleggia un vago profumo: / dopo un arido inverno un’intensa fioritura. / Gemme verdi brillano nella rugiada, / acacie dorate su stagni scintillanti”.
    Franca Molinaro ha cantato per il Calore: “Voli di rondini / dipinte da un maestro fiammingo / sfiorano il letto di ciottoli asciutto / afa di stoppie arse …” (da “Sotto il ponte”), mentre Nunziatina Policino ancora il Formicoso: “Mammelle gonfie / di chicchi sfamanti, nutrienti / d’oro / – da sempre – le tue zolle / amato, amato Formicoso” (da “Amato Formicoso”).
    Rossella Luongo ha evocato così la terra: “Tua fui, mia radice / umida marcescente di terra / amara ti raggiungo, sulle anime / pie l’imbrunire scalzo / ancora lava la coscienza / plumbea, dal cieco riscatto / azzannato dal tempo”.
    In un altro racconto, Faustino De Palma ha scritto: “Giungo, infine, sul crinale. Vedo il Vulture, Bisaccia, Cairano, Sant’Andrea di Conza; giù sulla destra si intravede Andretta. È il mondo del silenzio, rotto solo dal fruscio del vento e delle pale. Si farà qui la discarica? E quando mai ci arriveranno i compattatori in questo Far West della Campania?”
    Giuseppe Panella ha evocato così una speranza: “Gli orsi polari nuotano goffamente nell’oceano dal ghiaccio disciolto / e il mare non li inghiotte ma non li salva dal loro destino di morte – / animali senza spazio vitale, senza luogo di riposo e senza colore avito…”.
    Gherardo Mengoni in uno stralcio del suo “Itinerario borghese”, evoca così l’Alta Irpinia: “Giuseppina recitava con particolare fervore, specie le allocuzioni all’Angelo Custode. Aveva paura delle ianare che, come si diceva in paese, nelle notti d’estate con la luna piena, andavano giù alla Mefite dell’Ansanto a scavare nel terreno cocci e pezzi d’ossa per i loro sortilegi. Giuseppina in mente sua le ianare le aveva individuate ma non lo diceva a nessuno. Erano tre. Una più brutta dell’altra; vecchie e sporche”.
    Pasquale Gallicchio si domanda: “Formicoso. Spesso mi chiedo di che materia sia fatta questa parola. Soltanto salendo sull’altopiano ti accorgi che il Formicoso respira delle lotte per la terra. La lucentezza dei luoghi spesso cede il passo alle ombre di speranze umane mai sopite. Qui l’oro del grano si nutre del sudore dei contadini” (da “Terra”).
    Tancredi Lisena rievoca con efficacia “La monnezza”: “Ammassi di smunti colori / riempiono ogni dove. / Qua e là vecchi materassi / dopo le godurie domestiche / danno sollievo a spauriti randagi …”.
    Ottaviano De Biase canta “In nome della mia terra offesa”: “Qui la terra e la morte sono diventati / un corpo solo, una voce sola, / occhi a cui hanno rubato perfino la speranza”. Il giovane Alessandro Di Pietro scrive: “Il Formicoso è un altopiano che si scorge da lontano, / pien di grano coltivato per soddisfare il vicinato”. Domenico Cambria esalta l’“Irpinia”: “Ulula il lupo / sugli altipiani irpini. / Geme nel suo dolore …”. Paolo Battista evoca: “La vita è un continuo respirare il gas degli altri. / La vita ti fa ascoltare i più stupidi frastuoni che ingombrano i timpani / incapaci ormai di ascoltare la voce del cuore”. Assia Del Sordo evoca la terra del padre in cui “crescevano le viole / nascevano gli uccelli”. Queste sono alcune delle voci di cui l’Irpinia ha bisogno, sono voci, che finalmente diventano coro.

    paolo saggese / ottopagine 7-9-08

    9 settembre 2008 at 9:27 PM

  99. Ti ammiro terra mia bruciata.
    Ti ammiro terra mia dimenticata.
    Ti ammiro terra mia maltrattata.
    Ti ammiro terra mia ingombrata.
    Ti ammiro terra mia imbrattata.
    Ti ammiro terra mia rifiutata.
    Ti ammiro terra mia sconsolata.
    Ti ammiro terra mia che resisti all’assalto.

    Paolo battista...TERRA MIA...

    10 settembre 2008 at 1:22 PM

  100. http://www.ofantina.com , il prossimo numero avrà il formicoso in copertina.

    REDAZIONE OFANTINA

    10 settembre 2008 at 6:01 PM

  101. LETTERA APERTA A MICHELE FUMAGALLO
    Caro Michele,
    hai fatto bene a prendere di mira il Centro della poesia del Sud, con la sua paccottiglia poetica reazionaria e la sua melassa “sudista”.
    Io però al tuo posto non mi adombrerei più di tanto. E’ contro gli intelletuali veri che secondo me occorre scagliarsi. Gli animatori del suddetto Centro in fondo sono da lodare, perchè fanno beneficenza, regalando il famoso quarto d’ora di pubblicità a cani e porci. Oltre non possono andare, perché sono vittime della maledizione di Parmenide: nessuno può essere quello che non è.
    E poi, diciamo la verità, in giro c’è di peggio. Penso a certi intellettuali con cattedra universitaria e posticino riservato nei giornali locali.
    Questi intelletuali declassati e provinciali, la cui fama non supera i confini dei palazzi in cui abitano, se da un lato mi avviliscono, da un’altro mi divertono tantissimo, con le loro smancerie, con i loro ridicoli sforzi di conquistare il rango di pensatori.
    In realtà sono cloni di De Mita: non hanno nulla da dire. Individui mediocri. E pusillanimi, anche.
    Raramente, infatti, questi intellettuali da strapazzo fanno sentire le loro voci contro la classe dominante. E quando lo fanno, il tono è sempre mellifluo, beneducato, e schifosamente conformista. Insomma con un linguaggio strutturalmente debole, inefficace, e quindi incapace di dire in quanto si annichilisce nella sua stessa forma, senza raggiungere mai lo scopo.
    Loro naturalmente per il solo fatto di essere dei somari patentati sono convinti del contrario. Quando muovo qualche timida critica, credono davvero di lasciare il segno. Ma se fossero più intelligenti, se avessero maggiori conoscenze in fatto di potere e di linguaggio, si renderebbero facilmente conto che in realtà si sono limitati ad una tiratina d’orecchi.
    Caro Michele, sai cosa penso? Che in Irpinia non esistono cento intellettuali degni del nome. Con affetto
    Antonio Gizzo.

    gizzoantonio

    11 settembre 2008 at 5:23 PM

  102. SENZA TITOLO

    Sotto queste enormi
    gesta dell’era moderna.
    possenti,bianche,prolifere e meccaniche
    ritroviamo gli archetipi dell’era perduta.

    “ figlio mio chi ti farà il pane?”

    Verde miscuglio di innate sensazioni
    alla deriva del sole metropolitano.

    io voglio,io voglio, io voglio
    io consumo,io consumo, io consumo
    IO sono, IO sono, IO sono
    io esisto, io esisto,io esisto.

    Ritrovarsi nella piazza desolata tra il fumo
    dell’ultima sigaretta,il fiume ripercorre
    la mia infanzia come tragitto inesistente.

    Salvatore Casale

    11 settembre 2008 at 7:19 PM

  103. a gizzoantonio con sincera curiosità chiedo di fare almeno due o tre nomi e cognomi di quegli intellettuali che lui evocava

    sergiogioia

    11 settembre 2008 at 8:44 PM

  104. Caro Antonio (Gizzo),

    il rapporto tra intellettuali e popolo (questo mi interessa, semmai abbia qualche interesse per una categoria “impropria”) è sempre stato rapporto “minimo” in questo nostro territorio. Dove vige invece un forte rapporto intellettuali – ceto politico dominante.

    Ma quella che impropriamente viene definita categoria degli intellettuali altra non è che la platea piccolo-borghese contro cui hanno scagliato critiche feroci alcuni degli intellettuali migliori della nostra storia (nazionale). Ti cito un Carlo Levi, perchè lo avevo già fatto in quel commento polemico che tu ricordi e che purtroppo è stato cancellato da questo post.

    Anche il centro della poesia che tu citi, così come altre associazioni, sono in questa linea. Quella del contenuto “reazionario”, del linguaggio “debole”, “conformista” quanto più si critica apparentemente un potere verso cui c’è invece assoluta (e neanche troppo nascosta) acquiescenza.

    Il problema è complesso e non possiamo esaurirlo in questo breve spazio.

    Tu hai ragione su molte cose.

    Io voglio semplicemente ricordare qui che l’intellettuale “autentico”, come del resto tutte le cose “autentiche”, non nasce se non come “emanazione” del popolo, della classe lavoratrice.

    Al di fuori di questo c’è semplicemente il sottobosco che gira attorno alla cosiddetta politica.

    E da quel sottobosco facciamo meglio a stare alla larga. E senza neanche incavolarci troppo. Non ne vale la pena.

    Con affetto
    Michele Fumagallo

    michele fumagallo

    12 settembre 2008 at 12:15 am

  105. scrivo non per difendere la paccottaglia dei miei versi.
    scrivo per difendere un’iniziativa del territorio, iniziativa che costa impegno e malumori continui.
    non si tratta di essere sudisti. se questa è l’accusa, andrebbe rivolta anche ad altro che in commenti diversi si difende.
    prendere di mira il Centro della poesia del Sud è un gioco da ragazzi. se non ci fosse, mancherebbe una RICERCA tesa alla valorizzazione DI CIò CHE POTREBBE ESSERCI DI BUONO da queste parti.
    poiché c’è si può attaccare. lo si attacca senza aver compreso, a mio avviso, lquesto obiettivo del centro.
    tutto lo sforzo messo in campo da Saggese e da Iuliano è funzionale, in questa fase storica, non a celebrare, ma a raccogliere materiale.
    poi si dovrà analizzare questo materiale, poi lo si dovrà giudicare, poi si dovrà capire quali sono i valori attualmente presenti in questo nostro territorio e rappresentati e veicolati dalla poesia.
    la poesia, dunque, come luogo della rappresentazione, magari a volte con forme immature, altre con consapevolezza non del tutto piena, del sentire in questo tempo in uno spazio determinato.
    sembra poco.

    Detto questo a me non resta che terminare con un riconoscimento pieno di gratitudine, per l’opera che svolge come studioso Paolo Saggese. Il suo contributo all’ammissione della poesia meridiana in ambito nazionale è sotto gli occhi di tutti. A lui va il merito di
    – aver iniziato in maniera sistematica a comporre la carta poetica dei poeti irpini, redigendo con la collana “Cultura Meridionale” un tracciato critico dei poeti della nostra provincia, primo passo per la realizzazione della sua auspicata, e qui citata, «Storia della letteratura degli esclusi»,
    – avanzare osservazioni non solo a livello diacronico, ma sincronico, ossia considerando la simultaneità di diverse linee di sviluppo delle varie linee poetiche in modo da inquadrarle nel contesto nazionale per evidenziarne il proprium e gli sviluppi.
    Credo soprattutto che il più grande merito che debba essergli riconosciuto sia d’aver concorso notevolmente a riscattare l’identità dei poeti irpini, dando loro maggiore consapevolezza dei propri mezzi e, pertanto, fiducia ed energia al loro fare.
    Credo che per quest’ultimo motivo, la poesia irpina, in particolare e quella del Sud in generale, avrà da adesso in poi un crinale. Paolo Saggese, lo dimostreranno i fatti, con il suo lavoro di intellettuale militante, e con il Centro di documentazione sulla poesia del Sud, costituirà il discrimine della poesia irpina, avendo concorso a vincere «la scommessa intorno alla quale tutto ruota: che il Sud riesca a pensarsi, a guardare se stesso con la forza di un sapere che in qualche forma ci possiede» .
    Ai poeti del Sud compete, da ora in poi, imparare ad agire in questa terra e a non fuggire, compete imparare a fare della cultura la propria natura e della natura della loro terra la propria cultura, imparando ad allattarsi ad essa, per quanto possa avere il «seno anemico e smunto» .

    non è questo l’obiettoivo della cp e di questo blog?

    alfonso

    15 settembre 2008 at 12:49 PM

  106. “Caro Michele, hai fatto bene a prendere di mira il Centro della poesia del Sud, con la sua paccottiglia poetica reazionaria e la sua melassa “sudista”. Io però al tuo posto non mi adombrerei più di tanto. E’ contro gli intelletuali veri che secondo me occorre scagliarsi. Gli animatori del suddetto Centro in fondo sono da lodare, perchè fanno beneficenza, regalando il famoso quarto d’ora di pubblicità a cani e porci. Oltre non possono andare, perché sono vittime della maledizione di Parmenide: nessuno può essere quello che non è.”

    è molto avvilente leggere (vedi qualche commento precedente) questo tipo di attacchi a persone serie e impegnate nel quotidiano, in irpinia e su questo blog; sono attacchi di stampo fascista altro che antifascismo come si scrive in qualche altro post … è la solista spocchia di sinistra di chi si sente superiore agli altri pur avendo perso definitivamente il monopolio delle idee

    un mio commento di risposta ‘pertinente’ è in
    https://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2008/09/13/per-il-formicoso-immagini/#comments

    verderosa

    15 settembre 2008 at 12:56 PM

  107. Sono uno dei cento poeti che hanno aderito alla “paccottoglia” poetica organizzata dal centro di documentazione poesia del sud. mi chiedo come sia possibile attaccare della persone che mai si sono ritenute degli intellettuali ma solo uomini che, con le loro parole, la loro fisicità, i loro ricordi, la loro memoria, il loro essere in un determinato posto in un determinato momento storico, esprimono semplicemente delle idee, delle opinioni, per creare relazioni stabili personali che siano in grado di unificare il terreno artistico irpino, che proprio per l’ignoranza di certe critiche senza prospettive ha avuto ed ha continuamente problemi per farsi riconoscere, per farsi sentire. E’ facile dire IO ACCUSO stando seduti a casa a guardare la televisione ma quando personalmente racconto il lavoro che noi poeti irpini stiamo facendo per valorizzare certi ideali (visto che da anni vivo a Roma e ho contatti con molti autori italiani) non ricevo altro che ammirazione. Caro signor Gizzo ma lei realmente crede che io come gli altri poeti presenti al Castello degli Imperiali per dire quello che dobbiamo dire abbiamo bisogno del famoso quarto d’ora warholiano? lei si sbaglia! probabilmente non era neanche presente perche se no sarrebbe stato investito da una dolcezza e una serietà che le persone comuni difficilmente percepiscono: ci vuole una certa sensibilità per affrontare certi argomenti e probabilmente lei ne è a corto. Se una mia sola parola può essere utile a chiunque ascolta, riuscendo a sensibilizzare menti prima del tutto assenti ma che con l’aiuto di queste manifestazioni cominciano gradatamente ad essere partecipi, io posso dirmi fiero, soddisfatto, felice(almeno per un giorno)…e come vede non parlo nè di gloria nè di popolarità. Parlo solo di essere utili a se stessi e al mondo che ci circonda! (Perchè alla fine criticare senza capire il lavoro che si nasconde dietro situazioni del genere è una cosa inutile). E non in senso estetitico ma etico…è una questione di assolutezza! io non ho scelto esteticamente di essere un intellettuale o un poeta o un musicista, io so di essere un poeta perchè è la mia essenza che lo vuole: eticamente sento di essere coinvolto e quindi do tutto il mio appoggio a chi come me da anni si batte per valorizzare l’autenticità dell’arte tout court in Irpinia. Credo che la sua sia solo una superficiale critica estetizzante verso chi con umiltà, e sottolineo con umiltà, cerca di dare dei segnali, cerca di farsi sentire da chi, come ho detto prima, non saprebbe come interagire con questo tipo di realtà. Anzi il lavoro del centro di documentazione fa si che certe tematiche vengano discusse e quindi analizzate, mentre altrimenti ci sarebbe solo vuoto e fascismo senza di esso. E non mi pare che il dott. Saggese o i poeti presenti o i sindaci o i professori o gli architetti abbiano chiesto inutili lodi o denaro o stupidi riconoscimenti. IO ero presente e non ho visto nessuna velina o attore o figliastro di berlusconi ma solo persone che amanti della poesia e della’arte hanno concentrato la loro rabbia e la loro sensibilità in una splendida giornata come quella ( con la speranza di proficue ripetizioni future dove ancora ritrovarsi, leggere poesia, discutere, vedere, amare, respirare). Questo è un invito per tutti quelli che non credono nella forza autonoma dell’arte: è un invito alla partecipazione e non a scagliarsi contro chi si batte per delle giuste cause. Grazie

    Paolo battista...

    15 settembre 2008 at 5:35 PM

  108. Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno dato vita al pomeriggio di poesia a sant’angelo dei lombardi.

    Senza nulla chiedere, senza alcunché imporre o pretendere, mi avete donato parte di voi stessi.

    Il dono più bello, atteso e inaspettato.

    Ve ne sono grato, porto ogni vostra parola, silenzio o canto nel mio cuore, come voce generosa e autentica della mia terra.

    Gianni Fiorentino

    Gianni Fiorentino

    15 settembre 2008 at 8:58 PM

  109. Cari amici,

    ma sapete che siete curiosi. E poi siete “meridionali”, e poi ancora siete “italiani”.

    Dove curiosi è un modo elegante per dire che o ci fate o ci siete.

    “Meridionali” è un termine poco gratificante per chi mi conosce (sono “nordista” e i “sudisti” non mi piacciono).

    “Italiani” è nell’accezione comune dei paesi nordici, per dire peste e corna del comportamento furbo nel nostro paese.

    Ma come, si esprimono delle critiche a delle cose (ma potrebbe essere qualsiasi cosa), che possono essere discutibili o meno (parlo delle critiche), e invece di sollecitarle e di scendere nel merito (da questo punto di vista, il giudizio di Alfonso, che non condivido, è però intellettualmente onesto) si grida alla lesa maestà?

    Ho ripetuto fino alla noia, ma evidentemente non basta, che lo spirito critico, la “democrazia massima”, sono la spia dell’autenticità di un progresso.

    Critica, critica e nient’altro che critica: questa è la strada per progredire, per creare anticorpi di democrazia in un periodo storico di passaggio in cui la democrazia e l’aria da respirare sono sinonimi.

    Il “vogliamoci bene”, le “carezze” da compagnucci, e tutto quello che scivola con sentimentalismo all’olio d’oliva, non solo non aiutano nessun progresso, ma sono spesso la spia di una debolezza intrinseca, di un infantilismo duro a morire.

    Con affetto
    Michele Fumagallo

    michele fumagallo

    16 settembre 2008 at 12:31 am

  110. Ringrazio Alfonso, Angelo, Paolo, Gianni per le parole che hanno avuto nei nostri riguardi.
    Aggiungo soltanto poche riflessioni.
    Innanzi tutto, non rispondo alle violente ed offensive parole di Gizzo, che mi sembrano dettate da un odio e da un rancore espressione di un buco nero la cui origine è ben altra.
    Ho provato dolore – lo ammetto – non per quanto detto nei miei confronti quanto per le espressioni offensive rivolte contro tanti che coltivano con umiltà la poesia in questa nostra terra, quegli uomini e quelle donne nobili, che ci nobilitano e che sono stati definiti “cani e porci”. Ho pensato a questi amici, ad Alfonso, a Peppino, a Pasquale, a Vera, a Maddalena, a Franco, a Paolo, a Oriana, a Vincenzo, ad Antonietta, ad Alessandro, e a tutti gli altri (le famose cento e più voci), e mi sono sentito oltraggiato per loro.
    Ho poi ricordato le parole nobili di Antonio La Penna, che, ad alta voce, a Montemiletto, alcuni anni fa, osservò a proposto di un affollato reading di poesia: “Molti penseranno che coloro che questa sera hanno letto non siano poeti. Ma io non sto qui, questa sera, a dare patenti. Non ne voglio dare …”. E poi aggiunse: “Ma vi immaginate cosa potrebbe essere il mondo se tutti coltivassero questo amore per la cultura …? Noi abbiamo bisogno della poesia …”.
    Stessi concetti espresse nobilmente Mario Luzi nel riflettere su quanto la poesia possa essere utile a cambiare e nobilitare il mondo. Non importa se tanti non arrivano alle vette del Parnaso (noi non diamo patenti a nessuno), importa condividere quest’oggi e comunicare insieme la gioia di piccoli sogni, utopie, la volontà di un mondo nuovo e migliore da dare ai nostri figli. Che male c’è se molti vogliono regalarci una carezza che possa rendere questo nostro mondo più accettabile, in quel momento, meno terribile di quello che è, se ci vogliono offrire una poesia bella o brutta che sia, ma poesia sempre se parla al cuore e alla mente degli uomini con la forza dell’autenticità.
    Soltanto questo vorrei aggiungere: non offendete questa espressione pura d’amore che è stata la giornata per il Formicoso.
    L’odio per Paolo Saggese o per chiunque altro non dovrebbe essere forte quanto l’amore per la verità, per la giustizia di questa nostra battaglia, che noi abbiamo intrapreso con umiltà, senza alzare la voce, senza offendere nessuno, senza spocchia, rispettando le idee di tutti, perché avevamo in cuore la necessità di fare qualcosa per questa Irpinia che ci appartiene.
    In questa occasione, noi siamo umili testimoni e niente più …
    Abbiamo forse anche scritto qualche libro che rimarrà nella storia della cultura irpina e meridionale, come ritengono alcuni non provinciali studiosi che vivono in altre parti d’Italia. Ma questo non ce lo chiediamo oggi, non lo urliamo ai quattro venti, perché è tutto inutile se non siamo innanzi tutto umili servitori di questa nostra terra.
    Non aggiungo altro. Se vi fossero state critiche rispettose e nate da uno studio accurato delle nostre pubblicazioni, avrei argomentato il mio pensiero: le offese che arrivano al vilipendio e alla calunnia non hanno bisogno di altro.

    paolo saggese

    16 settembre 2008 at 9:59 am

  111. Ma quali critiche e carezze: comunicazione! nè compagni nè camerati: poesia! E’ così difficile da capire che la poesia ha un linguaggio in grado di arrivare al cuore e alle menti delle persone: la poesia: non le critiche…ma poi a cosa? a chi? a tutti e cento o a un gruppo di dieci o al singolo…ma basta!Si confonde la critica costruttiva con la critica gratuita. questo tipo di relazioni viene discriminato solo da chi non riceve inviti o da chi non ha idee: perchè così è come criticare le idee, che in questo caso sono pure, semplici, morali. ITALIANI! non so in quale paese nordico l’italiano passa per furbone; in quelli in cui ho viaggiato io gli italiani sono considerati fantasiosi, persone sensibili e di cultura: assolutamente non siamo tutti figli di Berlusconi, non siamo tutti annichiliti dai furori politici, perchè “la poesia a comizio” è politica da strada, da centro sociale, da piazza, da reading: la memoria è un ingranaggio collettivo! in questo caso l’arte è stata il linguaggio di questo ingranaggio collettivo: bello!

    Paolo battista...

    16 settembre 2008 at 11:24 am


I commenti sono chiusi.